27 milioni di mutuo irregolarmente concesso nel 2007 dalla Cassa di risparmio di Teramo (Tercas) a una società già in liquidazione, la Araba Fenice srl, del gruppo Di Mario poi fallito, a copertura di una compravendita mmobiliare risultante in rogito di soli 6 milioni e mezzo e rotti.
27 milioni ulteriormente concessi in mutuo altrettanto irregolare dalla stessa Tercas nel 2009 a una società con soli 10mila euro di capitale sociale, la Dierreci Costruzioni, poi fallita e facente parte del gruppo Tolstoj amministrato fiduciariamente dalla moglie separata, con cittadinanza sanmarinese, dell'allora direttore dell'istituto teramano che con lei di lì a poco favorì in solido la scalata intestata a di Di Mario della SMIB di San Marino.
13 milioni e mezzo concessi in mutuo nel 2017 dalla Banca popolare di Bari, che nel 2015 aveva nel frattempo acquisito Tercas e i suoi debiti, a una società veicolo appositamente costituita, la Loanka srl (di nuovo con soli 10mila euro di capitale sociale interamente anticipati "in pegno" da Bpb), per avanzare un'offerta fuori asta e al rialzo nel fallimento della Dierreci, di cui Bpb era beneficiaria per aver acquisito Tercas unico creditore, dopo che Regione Lazio e Comune di Roma avevano manifestato interesse pubblico al curatore fallimentare.
67 milioni e mezzo di mutui mai ripagati e un'ipoteca nominale di 54 milioni fissata all'epoca da Tercas, che d'altra parte precisamente quella somma aveva erogato: tanto - dieci volte il valore del primo rogito in questa partita di giro - risulta di fatto valere un palazzo di 98 appartamenti accatastati come abitazioni di tipo economico in zona Quadraro-Cinecittà a Roma, a via Lucio Calpurnio Bibulo 13, abitato da altrettanti nuclei famigliari che proprio dal 2007 risultano occupanti, dopo che una sentenza del Tar aveva annullato l'ordinanza di requisizione del presidente del municipio a favore di 46 famiglie di vecchi inquilini e di una lista di senza casa in possesso dei requisiti per accedere a una abitazione popolare.
67 milioni e mezzo di buco nelle casse della Banca popolare di Bari, tra i 54 ereditati da Tercas e i 13 e mezzo collocati da Bpb tra gli Npl appena tre mesi dopo avere staccato l'assegno a Loanka. A fronte di 54 milioni puramente nominali in conto capitale della stessa Bpb, costituiti dalla vecchia ipoteca riaccollata a una società come la Loanka srl con soli 10mila euro prestati dalla stessa banca.
Una porzione non indifferente delle sofferenze del credito di Bpb. Che lo stato si appresta a soccorrere con almeno 700 milioni di euro, da aggiungere agli altrettanti per i quali si impegna il Fondo interbancario. Quando per Bibulo - come d'altra parte per Tercas e per la sua acquisizione - sarebbe bastato invece che magistratura penale e magistratura civile avessere agito considerando le rispettive informazioni. E che a loro volta istituzioni elettive, autorità ispettiva pubblica e autorità giudiziaria avessero agito in modo reciprocamente consapevole.
In quale conto va calcolato il costo di quel buco nel risparmio di tanti cittadini e il suo aumento per il futuro di un centinaio di famiglie che hanno tutto il diritto a una casa? In conto alla speculazione finanziaria oppure in conto a un'autorità pubblica omissiva? O invece in conto a entrambe?
Associazione di tutela abitanti via Bibulo 13