L’ultima notizia inerente la situazione dei lavoratori stagionali delle campagne della zona di Palazzo San Gervasio, con minaccia di sgombero e intanto abbandonati a loro stessi, senza che vi sia il necessario intervento pubblico e anche privato ci mette davanti anche in questo caso alla constatazione che al di fuori di ogni mistificazione siamo un paese che vive di schiavismo e sfruttamento.
18 persone non sono un esercito: possibile che non si possa intervenire con una tenda attrezzata della protezione civile da montare e sistemare, per dare accoglienza ai lavoratori a tempo determinato con un regolare contratto di lavoro, fin quando non si trovano soluzioni più idonee e durature?
Questo ritardo si protrae da anni, senza aver provveduto a costruire una rete di proprietari di case disponibili ad affittare prevedendo una garanzia regionale per problemi di eventuale morosità, un sistema di trasporto verso i campi per abbattere il fenomeno del caporalato e verso i centri abitati contro l'emarginazione e per provvedere agli acquisti necessari.
Ogni anno ci troviamo davanti l'impreparazione e i tavoli tecnici dell'ultima ora: le convenzioni con Caritas, Croce Rossa e terzo settore che sembrano arrivare tardi e con connotazioni di servizio carcerario più che di servizi sociali, medici e di supporto.
La USB Basilicata chiede di bloccare lo sgombero fino a quando non si provveda da parte istituzionale a trovare una sistemazione dignitosa ai diciotto lavoratori.
USB Basilicata