Nella riunione del tavolo sindacale dell’11 marzo, oltre ad analizzare i contenuti del contratto integrativo 2012 è stata discussa una bozza di accordo sull’integrazione dell’INPDAP e dell’ENPALS con l’INPS che anticipa, di fatto, la contrattazione integrativa 2013.
A fronte del via libera sindacale alla sperimentazione del processo d’integrazione, l’amministrazione non mette a disposizione della contrattazione alcuna risorsa aggiuntiva ma si limita ad una dichiarazione d’intenti, sulla falsariga degli impegni mai onorati che troviamo spesso alla fine dei contratti, che riguarda: l’estensione delle posizioni organizzative a tutta l’Area C (già operante in INPDAP), un bando di mobilità nazionale e un piano di formazione mirato all’integrazione. Un po’ poco per una riorganizzazione che determinerà un aumento generalizzato dei carichi di lavoro e delle competenze.
Un contentino arriva solo per i lavoratori delle Sedi che saranno interessate dalla sperimentazione del processo d’integrazione delle gestioni ex INPDAP ed ex ENPALS con l’INPS. A quei lavoratori l’amministrazione propone di erogare un unico trattamento di professionalità, di uguale importo per tutti, che accorpi gli attuali istituti del salario accessorio legati alla professionalità: TEP, SAP e relative maggiorazioni, assegno di garanzia, indennità ex art. 23 del CCIE 2002 gestione ex INPDAP, anticipazione del salario di produttività, ecc. Cosa c’entri l’anticipo mensile della produttività con la professionalità l’INPS lo dovrebbe spiegare, ma siccome non lo fa proviamo noi ad interpretare le reali volontà dell’amministrazione.
Si tenta di ridurre le differenze economiche mensili tra i lavoratori delle diverse gestioni sommando, tuttavia, istituti che hanno finalità diverse, con il solo obiettivo di rendere meno onerosa l’integrazione. Proviamo ad analizzare l’effetto pratico di tale ipotesi, facendo il caso di due lavoratori B1 dell’INPS e della gestione ex INPDAP.
B1 INPS – TEP € 90,00 – SAP € 60,00 – ANTICIPO MENSILE INCENTIVO € 90,00 = TOTALE € 240,00
B1 INPDAP – EX ART. 23 € 220,00
Secondo la proposta dell’amministrazione saranno riconosciuti € 20,00 in più al B1 INPDAP per pareggiare gli importi del trattamento di professionalità. Ma non si tiene conto degli effetti di tale ragionamento sull’incentivo. Mentre, infatti, l’incentivo del lavoratore INPDAP risulterà pieno, quello del lavoratore INPS verrà decurtato dell’anticipo mensile. Quello da prendere a riferimento, per una reale integrazione economica, è l’intero salario accessorio comprensivo delle voci mensili e dell’incentivo nel suo complesso. C’è poi da aggiungere che la proposta dell’amministrazione non riconosce alcun beneficio economico per chi già percepisce un salario accessorio mensile superiore a quello degli altri enti, mentre la differenza per chi ha una retribuzione inferiore la finanzia come sempre il Fondo di ente di tutti i lavoratori, senza che sia adeguatamente implementato.
Facendo un paragone con la telefonia, è come se l’amministrazione continuasse a telefonare ai lavoratori mettendo a loro carico il costo della chiamata.
E in epoca di lotta agli sprechi veniamo a sapere che ai lavoratori della gestione ex INPDAP che perdono l’incarico legato alla posizione organizzativa si mantiene comunque l’indennità, come una sorta di vitalizio parlamentare. Ma siamo matti? Un conto è continuare a svolgere una reale funzione di raccordo, di coordinamento, per la quale si può discutere un eventuale riconoscimento economico, un altro è continuare a percepire un’indennità per una funzione che non si svolge più. Lo troviamo scandaloso e inaccettabile, ancor più perché a finanziare tali indennità è sempre il Fondo di tutti i lavoratori. Di questo abbiamo chiesto conto all’amministrazione e ci aspettiamo risposte circostanziate nel prossimo incontro sindacale nazionale.
Senza condivisione, lo abbiamo già detto per la precedente riorganizzazione dell’INPS, della quale siamo ancora in attesa di conoscere i risultati definitivi, non si va da nessuna parte. Senza risorse economiche aggiuntive non si possono avviare processi d’integrazione. E’ suonata la campanella dell’ultimo giro: se non otterremo risposte soddisfacenti nel prossimo incontro di trattativa, chiameremo i lavoratori alla mobilitazione.
Aderente
alla FSM