Cominciano a trapelare le prime indiscrezioni sulle indicazioni operative per la cosiddetta “chiamata diretta”. Cgil, Cisl, Uil e Snals, che a fine giugno avevano presentato la proposta indecente di fornire ai dirigenti scolastici criteri fintamente oggettivi basati su certificazioni quanto meno discutibili, ora piangono lacrime di coccodrillo di fronte al documento non ancora definitivo che oggi il Miur ha presentato loro.
A detta di questi sindacati, che di questo scempio sono stati ampiamente complici, il Capo dipartimento del Miur oggi avrebbe descritto le future modalità della chiamata diretta, che saranno divise in due fasi:
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nella prima fase, i dirigenti, sulla base del PTOF della propria scuola, potranno scegliere i docenti che presentino le caratteristiche richieste, in base ai CV proposti dai docenti stessi: lo faranno sulla base di alcuni criteri formulati dal MIUR, o, cosa assai grave, sulla base di criteri definiti da loro stessi in autonomia;
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nella seconda fase, l’Ufficio Scolastico Regionale nominerà d’ufficio i docenti che non saranno stati scelti dai DS.
Volendo ipotizzare concretamente come funzionerà proviamo a fare un esempio, sulla scuola secondaria e sulla base delle date che sono trapelate, ma che non sono ancora ufficiali: il dirigente di una scuola secondaria pubblicherà un avviso (prima della pubblicazione dei trasferimenti, in questo caso prima del 12 agosto); i docenti assegnati all'ambito in cui è inserita quella scuola invieranno la propria candidatura (entro il 18 agosto); poi, in soli 7 giorni, entro il 25 agosto il dirigente della scuola secondaria deciderà a chi fare la propria proposta di assunzione (tutto questo per tutte le classi di concorso sull’organico dell’autonomia); e infine, in un solo ed unico giorno, i docenti dovrebbero accettare inviando risposta scritta via pec.
Quindi in poco tempo il dirigente dovrebbe visionare i curricula dei docenti, inviare le proposte ai docenti da lui selezionati, quindi attribuire l’incarico e infine comunicare il tutto all’Ufficio Scolastico Regionale. Gli insegnanti di cui stiamo parlando oltre ad aver perso la titolarità di scuola, dall'altro canto dovranno affrontare un iter assurdo che va dalla presentazione del proprio curriculum a una o più scuole dell'ambito (sulla tempistica di questo invio ancora non si sa nulla), dopo l'invio della propria disponibilità ogni docente dovrà in brevissimo tempo, uno o due giorni, controllare di aver ricevuto una o più proposte di incarico da parte dei dirigenti scolastici e comunicare via pec la propria scelta. In caso diverso dovrà attendere l'assegnazione d'ufficio da parte dell'Ufficio Scolastico Regionale.
Da subito abbiamo denunciato che questa modalità di assegnazione del corpo docente alle scuole nasconde, da un lato, una precisa volontà politica di controllo totale e assoluto degli insegnanti, asserviti a decisioni arbitrarie che diventeranno incontestabili e, dall’altro lato, interessi economici di chi trarrà vantaggio dall'apertura di un mercato per la “caccia al titolo”, ancor peggiore di quello cui sono stati abituati per anni i precari nelle GAE e che nulla ha a che fare con l’effettiva qualità dell’insegnamento. Tali interessi, tra l'altro, riguardano anche quegli enti formatori dietro i quali si celano le sigle sindacali che negli incontri al MIUR hanno giocato a fingere di voler migliorare l'inemendabile legge 107, svendendo ancora una volta i docenti e la scuola pubblica statale. Infatti, la trattativa si è sostanzialmente ridotta a lasciare campo completamente libero al dirigente scolastico, o far finta di limitarlo tramite criteri di eccellenza discutibili e a tratti ridicoli, ma soprattutto per nulla trasparenti, come molti gruppi di docenti e diversi sindacati di base hanno segnalato con forza nelle ultime settimane. Cgil Cisl Uil e Snals debbono assumersi insieme al MIUR la responsabilità di questo ennesimo umiliante gioco al massacro che si giocherà oggi sulla pelle dei docenti neoassunti, ma che domani riguarderà tutti i docenti italiani.