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Comunicato incontro 28 marzo

Roma,

Esattamente un anno fa, in un nostro comunicato annunciavamo che ……. “E’ stato finalmente firmato l’integrativo per l’anno 2015 per il personale dal IV° all’VIII° livello e finalmente i lavoratori “vedranno” qualche euro in più in busta paga”.

 

Noi firmammo per senso di responsabilità nei confronti del personale INFN che, ricordiamolo, è il peggio pagato degli EPR, ma a patto che l’accordo venisse approvato integralmente dagli di organi di controllo. Invece, quell’ipotesi di accordo sottoscritta non passò il vaglio del MEF, soprattutto perché non fu “sostenuta e difesa” dall’Amministrazione la quale, si guarda bene dall’andare oltre lo svolgere un mero ruolo notarile con gli organi di controllo. Per cui ci siamo “rivisti” il 28 marzo per confrontarci su un ordine del giorno che continua ad essere lo stesso da un anno e mezzo a questa parte. Insomma, a lorsignori del personale dell’Istituto non gliene importa un granché. Tanto è vero che, alla nostra affermazione circa la vergogna per salari così bassi, il Direttore Generale Bruno Quarta, ha replicato che avremmo fatto meglio a leggere lo statuto dell’Ente. Quindi cari lavoratori mettiamoci l’anima in pace perché pare che tale situazione sia sancita addirittura dallo statuto. Viceversa USI/RdB pensa che sarebbe meglio per questi signori farsi un giretto negli Enti dove la nostra organizzazione è forte, con lavoratori che percepiscono stipendi più alti per centinaia di euro al mese. Allora che fare? Secondo noi l’unica risposta possibile a questa situazione è una forte mobilitazione, infatti non è un caso che per il solo presidio del 30 marzo scorso, ai piani alti di P.zza dei Caprettari si sono agitati tanto. Riteniamo quindi che, questa amministrazione vada contrastata con forza visto il rapporto non equo che ha col personale. La prova? Stipendi bassi, ma indennità di responsabilità altissime. Tuttavia un “deciso richiamo” da parte dei lavoratori, servirebbe anche per una maggiore incisività delle rappresentanze sindacali.

 

In relazione all’applicazione dell’art. 54 (progressione di livello), l’Amministrazione ha proposto di prendere ad esempio quanto fatto dall’ISTAT dove è stata convocata una conferenza dei servizi (MEF, Funzione Pubblica; OOSS, Amministrazione INFN) che ha deciso di rastrellare risorse dal salario accessorio per “trovare i soldi” e finanziare in questo modo l’operazione. Insomma, togliere a tutti per ridare a pochi e questa, è la seconda prova circa la discutibile gestione del personale.

Nell’incredulità generale delle altre OOSS al tavolo, che avevano subito accordato il loro assenso, USI/RdB ha detto di non essere d’accordo e ha invitato l’Amministrazione ad assumersi le proprie responsabilità e quindi a reperire i fondi necessari. Perciò, se la conferenza dei servizi ci sarà, i lavoratori sapranno di chi è la responsabilità.

 

Circa il salario accessorio del personale I° - III° livello annualità 2014/’15/’16, l’Amministrazione ha confermato la disponibilità di circa 665.000 euro, derivanti dal recupero delle risorse per il pagamento delle responsabilità (ex art.22) che erroneamente erano state pagate col fondo dell’accessorio anziché con fondi dell’Ente. Queste risorse verranno principalmente utilizzate per aumentare la IOS (Indennità Oneri Specifici) e parte per “finanziare” una sorta di produttività al personale di ricerca. USI/RdB non è d’accordo. Quei soldi sono di tutti e a tutti vanno restituiti.

 

Relativamente alla definizione della data di presentazione del Piano Triennale 2017/2019, è stato riferito che verrà presentato presumibilmente entro il mese di aprile e conterrà, rispetto al passato, poche schede tecniche, ma porrà particolare attenzione alle risorse umane e finanziarie. A tal proposito ricordiamo che il D.L.vo 218/2016 e il Testo Unico del Pubblico impiego (art. 20) prefigurano percorsi di stabilizzazione per il personale precario, ed è in quest’ottica che USI/RdB si aspetta che, entro la fine dell’anno, venga presentato un altro Piano Triennale in cui ci siano gli elementi necessari perché sia messa nel più breve tempo possibile la parola fine alla vergona del precariato.