Martedì eravamo davanti al CPR di Torino, dopo l'ennesima tragedia. La morte di Mamadou Moussa Balde è infatti l'ultima di una lunga serie che avviene dentro alle mura di un lager: un suicidio di Stato che perpetua una violenza classista e razzista verso le classi più deboli.
Una prigione quella dei CPR dove ci finiscono i soggetti più fragili di questa società: Mamadou era solo un ragazzo di neanche 23 anni emigrato in questo paese per via delle infami regole del capitale che puntualmente è in continua ricerca di forza lavoro da spremere fino all'osso, un ragazzo che sopravviveva, come tantissimi giovani, di molti lavori precari per cercare di arrivare alla fine del mese.
L’unica cosa che non sapeva, era che la sua esistenza fosse legata a un pezzo di carta, e questo è inammissibile. È ora di dire basta al ricatto tra la vita, la salute e il documento, basta ai CPR che sono dei lager; quello che serve è la regolarizzazione.
Abbiamo protestato anche contro la Polizia e la repressione legale di cui le persone deboli sono sistematicamente vittime, contro la discriminazione che subiscono quotidianamente, in particolare nell’accesso al diritto al permesso di soggiorno e al lavoro. Difendiamo la loro libertà di movimento. Chiediamo la chiusura del CPR e il rilascio di tutti i detenuti e la regolarizzazione.
USB Migranti
26-5-2021