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Editoriale Gli editoriali

Chi le da e chi le promette

Roma,

Lo sciopero generale di venerdì 24,l’unico vero sciopero di protesta in calendario, vedrà una ventina di manifestazioni nelle principali città italiane, dentro quelle manifestazioni ci saranno migliaia di lavoratori dipendenti, disoccupati, precari, licenziati, giovani senza reddito, pensionati alla fame, sfrattati e senza casa, ci sarà cioè la rappresentanza vera di quel blocco sociale che si contrappone alle scelte dell’Unione europea in materia di lavoro, occupazione, salari e reddito che Renzi porta avanti e che non ha più molta voglia di passeggiate.

Ma mai, davvero mai come questa volta un nostro sciopero generale ha subito un black out mediatico così totale. Non c’è verso, non passa nulla sulla stampa di regime né su quella meno di regime. Nulla. Ora siccome di comunicati stampa se ne è fatti molti, siccome di iniziative cittadine se ne è convocate e tenute a bizzeffe, nessun giornalista nazionale o locale può in coscienza dire che non era a conoscenza dello sciopero. E allora? Come mai neanche un trafiletto per avvertire i cittadini che da qualche parte, ad esempio nei trasporti pubblici, o nelle scuole dell’infanzia, o negli enti previdenziali o negli uffici comunali e fiscali o nelle municipalizzate “qualche disagio” si potrebbe registrare?

Ma che stupidi, il motivo è chiarissimo e sotto gli occhi di tutti! E’ semplicemente che il 24 ottobre viene solo un giorno prima del 25 ottobre su cui invece si sono spesi e ancora si stanno spendendo fiumi di inchiostro. Cioè una manifestazione di sabato pomeriggio assume maggior importanza per la stampa nostrana di uno sciopero generale. Ma non ci si dispone a dosare sapientemente gli spazi da attribuire all’uno e all’altro appuntamento, si fa molto di più, si fa scomparire il primo perché altrimenti tutti si renderebbero conto della debolezza politica dell’altro. Infatti il petto gonfio della Cgil che muove a passo determinato contro le politiche del governo del PD non durerebbe lo spazio di un mattino di fronte al fatto che l’USB , proprio per respingere davvero quelle politiche, proclama e pratica un vero sciopero generale. Insomma c’è chi le da e c’è chi le promette!

Da sempre siamo abituati a prepararceli da soli i nostri scioperi, e così facciamo anche questa volta, saranno i nostri delegati, gli iscritti, le federazioni a farsi megafono in ogni luogo di lavoro, in ogni territorio delle sacrosante ragioni di questo sciopero. Usiamo la rete, i social network, il passa parola, le assemblee, i volantini e i manifesti, usiamo tutta la nostra creatività e tutta la nostra rabbia per arrivare di slancio, il 24, a riempire le piazze e svuotare i luoghi di lavoro.