Per un rilancio dell’ alternativa sindacale attraverso resistenze, nuove lotte, democrazia e unità sindacale di base. Alcune ipotesi per un cambio di linea nella CUB.
Premessa
Le scelte che abbiamo di fronte dopo 18 anni di FLMUniti e di CUB sono decisive e sinteticamente sono: la individuazione di punti, proposte e percorsi che facciano uscire dalle attuali 2 e più varianti presenti nella CUB verso una CUB in grado di fare un congresso salvaguardando la legittimità di opinioni diverse, di aprire una fase di unificazione e/o patti di unità d’azione con gli altri sindacati di base che tenga conto delle loro disponibilità e di migliorare il funzionamento delle federazioni di categoria e della CUB attualmente troppo verticistico.
Congressi per ingessare la CUB o per rilanciarla?
L’ assemblea nazionale di maggio 08, la grande manifestazione di Roma e la riuscita dello sciopero unitario del 17 ottobre ed ad ultimo l’ assemblea nazionale del 7 febbraio , sono passi importanti nella direzione giusta, lo spirito unitario comincia a prevalere sulle divisioni settarie anche scelte tattiche diverse come sullo sciopero del 12/12/08 non hanno provocato le rotture del passato.
Dalla crisi non si uscirà con più libertà e migliori condizioni senza la capacità di incidere unificando le lotte.
Gli obiettivi definiti dalla seconda assemblea dei sindacati di base del 7 febbraio 09 sono condivisibili ma per farli vivere nelle lotte dobbiamo riorganizzare le fila e superare divisioni e frammentazione nei sindacati di base.
La domanda è : ce la faremo ad essere punto di riferimento per le lotte e con quali risultati pratici per i lavoratori/ci in Italia ?
Il passaggio dal patto di consultazione permanente al patto di base è un passo avanti.
Ma da qui alla unità quali sono i percorsi possibili ?
Realizzare unità a tempi variabili con chi ci stà subito e mantenendo con altri sindacati patti ad hoc o aspettare che i vertici siano tutti convinti ?
La risposta dovrebbe essere ovvia tra i sindacati di base .. la base spinge, è giusto e necessario realizzare l’ unità tra chi è disponibile oggi e non può essere vista negativamente da chi non è pronto o ha altre ipotesi.
In questo quadro fondamentale è il ruolo che deve giocare la CUB.
La CUB può diventare il motore di questo processo od al contrario essere un freno.
E’ comunque chiaro che una rottura della CUB sarebbe un fatto gravissimo che farebbe regredire drammaticamente il sindacalismo di base nel suo insieme.
Oggi siamo di fronte ad una divaricazione grave che può portare anche alla rottura. .
Il modo con cui arrivare alla assemblea nazionale e/o congressuale della CUB è la questione fondamentale da sciogliere.
Da un lato una parte della CUB il privato pensa ad una assemblea nazionale simile a quelle precedenti che risulta essere una sorta di ingessatura della situazione attuale , sostenendo che una evoluzione per arrivare ad un congresso vero e proprio con votazioni con la logica di una testa un voto è impraticabile e porta alla rottura.
Dall’ altro RDB CUB ha già avviato in modo unilaterale un vero e proprio congresso con la logica di una testa un voto ed ha avviato le procedure. Dal 17 marzo 2009 a partite dall’elezione dei delegati dei posti di lavoro di tutte le organizzazioni che vi aderiranno, arriverà all’elezione dei Comitati regionali di Gestione dal 4 maggio 2009 al 16 maggio 2009, e infine all’Assemblea Nazionale della Cub che si terrà il 22 23 24 maggio 2009.
LA DIVISIONE DELLA CUB SAREBBE UNA SCONFITTA PER ENTRAMBI GLI SCHIERAMENTI.
Noi siamo preoccupati che questo percorso accelerato che propone RDB e che non ha coinvolto l’intero Coordinamento Nazionale per dissidi interni, dia luogo a spaccature e all’esistenza di due diverse CUB, il che avrà ripercussioni laceranti su tutti noi.
Ci pare che comunque che immediatamente si debba procedere al superamento dei doppioni nelle categorie attraverso la costituzione di un'unica federazione per categoria .
