'Lanciati lacrimogeni dentro scale della palazzina' Centocelle
(ANSA) - ROMA, 18 SET - "Stamani poco dopo le 6 la polizia ha eseguito lo sfratto di un appartamento di via degli Ontani a Centocelle, caricando il picchetto di solidarietà organizzato per la famiglia che ci abitava e lanciando lacrimogeni dentro le scale della palazzina". Lo rendono noto dai movimenti dei diritti per la casa. "Un corteo spontaneo ha raggiunto la sede del Municipio V - aggiungono - per incontrare il presidente e chiedere un'altra sistemazione per Farook e la sua famiglia. Ha anche due figli".
&nb
Casa, i movimenti: "Sfratto a Centocelle con lacrimogeni". La questura: "Non sono stati utilizzati"
La denuncia dei Blocchi precari metropolitani: "In via degli Ontani anche cariche delle forze dell'ordine". Replica della polizia. Picchetto antisgombero in via Gattamelata
Questa mattina a Roma, poco dopo le 6, "la polizia ha eseguito uno sfratto in via degli Ontani, a Centocelle, caricando il picchetto e lanciando lacrimogeni fin dentro le scale della palazzina". Lo raccontano, in una nota, i Blocchi precari metropolitani. "Farook, la moglie e i due figli si sono recati presso il Municipio V, in via Torre Annunziata 1, per incontrare il presidente Giammarco Palmieri e chiedere una soluzione degna".
In attesa di ulteriore conferme da parte di chi è intervenuto, fonti della questura fanno sapere che "non sarebbero stati utilizzati lacrimogeni". "Lo sfratto è avvenuto in un appartamento in via degli Ontani dove abitava una famiglia. Sul posto è intervenuta la polizia che ha eseguito un'ordinanza di sfratto per morosità emessa dal Tribunale di Roma".
Nel frattempo, circa 100 persone hanno organizzato un picchetto antisgombero a via Gattamelata, a Roma, al Prenestino, dove sono a rischio una decina di nuclei familiari che da circa due anni stanno occupando un ex clinica ormai senza più la convenzione. 'Casa sfrattata, Casa occupata' recita uno striscione, mentre dietro il muro di cinta ci sono persone barricate. Si temeva per oggi un intervento delle forze dell'ordine, e per questo è scattata la mobilitazione a cui sta prendendo parte anche il capogruppo capitolino di Sel, Gianluca Peciola. Che ha detto: "Questa mattina sono esplosi a Roma due episodi drammatici legati all'emergenza casa, gestiti con mezzi repressivi straordinari. L'uso di lacrimogeni per uno sfratto testimonia la degenerazione della gestione del dramma della casa. Amministrazione e governo devono intervenire con la massima urgenza perché il rischio è che la resistenza agli sgomberi diventi l'unica soluzione per dare un tetto alle famiglie. Ormai la situazione dell'emergenza abitativa sta esplodendo - ha continuato Peciola - Questa mattina sono stati lanciati lacrimogeni per uno sfratto in via degli Ontani a Centocelle".
Casa, sfratto a Centocelle con cariche e lacrimogeni della polizia
«Stamattina poco dopo le 6 la polizia ha eseguito lo sfratto di un appartamento di via degli Ontani a Centocelle, caricando il picchetto di solidarietà organizzato per la famiglia che ci abitava e lanciando lacrimogeni dentro le scale della palazzina». Lo rendono noto dai movimenti dei diritti per la casa. «Un corteo spontaneo ha raggiunto la sede del Municipio V – aggiungono dai movimenti – per incontrare il presidente e chiedere un’altra sistemazione per Farook e la sua famiglia. Ha anche due figli e devono trovare una soluzione degna!».
www.corrierediroma-news.it/2014/09/18/casa-sfratto-centocelle-cariche-lacrimogeni-polizia/
COMUNICATO DELLA RETE ANTI-SFRATTO ROMA EST
Che gli spazi di mediazione sono chiusi, che solo polizia e magistratura hanno voce in capitolo sugli sfratti e sul governo dei territori, già lo sapevamo. Come sapevamo che oggi per lo sfratto di Faruk e la sua famiglia era previsto l' intervento della forza pubblica. Questa mattina ci siamo organizzati insieme per resistere: abbiamo bloccato la strada, abbiamo atteso determinati la polizia e di fronte alla loro superiorità numerica siamo indietreggiati compatti. I lacrimogeni che ci hanno lanciato fin dentro il palazzo li abbiamo rispediti al mittente. I rapporti di forza si conquistano passo dopo passo, nella materialità delle lotte. Questa breve ma intensa resistenza ha permesso a Faruk e alla sua famiglia di uscire dalla sua casa sostenuto dalla solidarietà di numerosi compagni e di attraversare il quartiere fino al municipio in corteo. Non finisce qui.
