Il 15 luglio 2014 presso l’Azienda regionale per l’istruzione la formazione e il lavoro della Lombardia si è conclusa la vertenza di Sea Handling. È stato firmato l’accordo da USB Lavoro privato e dalle altre organizzazioni sindacali a seguito delle modifiche sostanziali apportate dopo che il referendum dei lavoratori aveva bocciato la prima ipotesi di intesa del 4-6 giugno 2014. La firma di USB Lavoro privato avviene al termine della riunione del coordinamento aziendale e delle assemblee dei propri iscritti (9 e 15 luglio 2014) che hanno dato il mandato alla firma.
Dal 1° settembre 2014 diventerà operativa Airport Handling con una forza lavoro pari a circa 1700 unità lavorative e il 31 dicembre 2014 morirà Sea Handling.
Le modifiche sostanziali al contratto di secondo livello da applicare ai lavoratori di Airport Handling sono: riduzione del 30% delle ore sindacali (nel Gruppo Sea), 4 Rol (ex festività): 2 giorni vengono inseriti nel prospetto turni a discrezione del lavoratore, mentre gli altri 2 saranno decisi dall’azienda; rimane in atto il pagamento a fine anno nel caso in cui il lavoratore voglia che gli siano retribuiti. Viene aggiunta alle due Ral già concordate, una mezza mensilità pesante (Ral del valore medio di circa 1000 euro netti a lavoratore) per effetto della riduzione dei compensi ai dirigenti del Gruppo Sea.
È “chiusa la vicenda” di Sea Handling che ha origine lontane? Niente affatto, rimangono le ragioni del nostro diniego e l’opposizione a tutta l’operazione di speculazione e di destrutturazione degli aeroporti italiani.
E’ palese, ed è sotto gli occhi di tutti, quale sia il livello di svendita degli asset industriali italiani del trasporto aereo. La vicenda Cai Alitalia è la cartina di tornasole, dove il PRIVATO sarebbe stato il garante dello sviluppo e della crescita occupazionale, ma assistiamo esattamente al contrario. Il PRIVATO fallisce e il pubblico deve intervenire a coprire le perdite, sotto il ricatto del mantenimento dei livelli occupazionali da garantire. Nel contempo la politica del trasporto aereo italiano (espressa dal ministro Lupi) viene imposta dagli interessi che esprime Etihad Airways, dove le vittime sono i lavoratori e l’asset industriale del Nord messo ulteriormente a rischio: l’aeroporto di Malpensa.
In questo quadro c’è “la grande scommessa” di Airport Handling, la sua tenuta che è legata a un piano industriale tutto da scrivere e che pone troppe incertezze per poter pensare in positivo a un futuro certo.
E già si vedono i vari avvoltoi che svolazzano nei cieli milanesi, (oltre ai vari speculatori già conosciuti). L’esempio più lampante è la missiva inviata dal presidente di Assohandlers in data 26 giugno 2014 per “ulteriori aiuti di stato” fatti da Sea spa in favore di AIirport Handling.
La vertenza Sea s.p.a. e SeaH. dovrebbe insegnare a tutti, nessuno escluso (organizzazioni sindacali), compresi i LAVORATORI, che la mancanza di coesione su obbiettivi condivisi, che non devono essere solo il mantenere o, meglio, il rivendicare (caso ancor più raro) le condizioni economiche/normative esistenti, ma darsi strategie ben più ampie, (vedesi l’obbiettivo di Sea Unica a cui solo pochi hanno creduto). Per mantenere e non peggiorare il presente bisogna prevedere anche quanto può accadere nel prossimo futuro e oggi non staremmo a parlare di quali condizioni lavorative sono state perse o dell’apertura della procedura 223/91 fatta da Sea Handling, e della nascita di Air