Il Ministro Madia, in un forum della Cgil tutto interno al PD, ha dichiarato che convocherà i sindacati ad inizio luglio sulla apertura della contrattazione e sulla riforma del testo unico del pubblico impiego.
La Camusso è stata tentata dal brindare ma poi, ci ha ripensato: “...la bottiglia la stappiamo quando siamo davanti al tavolo".
E chi se ne frega se su quel tavolo troveremo 5 euro lordi mensili di aumento, che bontà loro, potranno aumentare se il Paese crescerà... che detto in un contesto come quello attuale significa affidare il salario dei lavoratori alle dinamiche impazzite della finanza.
Poco importa se su quel tavolo, o sotto, troveremo le fasce meritocratiche di Brunetta, forse modificate e rese meno rigide, ma certamente non cancellate!
Nulla ha importanza, purché si torni al tavolo della contrattazione!
In realtà niente di nuovo sotto il sole. Già in sede di riforma dei comparti di contrattazione la linea dei sindacati complici era stata quella di arrivare a tutti i costi a chiudere per poter poi andare a fare i contratti. Anche se già si era tutti consapevoli che sarebbero stati contratti a perdere per i lavoratori.
La smania di recuperare il proprio ruolo concertativo, nella totale incapacità di assumerne uno diverso, era tanta da ignorare completamente gli interessi dei lavoratori sui quali ricadrà quel contratto.
Nel DEF il Governo non ha inserito una riga su risorse aggiuntive rispetto a quelle già stanziate per il rinnovo del contratto del Pubblico Impiego e il Ministro Madia si sta esercitando in una serie di acrobazie contrattuali per dare un senso alla miseria che andremo a contrattare. L'ultima è quella di dare di più a chi percepisce salari più bassi, un principio anche condivisibile, soprattutto da chi come noi si è sempre battuto per aumenti uguali per tutti e non in percentuale al fine di ridurre la forbice salariale, ma che si scontra inevitabilmente con cifre che continuano comunque ad essere offensive per la dignità dei lavoratori pubblici.
Le fasce di merito non vengono cancellate nel nuovo testo unico del pubblico impiego, a conferma della perfetta continuità tra le politiche di Brunetta e quella della Madia. Qualsiasi modifica non porterebbe a nulla. Rimarrebbe comunque sempre una percentuale di lavoratori che anche se “meritevoli” dovranno comunque essere puniti. Al Ministro, che rimarca l'esigenza di “...dire a chi è bravo che ce ne siamo accorti” varrebbe la pena ricordare che la distribuzione del salario accessorio è già ampiamente intrisa di logica meritocratica e che la vera priorità sarebbe restituire ai lavoratori quanto indebitamente sottratto con sei anni di blocco del contratto.
Altro che brindisi! I lavoratori dovranno assumere qualche farmaco contro la gastrite quando apprenderanno i contenuti dei contratti che ci apprestiamo ad andare a trattare. Questo Governo con l'assoluta acquiescenza di CGIL CISL e UIL, si è completamente appropriato dello strumento contrattuale, liberandolo dei fastidiosi orpelli a favore dei lavoratori come gli aumenti salariali, per trasformarlo in un'arma da rivolgere contro i lavoratori pubblici e dei servizi pubblici.
Riprendiamoci il contratto, togliendolo dalle mani del Governo e dei suoi compari, per riconquistare diritti e salario!
RIMETTIAMO IL PUBBLICO AL CENTRO DEL PAESE E INSIEME PREPARIAMO
LO SCIOPERO GENERALE DEL 23 SETTEMBRE!
USB PUBBLICO IMPIEGO