Il 12 settembre u.s. si è svolta all’ARAN la trattativa sull’adesione del Comparto Presidenza del Consiglio ai fondi previdenziali. La convocazione derivata da un azione legale di alcuni sindacati autonomi si è conclusa con un rinvio sine die sulla scelta del fondo.
Quello che è avvenuto all’ARAN, seppure solo come sospensione dell’adesione ai fondi, rappresenta la prima importante vittoria di chi come USB è profondamente contrario allo scippo del TFR dei lavoratori fatto a favore delle assicurazioni.
E’ importante sottolineare come l’assenza della CGIL, in quanto non rappresentativa, e la bassa rappresentatività di CISL, peraltro non presente alla riunione(!), coincidono con il mancato scippo.
Le organizzazioni al tavolo hanno tutte evidenziato l’inadeguatezza dei fondi e la delegazione USB ha sottolineato la necessità per i lavoratori e i cittadini del ritorno ad un sistema pensionistico pubblico, universale e solidaristico.
Mentre i lavoratori della Presidenza del Consiglio conserveranno, per ora, il loro TFR, gli altri lavoratori pubblici, proprio a causa degli accordi con cui i sindacati confederali hanno “regalato” ai poteri forti il sistema previdenziale, saranno oggetto di una campagna pubblicitaria che USB intende contrastare mostrando come i fondi pensionistici privati sono immorali, insicuri e non in grado di costruire alcuna certezza per il futuro.
Già dalle prossime settimane oltre all’informazione, le strutture USB inizieranno, comunque, la raccolta firme per bloccare i fondi SIRIO e PERSEO con l’obiettivo chiaro di farli fallire, rilanciando la previdenza pubblica.