Questa mattina durante la conferenza stampa tenutasi presso l'A.O.U. di Salerno l'Unione Sindacale di Base ha consegnato e illustrato il contenuto della denuncia pubblica (allegata) sull'utilizzo illegittimo del lavoro straordinario (comparto e dirigenza) e delle prestazioni aggiuntive della dirigenza medica che determinano uno sperpero delle risorse pubbliche che potrebbero essere utilizzate per l'assunzione dei profili professionali carenti in Azienda (medici e infermieri in particolare). La denuncia è stata inviata alla Direzione Provinciale del Lavoro di Salerno, anche per le implicazioni che riguardano la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, alla Corte dei Conti di Napoli, per le responsabilità economiche, al governatore Caldoro e al Sub Commissario Regionale per la Sanità Morlacco per accelerare i compiti di vigilanza sullo spreco che si è determinato negli anni a causa delle violazioni commesse sui predetti istituti.Vogliamo le assunzioni e non lo straordinario che sfianca i Lavoratori (i turni tra ordinario e straordinario sono massacranti) e pregiudica la salute dei cittadini.
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Salerno, 8.5.2013
Alla Direzione Provinciale del Lavoro di Salerno
Alla Sezione Giurisdizionale per la Campania - Corte dei Conti
e.p.c. Al Presidente della Giunta Regione Campania
e Commissario ad Acta per il piano di rientro sanità campana – On. Stefano Caldoro
Al Sub Commissario regionale per l’Attuazione del
Piano di Rientro Sanitario - dr. Mario Morlacco
LORO SEDI
Oggetto: denuncia violazione norme legislative ordinarie e contrattuali concernenti il monte ore settimanale del lavoro ordinario e degli istituti del lavoro straordinario e della pronta disponibilità.
La scrivente Organizzazione Sindacale con il presente scritto vuole esporre a codesti Spett.li Organismi di vigilanza - Direzione Provinciale del Lavoro di Salerno e Corte dei Conti della Campania - le gravi violazioni perpetrate, in danno dei Lavoratori dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “S. Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona – Scuola Medica Salernitana”, dal management aziendale e da tutti i vertici aziendali che hanno responsabilità diretta nella compilazione e sottoscrizione dei turni di lavoro delle diverse articolazioni operative e/o unità operative dell’Azienda.
Le principali violazioni riguardano:
1) Il mancato rispetto del riposo biologico previsto dalle normative in vigore (in alcune realtà operative sia i medici che gli infermieri riposano dopo oltre 24 ore di lavoro continuato) tra una turnazione e l’altra successiva;
2) Il mancato rispetto del riposo settimanale (anche qui sistematicamente il riposo in alcune realtà operative viene osservato dopo oltre 15 giorni di lavoro continuativi) previsto dalle normative in vigore;
3) I turni di servizio di diverse unità operative sono compilati in difformità dalle normative in vigore e dalla stessa contrattazione collettiva aziendale con la conseguenza che i lavoratori sono sottoposti a turni stressanti che non riescono a garantire il necessario e dovuto recupero psico-fisico per garantire una idonea e qualificata attività professionale, in particolare per i turni della dirigenza medica e infermieristica;
4) I turni di servizio di alcune unità operative che vengono sottoscritti dai Coordinatori e dai dirigenti medici con l’inclusione del lavoro straordinario, anche in assenza della volontà del lavoratore;
5) Il superamento dei tetti massimi individuali previsti dalle normative in vigore per lo svolgimento di lavoro straordinario (una moltitudine di lavoratori effettuano mensilmente una quota di lavoro straordinario pari a quella del lavoro ordinario);
6) Il superamento delle quote individuali dei turni di pronta disponibilità con gli annessi richiami in servizio per lavoro straordinario previsti dalla contrattazione collettiva con grave pregiudizio della qualità dell’attività professionale da garantire all’utenza;
7) Un illegittimo utilizzo dell’istituto A.L.P.I. (attività libera professionale intramoenia) e delle prestazioni aggiuntive che vengono effettuate dalla dirigenza medica e pagate con 60 € l’ora, in evidente violazione di norme nazionali e regionali, per coprire surrettiziamente turni di servizio ordinari, nelle varie Unità Operative di tutti i Presidi Ospedalieri dell’Azienda in esame, anziché concorrere alla riduzione delle liste di attesa per le prestazioni ambulatoriali. Anche in questo caso i turni in A.L.P.I. e le prestazioni aggiuntive si sommano molte volte ai turni di servizio ordinari causando la permanenza in servizio dei dirigenti medici coinvolti per oltre 24 ore con una caduta verticale della qualità dell’attività professionale da garantire all’utenza e con grave pregiudizio per la salute dei cittadini che inconsapevoli si affidano alle loro cure: tutto ciò si aggrava quando si tratta dei turni di servizio nei Pronto Soccorso o nelle sale operatorie.
