Su tutti i giornali di oggi in risalto la notizia che secondo i dati ISTAT i conti pubblici stanno peggio di quanto stimato. E, udite udite, la colpa non è dei soliti fannulloni del pubblico impiego, ma del salvataggio delle banche.
Ci sembra di poter dire che, in tutta evidenza, mentre per rinnovare i contratti di 3 milioni di lavoratori si è stanziata un’elemosina, per salvare le banche il contenimento della spesa pubblica non vale. Siamo di fronte alla dimostrazione empirica che le politiche del rigore valgono a seconda dei soggetti coinvolti e che quindi si tratta sempre e comunque di scelte politiche.
I lavoratori pubblici non valgono le banche. Questo, al di là dei tecnicismi, l’assunto che emerge da questa notizia. Un assunto che mette in evidenza come la bovina obbedienza di CGILCISLUIL, incapaci di contrapporsi alle politiche della UE, abbia di fatto consegnato al Governo la possibilità di fare dei contratti a perdere. È sempre più evidente come il nefasto accordo del 30 novembre sia stata la svendita del diritto dei dipendenti pubblici ad un rinnovo di contratto dignitoso dopo otto anni di blocco.
Il futuro non si prospetta diverso. L’entrata in vigore del fiscal compact, unito al pareggio di bilancio inserito nella nostra Costituzione, lasciano presagire che il prossimo rinnovo del CCNL, nel 2019, rischia di essere ancora più misero, se non vi sarà opposizione sociale alle politiche economiche antipopolari dell’Unione Europea.
In questo senso USB PI si sta già attrezzando. È all’esame l’ipotesi di proclamazione di uno sciopero generale del Pubblico Impiego e proprio in questi giorni si sta organizzando in tutti i posti di lavoro pubblici la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare per abrogare l’art. 81 della Costituzione che ha istituito il pareggio di bilancio.
Riteniamo però che il primo appuntamento nel quale i dipendenti pubblici potranno far sentire la propria voce sono le elezioni per il rinnovo delle RSU che si terranno il 17-18-19 aprile e nel quale avranno la possibilità concreta di mandare a casa CGILCISLUIL che con la loro complicità con le politiche dell’UE avallano scelte sempre dirette contro i lavoratori.
USB Pubblico Impiego