A partire dalla CUB TRASPORTI che può da subito arrivare alla assemblea nazionale con il congresso effettuato, per arrivare alla costituzione di nuove categorie come CUB- ENERGIA , CUB- SANITA’ , CUB COMMERCIO E SERVIZI .
Le Federazioni di Categoria, che sono state l’ intuizione vincente della CUB vengono così confermate e rafforzate e sono il motore della CUB e debbono essere considerate patrimonio di tutti. Esse vanno quindi portate alla dimensione unitaria e debbono contare in base alla loro reale rappresentatività, certificata dai Congressi di livello, partecipati e trasparenti.
Riteniamo che nella fase di costituzione della CUB si debba votare una testa e un voto, che debbano partecipare organizzazioni e soggetti (pensionati, inquilini, ect) diversi dai lavoratori attivi, e che questi non debbano partecipare alle elezioni dei delegati o organismi dirigenti.
Dobbiamo operare per far partecipare e unificare i pezzi RdB e CUB in uniche organizzazioni di categoria. La stessa organizzazione per categorie del privato necessita di cambiamenti, attraverso una semplificazione delle organizzazioni, per motivi di affinità d’attività lavorativa, di crescita e autonomia delle categorie, di forza (che senso ha tenere da soli un pugno di lavoratori nei tessili o nell’informazione?), di diritti e tutele sindacali e - non ultima - l’ormai prossima riduzione del numero dei contratti collettivi.
A titolo d’esempio è auspicabile avviare la costituzione di un’unica organizzazione dell’industria (CUB Industria) che raggruppi i meccanici, i chimici e i tessili così come un’unica categoria della comunicazione (CUB Comunicazione) per i lavoratori telefonici, dell’informazione e postali, peraltro già prevista dalla Mozione conclusiva del congresso nazionale FLMUniti del giugno 2002. Lavorare per costruire federazioni più forti e funzionanti vuol dire avere una CUB più adeguata allo scenario sociale e ai suoi cambiamenti.
In tutti i casi ci auguriamo che in occasione del congresso nazionale Flmu Cub del 13 14 marzo, i delegati Flmu Cub sapranno indicare la strada dell’unificazione della CUB in tempi celeri e in modi chiari , tali che si possano confrontare positivamente con la proposta di RDB che ormai è partita.
Per quello che riguarda la posizione della Flmu Cub di Bologna, subito dopo il congresso nazionale, ci incontreremo con RDB di Bologna e decideremo quale strada seguire, quella che ci ha condotto finora, di lottare sugli stessi contenuti.
Rapporti con gli altri sindacati di base e alternativi
C’è bisogno di essere aperti agli “altri”, disponibili al confronto e ad iniziative comuni nel rispetto delle differenze. L’apertura democratica nei confronti dell’intero panorama del sindacalismo di base e/o realtà attive nel campo lavorativo di movimento, improntando una reale differenza di metodo che potrà distinguere finalmente ciò che è il sindacalismo di base e ciò che non lo è. Dal 1992 ad oggi sono nati e si sono scomposti e ricomposti vari pezzi di classe che non trovavano più le ragioni per restare in cgil, cisl e uil.
Confederazione Cobas: per loro ogni nuova realtà sindacalizzata visto il punto di partenza è un salto notevole, nella scuola sono sempre presenti anche se hanno dimezzato i delegati.
Sdl Intercategoriale è presente in diverse Fiat, in Alitalia, in alcune provincie e regioni è ben piazzato e con la fusione con il Sulta (fuoriuscito dalla CUB da Rimini 2003) ha avuto un consolidamento relativo;
Unicobas e Usi (nelle sue 3-4 o 5 varianti) andrebbero verificati meglio.
Insomma nessuno di questi si esaurirà da solo… e certo che un’alternativa sindacale passa per la sindacalizzazione della gran massa di lavoratori e lavoratrici e che i sindacati di base non bastano.
Ma la CUB che è, e resta, il sindacato di base più forte ha il compito di continuare nel processo di proposta di unità, non solo sugli scioperi ma anche sulla contrattazione e su campagne sui diritti. Il patto di consultazione permanente con SDL e Cobas andrebbe verificato se fosse possibile estenderlo agli altri sindacati di base.
