Procedure che funzionano a singhiozzo e che risultano inadeguate, operatori costretti a lavorare con l’ansia di non raggiungere i risultati richiesti, col rischio di pesanti tagli alla retribuzione, utenti imbufaliti e rimpallati tra un call center esterno e inefficienti procedure informatiche.
“L’immagine che si ha oggi dell’INPS è impietosa – esordisce Luigi Romagnoli dell’Esecutivo nazionale USB Pubblico Impiego – La scelta di esternalizzare l’informatica dell’Istituto, non investendo più nelle risorse interne, negli anni ha prodotto effetti disastrosi”.
“Da fiore all’occhiello della pubblica amministrazione – prosegue il dirigente sindacale della USB – l’informatica INPS è diventata negli ultimi vent’anni esclusivamente una macchina mangia soldi a tutto vantaggio delle società esterne, che non si limitano a supportare i servizi informatici dell’ente, lavorando spesso in subappalto con contratti capestro per i tecnici di quelle aziende, ma impongono soluzioni operative scavalcando il personale amministrativo dell’ente pubblico di previdenza sociale”.
“A fronte di meno di trecento informatici INPS – incalza Romagnoli della USB – presso la direzione centrale della tecnologia informatica ruotano almeno duemila informatici esterni”.
“Una situazione inaccettabile e insostenibile, che rischia di procurare un danno irreversibile all’INPS – chiosa il sindacalista – Bisognerebbe assumere almeno mille nuovi informatici, magari pescando tra i bravi tecnici esterni che già operano all’interno dell’Istituto, recuperando un vero controllo organizzativo e funzionale. Dal presidente Boeri ci aspettiamo più fatti e meno dichiarazioni – conclude il dirigente sindacale della USB”.