Oggi ha avuto luogo la manifestazione Occupy Caserma Sani, una manifestazione partecipata e arrabbiata, che partendo da piazza dell'Unità ha raggiunto la Caserma di via Ferrarese. In questa giornata abbiamo visto le ingestibili contraddizioni che queste istituzioni hanno creato.
Dopo anni di inutilizzo, di spoliazione dei beni, di presenza di situazioni di illegalità, oggi le forze dell'ordine hanno impedito che il corteo entrasse dentro la Caserma, utilizzando un ingente dispiegamento di personale sia dentro l'area sia di fronte alle entrate.
Istituzioni e forze dell'ordine impegnate quindi a difendere il degrado, lo sfitto, e i futuri (che al momento non sussistono) padroni di questo pezzo di città, che realizzeranno altro cemento, altre case invendute.
Mentre l'area resterà vuota, denaro pubblico è stato speso per impedire che venisse realizzata una giornata di lotta, e per murare le finestre e le porte degli stabili, e i buchi che fanno assomigliare il muro che circonda la caserma ad un colabrodo.
Assurdo perchè la “valorizzazione” delle aree demaniali, comunali e regionali, è portato avanti proprio per coprire il debito pubblico. Ma sappiamo che neanche i futuri progetti di alienazione (la Società di Gestione del Risparmio istituita per mettere sul mercato questi beni), dietro cui il comune di Bologna si è nascosto per negarci la possibilità di riutilizzo degli stabili, andranno a fine.
Dall'altra parte, occupanti di casa, sfrattati, studenti, precari, attivisti di centri sociali e di organizzazioni hanno portato in quartiere un'idea diversa di diritto alla città. Una città che dia risposta ai bisogni delle persone che rimangono schiacciate dalla crisi.
Il corteo ha “circondato” la Caserma Sani, dimostrando che è impossibile tenere chiusa un'area inutilizzata mentre in città ci sono centinaia di persone senza casa. Per questo abbiamo riaperto le entrate che diverse persone usano per entrare nella Caserma, entrate che da anni vengono riaperte ogni volta che il Demanio le ha chiuse. Non può esistere un paese in cui c'è gente senza casa, e case senza gente.
Lo diciamo da sempre,e abbiamo tentato di ottenerlo: l'unica soluzione per la Caserma Sani, così come per tutte le altre aree in vendita e sfitte, è che il patrimonio pubblico non venga venduto, che venga riutilizzato, messo a disposizione di chi vive la precarietà. L'unica soluzione razionale per la caserma Sani è abitarla, costruire al suo interno un pezzo di città solidale e che parli il linguaggio dei diritti, del reddito, dell'abitare.
Non ci fermeremo. La Caserma Sani rimarrà pubblica perchè è una necessità per la città.
Nei prossimi giorni la lotta per il diritto all'abitare non si ferma. Continuerà il 18 giugno, con un'iniziativa sotto la sede dell'Unep in vicolo Monticelli, e continuerà il 20 giugno per difendere una famiglia dallo sfratto per morosità che stanno subendo.