Venerdì 4 ottobre, in concomitanza con l’assemblea nazionale convocata a Roma davanti alla direzione generale dell’INPS, abbiamo diffuso il comunicato N. 92/19 con il quale davamo notizia dello sblocco del contratto integrativo 2018, di cui avevamo avuto notizia il giorno precedente. Nel corso dell’incontro con il direttore generale arrivava la telefonata del direttore centrale risorse umane dell’INPS che confermava quanto anticipato dalla USB.
Siamo maghi, indovini o stregoni? No, siamo solo informati e cerchiamo di fare bene il nostro lavoro senza prendere in giro i lavoratori. Gli altri si comportano allo stesso modo? Non proprio e lo abbiamo dimostrato in diverse occasioni. Anche stavolta la sequenza delle informazioni è sospetta.
Lunedì 7 ottobre la CISL invia un volantino a livello nazionale intitolato “CCNI 2018: LA STORIA INFINITA!”. Nel testo si leggono frasi di questo tipo – “…Astenendoci da facili entusiasmi e aspettative non suffragati da elementi oggettivi che ad oggi ancora mancano…” – Ancora più avanti il riferimento diretto al comunicato della USB – “…Altro che sblocco del contratto integrativo 2018: serve, e lo avevamo scritto, che il Presidente si faccia carico dell’accordo che ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali firmatarie dell’ipotesi di CCNI 2018…”. La comunicazione che ha voluto inviare ai lavoratori la CISL il 7 ottobre è volta a rappresentare una situazione ancora incerta, in divenire, per smentire l’annuncio della USB e, a questo punto, anche del capo del personale dell’Istituto.
Nella giornata di ieri, 9 ottobre, appena due giorni dopo la precedente comunicazione e senza che fossero intervenuti altri elementi in aggiunta a quelli conosciuti già dal 4 ottobre, la CISL ha pubblicato una nota flash in cui annuncia l’imminente certificazione del CCNI 2018 da parte dei ministeri vigilanti. Anche la UIL ha inviato un’analoga comunicazione nella quale afferma che sono da considerarsi superati gli elementi ostativi posti dai ministeri vigilanti e che nei prossimi giorni sarà possibile ratificare l’intesa e mettere in pagamento con le competenze di novembre i diversi istituti previsti dal contratto integrativo insieme al saldo dell’incentivo 2018.
Probabilmente a quei sindacati le notizie arrivano in differita oppure si sta giocando una sporca partita per screditare la USB ed a rimetterci sono i lavoratori che quei sindacati dicono sempre di voler tutelare. C’è ancora tempo per mettere in pagamento ad ottobre quanto di spettanza dei lavoratori, perché dunque scrivere che l’erogazione avverrà a novembre? Non è forse perché il pagamento ad ottobre l’ha chiesto la USB e s’inventano di sana pianta difficoltà che già il 3 ottobre erano da considerarsi superate?
I veri problemi ci saranno sul contratto integrativo 2019 e questo non lo dice nessuno tranne la USB. Aspettiamo di leggere la lettera con cui i ministeri vigilanti certificano il contratto integrativo 2018 per tornare sul tema. Quel che è certo è che si dovrà riconsiderare la tempistica dell’erogazione dell’incentivo, perché ormai tra acconti, acconti sul saldo e saldo ritardato non si capisce più niente. Meglio tornare a tre scadenze annuali in periodi in cui il pagamento del premio di produzione può rappresentare un vero sostegno alle necessità dei lavoratori: luglio, novembre e febbraio.