Lavoratori,
l’unica voce fuori dal coro, come quasi sempre accaduto, nel rigettare le ultime nefandezze remunerative prodotte dalla concertazione allargata, è stata la nostra.
La Regione Lazio attraverso la Direzione Regionale ci ha informato che essendo completamente sprovvista di fondi, non potrà determinare i tempi in cui potrà versare le finanze corrispondenti alla convenzione stipulata per l’estinzione degli incendi boschivi. Visto che quindi i lavoratori non potranno più neanche ipotizzare il tempo che intercorrerà tra la prestazione e la remunerazione, la richiesta non poteva che essere quella di firmare questa cambiale in bianco: ora si lavori, i soldi vedremo quando ci saranno. Le tesi apportate per favorire l’accettazione del capestro sono state: -se non lo facciamo noi potrebbero infilarsi altri-, oppure, -è la convenzione più vecchia di tutte, manteniamola-, e ancora, –ragioniamo tutti come non fossimo controparti, favoriamo il Corpo Nazionale- ma la palma della migliore va sicuramente a taluna O.S. la quale ha affermato che il problema vero è la legge di contabilità dello Stato. Dal canto nostro abbiamo rigettato tale ipotesi individuando nell’inganno concettuale che da decenni si perpetra nei confronti del lavoratore, cioè che a fronte di un sacrificio attuale corrisponderà un grande beneficio futuro. Puntualmente la seconda parte del processo non è mai arrivata, anzi la generosità dei lavoratori si è ritorta contro loro stessi diventando a sua volta il ventre molle su cui testare ulteriori vessazioni, d’altronde finché va bene perché non approfittare!
Siamo veramente sicuri che ad altri sarebbero riservati gli stessi trattamenti che riservano a noi? E costoro avrebbero la nostra stessa professionalità? Il discorso dei sedicenti sindacati secondo i quali attraverso la sottomissione si conserva “l’appalto” non regge, in primo luogo perché quando l’appaltatore trova prezzi migliori è lì che si rivolge (vedi vigilanze metro), e poi perché il compito del Sindacato vero deve essere quello di ostacolare la concorrenza tra lavoratori per difendere remunerazione e potere d’acquisto.
La crisi sta erodendo ogni diritto, noi faremo sempre gli interessi di tutto il personale, ma alla resa dei conti
a chi sputeranno in faccia
i lavoratori?