La scrivente Organizzazione Sindacale fa presente che con diversi scritti indirizzati al management aziendale e al Dirigente del Servizio Gestione Risorse Umane dell’Azienda in parola ha sollevato la esposta problematica chiedendo un intervento riparatore per l’eliminazione di tutte le esposte violazioni.
Al riguardo si allega l’ultima in ordine di tempo presentata all’Azienda, nota prot. n. 25149 del 20.9.2012.
A tutt’oggi il Datore di Lavoro, così inteso anche per le implicazioni che riguardano le violazioni della normativa in materia di salute e sicurezza del lavoro – Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81, non ha inteso riscontrare la nostra missiva richiamata né ha effettuato alcun intervento riparatore delle violazioni esposte e tuttora in essere.
Pertanto si chiede a codesti Organismi di Vigilanza - Direzione Provinciale del Lavoro di Salerno e Corte dei Conti della Campania – di intervenire con gli strumenti ispettivi di cui dispongono al fine di ottenere il ripristino di condizioni lavorative dignitose e nel rispetto delle normative in vigore e per ottenere il miglioramento della qualità delle prestazioni.
Nella vicenda, infatti, vi sono evidenti possibilità di gravi sperperi e di non corretto utilizzo di denaro pubblico per cui si invoca anche la eventuale azione per responsabilità personale di funzionari ed uffici che si fossero resi responsabili dei fatti in presenza di accertamenti che ne confermino l’esistenza.
La scrivente O.S. si rende disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti in merito a quanto esposto ed a fornire ogni documentazione in suo possesso certamente utile per l’accertamento dei fatti e di eventuali responsabilità.
Il Coordinatore Regionale USB Sanità
Storniello Vito –
Il Coordinatore Provinciale USB Sanità
- - Americo Adolescente -
09 maggio 2013 - La Città di Salerno
«Costretti a turni di 24 ore. Alto il rischio di sbagliare»
La denuncia dei sindacati di medici e infermieri del “Ruggi”. Sciopero il 6 giugno «Spese stratosferiche per gli straordinari, costa meno assumere altro personale» la proroga del direttore Lenzi, controricorso della Regione
Salerno - Mentre il personale è in agitazione, l’azienda ospedaliera universitaria continua ad essere senza governo. Entro il 16 maggio la Regione dovrebbe nominare un nuovo direttore generale, come imposto dal Tar con la sentenza che ha annullato la proroga dell’incarico ad Elvira Lenzi (foto) fino al 4 giugno prossimo. Ma secondo i sindacati, la Regione avrebbe già presentato ricorso al Consiglio di Stato. «Dietro – denunciano – c’è l’ennesima manovra politica mirata a fare una spartizione partitica». Per Margaret Cittadino della segreteria provinciale della Cgil Funzione pubblica «Caldoro vuole prendere tempo ed aspettare che scada il mandato del rettore dell’Università di Salerno per piazzare sue persone di fiducia tanto al Rettorato quanto al “Ruggi”». Considerati i tempi lunghi della giustizia amministrativa, si potrebbe arrivare ad una sentenza ben oltre la fine dell’estate e, quindi, a giochi ormai fatti.Nei primi dieci mesi del 2012 sono state circa 400mila le ore di straordinario pagate al personale medico ed infermieristico del “Ruggi” per un totale di 30 milioni di euro. A cui vanno sommate le ore di attività libero professionistica (60 euro l’ora) che l’Azienda riconosce ai medici per l’attività extraospedaliera. E poi ci sono i 408 milioni di euro che la Regione spende ogni anno per la migrazione sanitaria, il 30 per cento soltanto per i malati salernitani. Sono le cifre in cui si annidano alcuni degli sprechi denunciati ieri mattina, durante una conferenza stampa indetta da tutte le sigle sindacali che rappresentano medici ed infermieri, in vista dello sciopero generale di tutto il personale, proclamato per il 6 giugno prossimo. Sulla vicenda degli straordinari l’Usb ha presentato una denuncia alla direzione provinciale del Lavoro e alla Corte dei Conti, mentre la Cgil Funzione pubblica ha chiesto alla direzione generale la trasmissione dei dati con nomi, cognomi e monte ore del personale. «Con i soldi impiegati per pagare gli straordinari – ha spiegato Margaret Cittadino della Cgil – si potrebbero assumere una cinquantina di infermieri». E, invece, proprio la scorsa settimana l’Azienda ha avviato le procedure per l’assunzione di appena 16 unità. Troppo poche, secondo le organizzazioni sindacali, e per di più disponibili solo tra qualche mese. «L’azienda – ha proseguito la Cittadino – invece di far scorrere la graduatoria interna, ha deciso di accedere