Ieri si è conclusa con un verbale di mancato accordo la trattativa presso l’Aran sull’interpretazione autentica dell'art. 83, comma 8 del CCNL 28 maggio 2004, utile a risolvere i casi di pari merito delle procedure di progressione economica all'interno delle aree.
Dopo numerose riunioni e un acceso confronto negoziale, la mancata firma della Flp non ha permesso di raggiungere l’unanimità necessaria per la validità di questo tipo di accordo. Rimane quindi confermata l’assurda previsione dello svolgimento di una prova teorico-pratica per risolvere le posizioni di parità di punteggio.
La possibilità di raggiungere concreti ed immediati benefici per i Lavoratori avrebbe dovuto suggerire, a nostro avviso, un approccio più pragmatico da parte di quella stessa sigla sindacale che ha firmato accordi come quelli alle Entrate, in cui solo il 35% del personale ha potuto usufruire di un passaggio economico con il 10% dei posti assegnati per “investitura” dirigenziale, e ha nel recente passato lanciato demagogici appelli all’unità sindacale, su argomenti in cui l’unità era impossibile, salvo tirarsi indietro in questa occasione in nome di dubbie interpretazioni tecniche-giuridiche. Tutto si sarebbe dovuto fare tranne che cavillare sulle spalle della gente.
O forse c’è dell’altro che non conosciamo?
Mentre continuano, sempre più insistenti, le voci di una prossima uscita di un decreto che blocca di altri tre anni il contratto dei dipendenti pubblici, avremmo voluto iniziare una battaglia a difesa del nostro reddito con i soldi delle progressioni in tasca ai Lavoratori e non nelle casse delle Agenzie nelle more dello svolgimento di una prova teorico-pratica.
Siamo preoccupati dall’esito della vicenda non solo per l’appesantimento delle procedure in corso, ma anche delle possibili future ripercussioni in tempi in cui l’invadenza legislativa ha costretto la contrattazione integrativa in un tunnel di certificazioni che tendono sempre più a superare l’ambito della compatibilità economico-finanziaria, sconfinando in quella di legittimità. In questo contesto consideriamo politicamente sbagliato non aver colto l’occasione di rafforzare il ruolo della contrattazione integrativa sull’argomento in questione.
Possiamo in ogni caso garantire che la nostra sigla non accetterà che il mancato accordo si trasformi in un tanto peggio tanto meglio, con rimpallo di responsabilità fra i diversi attori, sulle spalle dei lavoratori e avrà sull’argomento progressioni economiche lo stesso approccio che ha sempre avuto in questi anni. Siamo stati sempre in prima linea a rivendicare la necessità di utilizzare questo strumento per dare stabilità alle nostre retribuzioni, abbiamo raccolto decine di migliaia di firme per mantenere vivo l’istituto anche quando, nel pieno della propaganda meritocratica, sembrava destinato a cadere in desuetudine, almeno nella forma delineata dal contratto. Continueremo a farlo.
Rimandiamo al mittente le campagne solo basate sulla propaganda che ci ricordano tempi lontani e vicini non proprio fausti. Speriamo che lo tsunami elettorale che ha già colpito il mondo politico, presto coinvolga quelle organizzazioni sindacali che hanno svenduto i nostri diritti e hanno fatto della propaganda un’arte.
Avremmo preferito avere un ostacolo in meno, ma nessun ostacolo dovrà fermare quel percorso che, per quanto ci riguarda, ci dovrà portare ad una progressione economica per tutti.