È chiaro che gli sfratti a Roma est non si fermeranno, ma i nostri picchetti, a fianco di chi decide di resistere e lottare saranno sempre più numerosi e partecipati. Perché stiamo scoprendo che isolati è impossibile resistere agli sfratti e insieme è possibile reagire e organizzarsi per bloccarli. Mettere insieme le forze per evidenziare le contraddizioni, imparare a conoscerci per organizzare un piano di mutuo appoggio, resistere agli sfratti e agli sgomberi estendendo la solidarietà.
Ogni sfratto una barricata!
18.9.2014 Roma, Centocelle
Rete Antisfratto Roma Est
Manganelli e lacrimogeni in difesa della proprietà privata
Questa mattina in via degli Ontani si è consumato un rito quotidiano che riguarda 10 famiglie al giorno. Questo è il dato degli sfratti a Roma, 9 su 10 per morosità incolpevole. Sarebbe passato inosservato se Farook fosse uscito senza opporre resistenza, incrementando il numero dei senza casa che vivono nella capitale. Invece, coraggiosamente, insieme a decine di solidali e alla rete antisfratto di Roma est, si è barricato in casa con i propri figli e sua moglie.
Imponente lo schieramento delle forze dell’ordine impiegato in ausilio dell’ufficiale giudiziario incaricato del provvedimento, come del resto è avvenuto 2.409 volte su 5.438 richieste di forza pubblica per l’esecuzione degli accessi a Roma nel 2013. Il dispiegamento di polizia è avvenuto dalle prime ore del mattino e si è servito di gas lacrimogeni e manganellate per rimuovere, poco dopo le 6, il picchetto di solidarietà attiva in via degli Ontani 66.
Questo avviene a due giorni dall’approvazione in consiglio comunale di una mozione sulle morosità incolpevoli che chiede al Prefetto una graduazione negli sfratti, un accompagnamento sociale e la garanzia del passaggio da casa a casa. La risposta della questura, della procura e della Prefettura quindi non è per nulla condizionata dalle parole delle amministrazioni e costringe tutti a fare i conti con un’altra realtà, molto più drammatica e con unica soluzione: la proprietà privata va difesa con ogni mezzo. D’altra parte è questo l’orizzonte verso il quale guardano i provvedimenti governativi che vengono approvati in questi giorni.
Il diritto alla casa è nelle mani dell’autorità giudiziaria e della forza pubblica quindi e a nulla valgono mozioni e ordini del giorno. La “rigenerazione urbana” passa attraverso sgomberi, sfratti, pignoramenti, dismissioni e gabelle sulla prima casa. La giunta Marino oramai è complice di scelte nazionali che sono devastanti per il territorio e per la città di Roma.
Nel 2013 le sentenze di sfratto sono state 7.743, di cui 5.509 per morosità, testimonianza viva di una crisi sociale profonda. Nessuna soluzione pubblica appare disponibile e quindi il rischio che la proprietà privata debba fare un passo indietro è molto forte, che la resistenza agli sfratti possa crescere è possibile, che le occupazioni per necessità possano ripartire con rinnovata forza è credibile, allora non rimane che la coercizione e la repressione di chi si organizza per resistere.
Non ci sono processi partecipativi o dispositivi di mediazione possibili e che ci possano garantire il diritto alla città che reclamiamo. Il modello Roma di Marino e della sua giunta svanisce sommerso da una degenerazione culturale tutelata dagli uomini in divisa che oggi presidiano in forze il V municipio, buttano fuori violentemente Farook e famiglia dalla casa dove abita, ridono sprezzantemente verso coloro che coraggiosamente si oppongono, minacciano arresti e misure cautelari. Mentre poi, per niente coraggiosi, provano a coprire la verità, negando l’uso dei lacrimogeni.
Il controllo sociale a tutela del manovratore è la nuova fisionomia del paese e della nostra città. Ora è il momento di dover decidere da che parte stare e questo riguarda non solo chi già sta confliggendo con questi dispositivi. E’ necessario che tutti prendano parola contro quello che prende sempre più la forma di un massacro sociale.
In un momento in cui perfino il Sunia sta criticando i provvedimenti del governo sugli affitti pseudo agevolati per consentire ai costruttori di liberarsi dell’invenduto senza perdere profitti, non resta che rilanciare e utilizzare con urgenza la delibera regionale sull’emergenza abitativa, rafforzare i picchetti antisfratto, presidiare il patrimonio pubblico in dismissione, esercitare il diritto alla città attraverso nuove pratiche di riappropriazione.
Rilanciamo la mobilitazione di domani sotto l’assessorato alla casa della regione Lazio, verso la settimana di mobilitazione europea 10-18 ottobre.
#takethecity #stopsfratti #tutteliberi
Movimenti per il diritto all’abitare