COMUNICATO STAMPA
“La bozza di decreto sul riordino delle Camere di Commercio industria, artigianato e agricoltura presentata dal Governo, invece che una riforma sensata appare come l'ennesimo taglio lineare al personale e al finanziamento del sistema camerale messo in atto da Renzi”, dichiara Gilberto Gini, dell’USB P.I. Enti Locali.
Spiega il sindacalista “È inaccettabile una riduzione complessiva di personale in servizio del 15% per tutte le Camere di Commercio e del 25% su quelle derivate da accorpamenti. Pochissime le garanzie previste al personale soprannumerario, per il quale è prevista la mobilità sancita dalla legge 165 del 2001. Mentre per il personale delle unioni regionali ed aziende speciali si applicheranno le disposizioni previste per le società partecipate”.
Prosegue Gini: “Dopo il fallimento della Delrio, Renzi & C. ci riprovano e con la scusa di riformare il sistema camerale cercano di svendere, al privato, un sistema di servizi alle piccole e medie imprese, che funziona e che si autofinanzia con il diritto annuale”.
“La riduzione diritto annuale del 40% nel 2016 e del 50% nel 2017, darà il colpo finale al sistema- precisa l’esponente USB P.I. - mettendo a rischio anche i posti di lavoro del personale non dichiarato soprannumerario, aprendo definitivamente la strada ai servizi offerti dal privato a discapito del servizio pubblico”.
“L’USB P.I. Enti Locali esprime netta contrarietà al provvedimento presentato, in particolare alla mobilità del personale soprannumerario e al taglio del diritto annuale, ed evidenzia che il sistema camerale, composto al suo interno da grandi competenze professionali, andrebbe valorizzato e rilanciato per dare sostegno al tessuto produttivo nei territori. Tutti buoni motivi per aderire allo sciopero generale proclamato dall’USB nel prossimo autunno e mandare Renzi a casa”, conclude Gini.