Alle 10.30 del 19 marzo è ripresa la trattativa per il Contratto Nazionale Università. A tavoli separati su richiesta di Cgil-Cisl-Uil.
Se con questo i confederali avevano creduto di scoraggiarci a rivendicare il rinnovo rapido del contratto economico prima di andare al confronto sulla parte normativa si sono sbagliati.
Infatti dopo la presentazione da parte dell’Aran di un “TESTO UNICO” sulle norme contrattuali, RdB ha confermato le sue rivendicazioni:
1) il tavolo unico nell’interesse dei lavoratori universitari e della rapida conclusione dell'accordo
2) subito un accordo sul biennio economico e subito dopo il confronto sulla parte normativa
Poi RdB ha chiarito perché oggi sarebbe impossibile arrivare a un accordo in tempi rapidi sulla parte normativa. Ha fatto notare le distanze che separano le rivendicazioni sindacali e i contenuti del “TESTO UNICO”, nonché tantissimi altri impedimenti oggettivi che il tavolo confederale finge di ignorare.
L’ art. 28 del CCNL, riguardante il personale operante per l’assistenza sanitaria, ha bisogno di un accordo preventivo con Sanità e Regioni che dovrebbero provvedere al finanziamento degli organici, nonchè delle equiparazioni economiche di migliaia di lavoratori impegnati nelle AOU di tutt’Italia. Non a caso, a gennaio l’Aran ha affidato al prof. Guida un incarico per uno studio sulla questione che non si concluderà prima di giugno: è solo la certificazione di un bubbone economico/normativo che ha messo in difficoltà la struttura dell’Agenzia prima di cominciare la trattativa. RdB ha poi proposto che per i CEL si vada a un accordo specifico sul loro stato giuridico, mentre per i lavoratori precari finora non stabilizzati si vada ad un accordo intercomparto.
Tutte problematiche che richiedono tempi lunghi senza peraltro la sicurezza di arrivare a un accordo soddisfacente.
RdB entrando nel merito delle aggiunte dell’ Aran al “TESTO UNICO”, che appaiono decisamente più restrittive della normativa in vigore, ha criticato l’appesantimento del “sistema di valutazione” proposto, perché rimette in discussione quel poco di consolidato che si è riuscito a conquistare negli atenei (produttività mensilizzata). Ha criticato gli irrigidimenti sulle progressioni economiche e ha rivendicato un minimo di normativa a tutela dei lavoratori coinvolti da processi di costituzione di aziende miste sanità-università e quelli che auspicano una legittima mobilità in senso solidaristico (legge 104, ricongiungimento familiare, etc …).
Ancora prima, RdB ha chiesto un confronto utile e produttivo sulle tabelle degli “aumenti” che l’Aran deve ancora presentare. L’incontro si è concluso con la riproposizione da parte RdB di un accordo rapido sulla parte economica e con l’impegno ad affrontare subito dopo la parte normativa. Per questo ha preannunciato un incontro pomeridiano con il Presidente del Comitato di Settore per tentare di sbloccare la situazione. Nel tardo pomeriggio, infatti, una delegazione RdB è andata presso la sede nazionale della CRUI ad incontrare il prof. Mancini, presidente del Comitato di Settore Università, per presentare le proprie richieste di accordo economico prima che sul normativo e della necessità di un mandato del Comitato di Settore richiesto dall’Aran in mattinata. L’incontro è stato franco e denso di possibili positivi sviluppi in quanto RdB ha chiesto e ottenuto dal prof. Mancini impegni a: 1. confrontarsi in tempi rapidi con l’Aran per una rapida conclusione della vicenda contrattuale 2. far sì che nella predisposizione della programmazione triennale dei fabbisogni, gli atenei si orientino a una maggiore attenzione verso le carenze di organico e per un riequilibrio della spesa a favore del personale tecnico- amministrativo e comunque a favorire il confronto sindacale sulla questione nei singoli atenei3. richiamare gli atenei al rispetto delle agibilità sindacali che RdB ha conquistato nell’ormai lontano 2004 e su cui ancora oggi troppi “zelanti” dirigenti continuano ad arrampicarsi sugli specchi per negarceli.La RdB ha infine proposto al prof. Mancini di accettare che, a difesa dell’autonomia universitaria, nel nuovo contratto venga inserita una clausola che permetta agli atenei di anticipare i benefici contrattuali nel caso il contratto nazionale non sia rinnovato nei tempi prescritti.