La Conferenza Stato-Regioni ha dato il via ad una proposta di decreto dei Ministeri delle Infrastrutture e degli Affari Regionali che prevede la dismissione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (ex IACP, Comuni, Ater, Arte, Aler, ed altri). Si tratta di circa 800.000 alloggi che potrebbero essere messi in vendita a prezzi di mercato.
“Dopo l’inutile Piano Casa, questo ulteriore provvedimento del Governo Renzi-Lupi avvia un processo di cancellazione definitiva di quel poco che rimane dell’edilizia residenziale pubblica - osserva Angelo Fascetti, dell’AS.I.A USB – e questo accade in un Paese dove l’unico segmento carente del mercato abitativo è proprio quello dell’alloggio a canone sociale e calmierato. In Italia l’edilizia residenziale pubblica rappresenta infatti il 3,5% sul totale degli alloggi, contro l’oltre 20% di paesi come Francia, Germania o Inghilterra”.
“Guarda caso – evidenzia il dirigente USB - proprio in questi giorni è partita una feroce campagna mediatica contro le case popolari, a Milano e altrove, che partendo dalla denuncia del fenomeno delle occupazioni, favorito dalla colpevole mancanza della gestione di questo importante patrimonio e dalla totale assenza di una politica della casa, sta preparando il terreno alla totale privatizzazione dell’edilizia pubblica per favorire ancora la speculazione immobiliare e la rendita”.
Prosegue Fascetti: “L’ASIA-USB denuncia questo nuovo attacco alle condizioni di vita dei settori popolari più deboli, che si troveranno costretti a misurarsi con l’improvviso problema di acquistare a prezzi di mercato il proprio alloggio. Oppure a vederselo messo all’asta, soluzione riservata a migliaia di inquilini considerati occupanti senza titolo. L’ASIA-USB invita dunque gli inquilini delle case popolari alla mobilitazione, per fermare la speculazione, per difendere il diritto alla casa per tutti e per rilanciare l’edilizia pubblica”, conclude il sindacalista.
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