alla mobilità interregionale». Risultato: gli infermieri non prenderanno servizio prima di novembre mentre a giugno scadranno i contratti di 9 infermieri che, grazie al ricongiungimento familiare, erano stati “comandati” presso il “Ruggi”. «L’azienda – hanno continuato i sindacati – dovrebbe rinnovare quei contratti. Ma non lo farà. E così a giugno ci troveremo con nove infermieri in meno, mentre potremmo averne 25 sommando i sedici che ci ha concesso la Regione». La carenza di organico sta costringendo i dipendenti a sottoporsi a turni massacranti. «In alcuni casi – ha affermato Vito Storniello dell’Usb – sia i medici che gli infermieri riposano dopo oltre 24 ore di lavoro continuato e il riposo settimanale viene osservato solo dopo 15 giorni». «Io – ha raccontato Giuseppe Natella della Uil – a volte ho paura ad andare al lavoro perché temo di fare qualche sciocchezza». Non se la passano bene neanche i medici. «Piuttosto che prendere tutti questi soldi di straordinari – ha proposto Rolando D’Elia, chirurgo pediatrico – preferiremo che ci fosse più personale». D’Elia, che rappresenta l’Anaoo, ha ricordato che la sua associazione di categoria in più occasioni ha proposto alla Regione delle soluzioni. «Evitare di chiudere gli ospedali e i distretti sanitari – ha detto – si può». Ma il personale del “Ruggi”, così come gli utenti, è costretto a fare i conti anche con problemi legati alle strutture. La scorsa settimana il manager Elvira Lenzi aveva annunciato l’avvio della procedura per l’acquisto di due ascensori, uno dei quali verrà installato nel reparto di Malatte Infettive, fuori uso dal 4 novembre scorso, quando si verificò un cedimento che causò anche tre feriti. Ma non basta. «Ormai il reparto – ha spiegato Luigi Iapicco, infettivologo del “Ruggi” e rappresentante della Cimo – può usufruire soltanto di un piano a causa di lavori cominciati e poi interrotti. E, in conseguenza di ciò, è stato ulteriormente ridotto il già esiguo numero di posto letto, passando da 30 a 16, senza divisione tra uomini e donne».
09 maggio 2013 - Il Mattino
Clima incandescente all’Azienda ospedaliera universitaria...
Salerno - Clima incandescente all’Azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Le forze sociali contro il manager Elvira Lenzi, i politici, il presidente regionale Stefano Caldoro. Tutti complici dello sfascio della sanità salernitana. A rischio i livelli assistenziali, colpa della carenza del personale, dello stress da lavoro dei dipendenti (costretti a turni massacranti che incidono sul rischio clinico), della cattiva gestione e della carenza di fondi. A questo si aggiungono i paletti imposti dal decreto 49/2010 che riduce i posti letto e chiude alcune strutture, accorpandone delle altre. E poi il continuo stallo del turn over e quei 16 infermieri da assumere con la mobilità: «una pagliacciata» dicono i sindacalisti. «È l’unica soluzione», replica l’azienda. Al Ruggi, secondo i sindacalisti, il problema è nell’organizzazione e nella mancata programmazione «per colpa di un disegno ben preciso di Caldoro». Per Cgil, Cisl, Uil, Nursind, Nursing Up, Ugl, Fials, Usb, Medici Annao, Cimo, Aroi, Fvm, Tnr l’insostenibile e grave situazione dell’azienda è dovuta, ancora una volta, all’assenza di una politica regionale sanitaria. Per questo motivo è in corso una petizione rivolta al neo ministro della Salute Lorenzin. «Deve sapere», dicono le forze sociali. Ma, soprattutto, c’è la ferma decisione di scioperare il 6 giugno. Ieri le organizzazioni sindacali hanno tenuto una lunga conferenza stampa dove, a staffetta, ogni leader ha denunciato le fragilità e i drammi dell’azienda ospedaliera. Tra queste, ci sono le condizioni in cui versa il reparto di malattie infettive. Qui, si spiega, oltre alla riduzione di posti letto a causa di perenni lavori di ristrutturazione, non c’è suddivisione di genere nelle stanze. E per via dell’ascensore rotto, si utilizza un montacarichi, oppure si passa, con le barelle, attraverso il reparto di trasfusioni senza tener conto delle malattie infettive e contagiose degli ammalati. Oppure, raccontano, c’è il paradosso del Da Procida, un ospedale destinato alla riabilitazione, dove ci sono le sedie a rotelle senza le rotelle; oppure le sale operatorie dell’ospedale di Mercato San Severino dove non ci sono sufficienti macchine di ventilazione, necessarie per l’anestesia. Situazioni drammatiche, sotto gli occhi di tutti. Situazioni che, molto probabilmente, incidono sull’incremento di migrazioni di ricoveri fuori regione, che costa ormai 408 milioni di euro.