Il mondo della scuola ha ampiamente contribuito alla vittoria del NO e di conseguenza alla caduta del governo Renzi. La mancata riconferma della ministra Giannini è l'evidente prova del ruolo centrale che i lavoratori della scuola hanno avuto nell'esito del referendum: il risultato del 4 dicembre dimostra che, nonostante gli attacchi subiti in questi anni, abbiamo ancora un peso politico e la capacità di indirizzarlo.
I numeri del NO ci dicono che se i quattro referendum sulla scuola si fossero svolti, la storia della legge 107 sarebbe già oggi molto diversa. Queste riflessioni non devono, tuttavia, alimentare solo lo sconforto e le pur legittime recriminazioni sull'occasione perduta, ma ridare nuovo slancio all'azione di contrasto delle politiche scolastiche del governo, che dai primi segnali appaiono in perfetta continuità con il governo precedente.
Lanciamo, perciò, un appello a tutti i soggetti che hanno attivamente sostenuto i quattro referendum contro la "Buona scuola" per concordare forme e modi di un'iniziativa condivisa sui temi dell'alternanza scuola/lavoro, del bonus per il merito, della chiamata diretta, dei finanziamenti alle scuole private, della mobilità.
Rilanciamo subito la mobilitazione contro la legge 107 e il modello di scuola e di società che porta con sé, prima che i sindacati complici conducano i lavoratori su un binario morto come avvenne nel 2015 dopo lo sciopero del 5 maggio.
USB Scuola P.I.
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