CENTRI PER L’IMPIEGO E RdC: uno tsunami da prevenire ed un’occasione per rilanciare il servizio pubblico.
Il governo giallo-verde vara il decreto sul RdC. Nonostante la lettura critica, USB non può concedere niente a chi oggi tenta di riaccreditarsi bollando il Reddito di Cittadinanza come misura puramente assistenziale dopo aver sostenuto lo smantellamento dei centri per l’impiego, lo svuotamento delle loro funzioni insieme a quelle istituzionali proprie delle Province e degli Enti di area vasta, nonché la liberalizzazione del mercato del lavoro.
Il Decreto istitutivo del RdC ripropone, però, tutto l’impianto normativo del REI e del D.Lgs 150/2015 cioè del Jobs Act, aumentando i benefici, ma peggiorando pesantemente il sistema di accesso e le condizioni. A febbraio sarà fruibile il portale per la presentazione , entro il 5 marzo, delle domande, tramite web o CAF convenzionati. Le poste consegneranno la card a chi ne avrà diritto e i soldi saranno disponibili dal 27 aprile. Entro i trenta giorni successivi il titolare del RdC dovrà recarsi presso i CPI per compilare il modulo di “immediata disponibilità al lavoro” (dovrebbe essere aperto anche un portale apposito). La sottoscrizione del previsto “patto per il lavoro” prevede tra l’altro 8 ore settimanali di lavoro in attività di pubblica utilità e l’obbligo di accettare una delle tre offerte “congrue”.
Diverse sono anche le tipologie di sanzioni che i CPI applicheranno nei confronti dei lavoratori che non seguiranno alla lettera il percorso indicato dal decreto.
Ora parte la vera sfida con il potenziamento non più rinviabile dei CPI.
I CPI scontano anni di blocco degli investimenti e delle assunzioni in seguito all’applicazione della Riforma Delrio: personale ridotto, servizi esternalizzati, utilizzo di lavoratori precari con diverse tipologie contrattuali, strumenti di lavoro inadeguati ed insufficienti e dotazioni hardware obsolete, non più consone alle nuove piattaforme informatiche.
Nonostante la creazione della nuova Agenzia, l’ANPAL, manca tutt’ora una configurazione univoca dei CPI. Alcune regioni hanno mantenuto il servizio, altre lo hanno affidato ad agenzie regionali istituite ad hoc, altre ancora lo hanno delegato a società partecipate.
Ci sono regioni tuttavia, come ad esempio la Liguria, che stanno operando un ripensamento virtuoso reinternalizzando il servizio ed i lavoratori.
Le nuove figure professionali previste dal Decreto, i 6000 cosiddetti Navigator, che dovrebbero prendere in carico questa platea, sono paradossalmente anch’essi titolari di rapporto di lavoro flessibile e precario, senza certezza di adeguata stabilità lavorativa ed economica.
Il governo ha previsto inoltre 4000 assunzioni ripartite per regione, ma i tempi non coincidono con l’entrata in vigore del RdC.
USB P.I. – Funzioni Locali chiede al governo precisi impegni e interventi tempestivi: occorre un’organizzazione delle politiche attive del Lavoro che metta a disposizione gli stessi servizi in tutto il paese; serve una velocizzazione dei meccanismi per nuove e vere assunzioni a partire dalla stabilizzazione di tutte quelle figure che gravitano nell’orbita del lavoro precario e che a vario titolo prestano già da tempo la loro opera a favore delle strutture per l’impiego; servono investimenti su attrezzature informatiche ed un’adeguata formazione a tutto il personale impegnato nei CPI affinché l’azione di orientamento ed accompagnamento al lavoro possa essere svolta efficacemente ed in maniera mirata.
USB è dal 2014 che lotta per migliorare e difendere il futuro dei CPI e continuerà a lottare per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, per il rafforzamento dei servizi ai cittadini e perché tutte le regioni si facciano carico direttamente dei servizi per il lavoro.
Il rischio nelle prossime settimane è di subire uno tsunami che spazzi via ciò che residua del servizio pubblico per l’impiego a tutto vantaggio della galassia dei soggetti privati che sognano di spartirsi la torta.
USB P.I. – Funzioni Locali chiama i lavoratori alla lotta, proclamando su tutto il territorio nazionale lo stato di agitazione del settore, fino a indire, se necessario, lo sciopero nazionale dei lavoratori pubblici e privati impegnati nelle politiche attive per il lavoro.
USB P.I. – Funzioni Locali Roma 30-1-2019