Lavoratori,
nel precedente comunicato a tema circense abbiamo trattato la recente interpretazione circa le casistiche che consentono l’attribuzione delle indennità al personale aeronavigante scoprendo che per lo specialista vige l’obbligo di volo, mentre per il pilota tale obbligo non è previsto.
Ora, una nuova nota, ovvero avente prot. 17045 in data 03 luglio 2020 qui allegata, definisce meglio i contorni della precedente e istituisce una nuova figura aeronavigante.
A sto povero capo del Corpo je fanno firmà proprio de tutto.
Appena diffusasi la voce di questo ulteriore chiarimento, la prima domanda udita nei corridoi dei vari reparti volo è stata: “che dicono”?
E di li un susseguirsi di… “per me non è chiara”, “io non ho capito nulla”, “per me invece è chiarissima”, “ma no, assolutamente no… è oscuro”.
Inizia così il secondo tempo di “Benvenuti al circo”, uno spettacolo dove la confusione regna sovrana!
L’amministrazione individua una nuova tipologia di aeronaviganti, quelli privi dell’accertamento sanitario operato dall’Istituto di Medicina Aerospaziale dell’Aeronautica militare italiana.
Che spettacolo questo capo del Corpo, una volta afferma che l’indennità di volo è conseguenza dell’obbligatoria idoneità sanitaria, la volta dopo afferma che con la precedente nota si era scherzato e che si può elargire l’indennità anche se si è privi dell’idoneità sanitaria.
In poche parole, si è istituita la figura del passeggero aeronautico, che viene mascherata con la dicitura “figure professionali (…) che svolgono attività necessarie al funzionamento dei Reparti volo…”
A questo punto, abbiamo l’obbligo morale di ammettere pubblicamente che, colui che ha suggerito questa nuova nota, merita tutta la nostra ammirazione perché con poche righe fatte firmare all’ignaro capo del Corpo, sta permettendo ad ogni direttore regionale di sbizzarrirsi nelle più fantasiose soluzioni per assegnare o togliere l’indennità di volo a chicchessia stabilendo quindi chi, tra coloro che operano nel servizio aereo, espleta attività propedeutica al buon funzionamento del circo aeronautico.
A questo punto, dato che siamo autorità aeronautica, che senso ha mandare il personale a visita di idoneità aerosanitaria, dato che può volare anche chi ne è privo? Ed aggiungiamo, non ci sembra che le compagnie aeree richiedano certificato medico per essere loro passeggeri.
Ipotizzando che una valutazione sanitaria per andare in volo sia necessaria per tutti, chi si assumerà l’onere di decidere che Tizio può essere trasportato in volo mentre Caio no. E ancora, chi svolge attività propedeutica e chi no tra il personale che lavora all’interno della struttura aeronautica della nostra amministrazione?
Se l’aspetto delle visite mediche può essere superabile con l’idoneità sanitaria che il personale operativo riceve con gli accertamenti medici in convenzione presso Rete Ferroviaria Italiana, come la mettiamo col personale tecnico amministrativo che si occupa, ad esempio dei ponti radio?
Complimenti, siete stati capaci di farci rimpiangere il buon vecchio Giomi.
Comprendiamo che la nota qui allegata è stato un tentativo maldestro per non far revocare l’indennità di volo a molti colleghi, alcuni temporaneamente inidonei e altri che operano negli uffici, ma noi crediamo che siano realmente maturi i tempo per scrivere un DPR o una vera e propria Legge sulle nostre indennità di aeronavigazione e impiego operativo che contempli tutte le possibili casistiche peculiari del nostro lavoro aereo, unitamente anche all’indennità di trascinamento.
Non è difficile, basta solo un pochino di buona volontà, anche perché si spende tantissimo tempo a scrivere cose superflue e ridondanti che, chi di dovere dovrebbe ben sapere come si scrive un atto normativo: in fin dei conti, siamo pur sempre autorità aeronautica.
Cerchiamo, per una volta, di approfittare di questo escamotage non solo per sfruttare sempre il personale… anche perché abbiamo forti dubbi su come, alla luce di una norma di legge richiamata anche da una recente sentenza e resa pubblica dalle Risorse finanziarie, si possa bypassare un interpretazione delle Risorse finanziarie con la creazione del passeggero aeronautico.
Siamo in presenza di una norma di legge e pare assurdo come il dr. Fabio Italia possa accettare silenziosamente che la si possa interpretare per taluni colleghi e applicare tal quale per il restante personale. Siamo proprio curiosi di apprendere la sua posizione alla luce delle nuove interpretazioni che potrebbero ingenerare anche un danno erariale, oltre che avvalorarne l’iniquità: se parametri ben definiti debbano esserci, che lo siano per tutti indistintamente!
Sin qui abbiamo parlato di aeronaviganti che in generale operano su macchine che contemplano la compresenza di più figure professionali a bordo, come avviene per l’AB206, l’AB412 e l’AW139 di recente acquisizione, oltre che sull’aereo P180, ma come la mettiamo per il personale tecnico che opera sull’elicottero Erickson s64?
Da uno stralcio del manuale operativo del S64, operazioni volo – parte A e qui allegato, a pagina 21 è espressamente indicato che l’equipaggio minimo è composto da due soli piloti, mentre a pagina 23, la parte riguardante l’equipaggio di cabina, è NON APPLICABILE.
Solo successivamente si specifica che un tecnico POTREBBE venir imbarcato per circostanze specifiche.
A proposito, non è che alla fine della fiera, tutto è finalizzato alla creazione di un esclusivo club mille miglia della Vigili del fuoco Airlines?
Se così fosse… dobbiamo provvedere anche alle salette lounge nei Reparti volo.
Per il Consiglio Nazionale USB VVF Carmelo GUARNIERI LABARILE |