Oggi a Cagliari, come in tutta Italia, si è tenuta la mobilitazione nazionale del sindacalismo di Base per contrastare le scelte di politica economica e finanziaria operate dal nuovo Governo, in continuità con il precedente, e sostenute da Confindustria e dai “soliti” sindacati concertativi.
Da anni siamo di fronte ad un violento e continuo attacco ai lavoratori da parte del potere finanziario ed economico, che ha prodotto bassi salari, precarietà diffusa e peggioramento dei diritti sociali in genere.
Questo è il risultato delle politiche neoliberiste fatte nel nostro Paese sia dai governi di centro sinistra che di centrodestra con la Confindustria e l’avvallo dei sindacati concertativi cgil-cisl-uil e che, se non contrastate efficacemente, peggioreranno ulteriormente le condizioni di vita dei lavoratori e dei ceti popolari.
In questi giorni, infatti, si sta discutendo nientemeno che di smantellare il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e di conseguenza ridurre gli strumenti di tutela e difesa dei lavoratori.
Anche in Sardegna assistiamo ai devastanti effetti di queste scelte scellerate con quotidiani incidenti nella fabbriche e nei cantieri di lavoro e alle pesanti e negative ricadute occupazionali. Porto canale, Legler, Acentro Carbonia, Scaini, Zuccherificio Villasor, Unilever Algida, Plastwood, Cartiera di arbatax, Cargo Ferrovie dello Stato, Alcoa, Carbosulcis… ne sono solo alcuni esempi.
RdB-CUB, Cobas, SdL intercategoriale propongono l’avvio di una mobilitazione nazionale che veda momenti di protesta, come quello odierno, per giungere allo SCIOPERO GENERALE nel prossimo autunno.
Una mobilitazione che si basa su una piattaforma le cui linee generali sono state approvate dall’Assemblea nazionale indetta dalle tre OO.SS. di Base svoltasi a Milano il 17 maggio u.s. ed alla quale hanno partecipato oltre 2000 lavoratori, delegati ed RSU.
p. la CUB Federazione Sardegna
Enrico Rubiu
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21 giugno 2008 - La Nuova Sardegna
«Fermeremo le centrali nucleari»
I sindacati autonomi in piazza anche contro il precariato
di Pablo Sole
CAGLIARI - Sindacati in piazza, ieri, per una prova generale dello sciopero d’autunno. A sventolare sono state le bandiere di Cobas, RdB-Cub e Sdl, il Sindacato dei lavoratori intercategoriale. Diversi i motivi della protesta: dalla riforma del mercato del lavoro a quella della pubblica amministrazione fino al ritorno del nucleare.
Legge Biagi? No grazie. ‹‹Da anni assistiamo a un continuo attacco ai lavoratori - ha detto Gianfranco Onnis delle Rdb Cub Sardegna - che ha prodotto bassi salari, precarietà diffusa, peggioramento dei diritti sociali, sfruttamento degli immigrati e delle donne, devastazione del territorio. Tutto questo è stato funzionale alle politiche liberiste attuate dal centrodestra e dal centrosinistra: se quelle politiche non saranno contrastate efficacemente, e in fretta, le condizioni di vita per i lavoratori e per i ceti popolari saranno sempre più pesanti››. In Sardegna, hanno sottolineato gli organizzatori del presidio al Bastione, gli effetti devastanti delle politiche del lavoro sono sotto gli occhi di tutti e si chiamano porto canale, Legler, Acentro Carbonia, Scaini, zuccherificio Villasor, Unilever Algida, Plastwood, cartiera di Arbatax, Alcoa e Carbosulcis. Cobas, Rdb Cub e Sdl hanno puntato il dito non solo contro i "padroni", ma anche contro Cgil, Cisl e Uil, accusate di "collaborazionismo" per le trattative attivate con la Confindustria e il governo. ‹‹La verità è una sola - ha aggiunto Onnis - vogliono smantellare e cancellare l’istituto del contratto nazionale di lavoro››. Al contrario, le proposte votate dai sindacati autonomi nell’assemblea nazionale del 18 maggio e ribadite ieri pomeriggio, gli obiettivi da perseguire vanno in tutt’altra direzione: incrementi generalizzati di almeno tremila euro l’anno per salari e pensioni, introduzione di un meccanismo automatico di adeguamento legato agli aumenti dei prezzi, abolizione delle leggi Treu e Biagi, rilancio della contrattazione nazionale come strumento di redistribuzione del reddito, lotta alla precarietà lavorativa e sociale, guerra alla detassazione degli straordinari proposta dal governo Berlusconi, sicurezza sui luoghi di lavoro e sanzioni penali per chi provoca infortuni gravi o mortali. Infine, l’accento sul nucleare: ‹‹Hanno già deciso che una centrale sorgerà in Sardegna - ha avvertito Rubiu - e dobbiamo cominciare a lottare da oggi contro questa ipotesi inaccettabile››.