Con la nota n. 16977 del 19/04/2017, dando seguito all’ipotesi di contratto sottoscritta l'11 aprile u.s con i sindacati rappresentativi del comparto scuola, il Miur ha fornito precise indicazioni operative per realizzare il passaggio dei docenti titolari di ambito su scuola.
Spacciato dai sindacati gialli come l'ultima gloriosa vittoria della concertazione, in realtà questo accordo non scalfisce minimamente l'impianto ideologico della legge 107 e le farraginose procedure burocratiche funzionali alla sua applicazione.
La chiamata diretta dei docenti implica una logica contorta e perversa, che mette nelle mani di un dirigente scolastico plenipotenziario la scelta dei docenti e apre la strada a pericolose forme di controllo delle loro scelte didattiche, educative e professionali in generale.
La chiamata diretta è completamente contraria alla nostra idea di scuola e di docente. Il Collegio dei docenti dovrebbe, nel migliore dei casi possibili, individuare i criteri coi quali selezionare i colleghi più meritevoli, nel novero di quelli forniti dal MIUR; nel peggiore, confermare la scelta già operata dal Dirigente.
Questo significa generare due pericolose aberrazioni: snaturare la funzione stessa del Collegio dei docenti, organo democratico pensato e normato per ben altri scopi che quelli del reclutamento dei propri pari; legittimare la logica stessa della chiamata diretta, illudendo i colleghi e le colleghe che il problema principale sia il soggetto che opera la scelta e non l'idea stessa che un dirigente o un organo dirigenziale possano definire le caratteristiche del “buon docente”.
Per questo proponiamo una mozione per rifiutarsi di votare quest’ennesima deriva verticistica della scuola.
Riteniamo che come lavoratori della scuola vi possa essere una sola strada: il rifiuto netto della proposta. I Collegi dei docenti tornino a occuparsi di scelte didattiche! Non diventino i consigli di amministrazione nei quali si decide chi assumere e chi licenziare!