Adesso dimettevi! Dal Ministro Azzolina, all’ultimo dei suoi collaboratori!
Il nostro comunicato sulla sospensione della procedura concorsuale straordinaria per i docenti potrebbe anche fermarsi qui. Perché appare evidente anche al più stolto dei cittadini italiani quanta arroganza, incapacità, pressappochismo, temerarietà vi sia stata nelle azioni e nelle scelte operate dal dicastero di viale Trastevere.
Arroganza e incapacità. A fronte di centinaia di migliaia di docenti precari con un servizio pluriennale, piuttosto che intraprendere la via della valorizzazione di questo personale e dell’intero sistema scolastico nazionale, il governo e il ministro Azzolina hanno perseverato sulla strada di un concorso straordinario con prova selettiva. Il tutto, trincerandosi dietro la demagogica bandiera della meritocrazia, un paravento utile soltanto a nascondere la penuria dei posti messi a bando. Da più di cinque anni, al contrario, USB Scuola sostiene la necessità di indire un concorso per soli titoli per stabilizzare tutto il personale con almeno tre anni di servizio. Per noi l’unica via per realizzare il merito nella scuola pubblica statale è la valorizzazione dell'attività prestata negli anni dai precari a fronte dello sfruttamento da parte dello Stato italiano: tutti coloro che hanno svolto meritoriamente la propria attività, in assenza dei medesimi diritti del personale di ruolo, devono essere immessi in ruolo e successivamente adeguatamente formati.
Pressapochismo e temerarietà. Il Ministero dell’Istruzione ha di fatto esposto a rischi da danni biologici docenti che si sono spostati da una regione all'altra per affrontare un inutile concorso farsa. Per non parlare di quei docenti che non hanno potuto neanche partecipare perché positivi, in quarantena o in isolamento fiduciario, per i quali non era stata prevista una prova suppletiva. E così, come se non bastasse, adesso dobbiamo pure assistere alla situazione paradossale per cui, da un lato, a seguito del nuovo DPCM del 3 novembre, il concorso è stato sospeso e, dall’altro, migliaia di docenti precari sono in viaggio per raggiungere le sedi nelle quali si sarebbero svolte le prove.
Riteniamo che la misura sia più che colma. Chiediamo con forza le dimissioni del ministro e di tutto il suo dicastero. Si torni in Parlamento per elaborare una nuova riforma sul reclutamento che valorizzi tutti quei lavoratori senza i quali, molto semplicemente, le scuole di tutto il paese non avrebbero potuto funzionare.