L’Assemblea Delegate/Delegati del Sindacalismo di Base del 7 2 2009 ha confermato il patto con un ulteriore passo in avanti , trasformandolo in Patto di Base, questo ci impegna a preparare le assemblee regionali del Patto, perché dobbiamo strutturarci a livello regionale fattivamente visto il federalismo che avanza e gli enti Bilaterali anche Regionali che vanno a formalizzarsi sempre più a seguito dell’accordo firmato in 22 gennaio 2009 .
Il patto di base apre una nuova stagione con attivi unitari intersindacali regionali e la costruzione di iniziative di lotta verso la manifestazione contro la crisi di sabato 28 marzo (che vedrà coinvolti molti paesi nel mondo) alla giornata del 4 aprile per il superamento della Nato, allo sciopero generale di tutte le categorie del 23 aprile con manifestazioni regionali del 23 aprile preparandole con iniziative di lotta a livello locale.
L'assemblea si è impegna a realizzare la sottoscrizione di un ora di lavoro per contribuire alla costruzione di un ospedale in Palestina, a sostenere la campagna BDS (boicottaggio delle merci prodotte in Israele, disinvestimenti e sanzioni nei confronti di Israele) e a contribuire al successo della mobilitazione internazionale del 30 marzo al fianco del popolo palestinese. È stata data l'adesione alla manifestazione europea di Strasburgo del 4 aprile contro la celebrazione del 60° anniversario della Nato e per il suo scioglimento.
L'assemblea si è impegnata a raccogliere le indicazioni contenute nel documento presentato dalle donne ed elette RSU, e ad attivarsi nella mobilitazione, sia per contrastare l'allungamento dell'età pensionabile per le donne a 65 anni che per contrastare il peggioramento dei coefficienti utilizzati per il calcolo della pensione.
Diritti Sindacali e democrazia nei luoghi di lavoro
Si rende necessario sulla democrazia e i diritti nei luoghi di lavoro riprendere un percorso per rielaborare in Italia e con un orizzonte Europeo diritti minimi che consentano le libertà sindacali e ai lavoratori di decidere delle loro condizioni.
Gli statuti delle organizzazioni della CUB e degli altri sindacati di base dice che i lavoratori devono votare e decidere le rivendicazioni, la delegazione trattante e votare sull’ipotesi di accordo. Ma la realtà è sempre più distante dai principi. La nascita della FLMUniti e della Confederazione Unitaria di Base ha consentito fin dall’inizio di ottenere la maggior rappresentatività che insieme alla nazionalità permetteva ai lavoratori di far nascere il sindacato con le iscrizioni (art. 26 dello statuto dei lavoratori) e le elezioni delle RSA di organizzazione (art. 19 s.l.), permessi per la assemblea art. 20 e permessi sindacali. Con il 1995 e i referendum si perde la maggior rappresentatività e quindi non si può più far vivere le RSA (si deve essere sindacato firmatario di accordo aziendale). E’ utile ricordare che nel tempo il concetto di maggior rappresentativa è sparito dalle leggi così come la dizione generica (ai sindacati) e ricordano in Assolombarda che per ognuna delle leggi dove è prevista la consultazione obbligatoria dei sindacati esiste una dizione dei diritti diversa a seconda se hai la RSU o meno ed è comparsa da ormai molti anni il concetto di “comparativamente rappresentativo” e che nessuno è in grado di decifrarlo e di utilizzarlo. D’altronde le difficoltà sulla democrazia diventano ogni giorno più evidenti: da una parte come in Auchan, o Alitalia Roma si devono fare cause legali per poter far votare ai lavoratori le RSU. Quanto tempo è passato da quando come FLMUniti abbiamo resistito con il voto su scheda bianca e contrastato le RSU – nel 1995 alla Rank Xerox oltre il 67% dei lavoratori partecipò al voto su scheda bianca per eleggere il Consiglio di Fabbrica di 20 delegati. E da quando il comitato direttivo FLMUniti di Milano bocciava la partecipazione alle RSU contribuendo a disperdere la presenza in Ansaldo e in altre fabbriche. Nel contratto del commercio dal 2004 si prevede che solo i sindacati firmatari possano indire le RSU (alcune cause hanno legittimato lo stesso la indizione da parte della CUB o di altri sindacati di base). Il nuovo regolamento del gennaio 2008 dei chimici prevede il 20% di firme per presentare le liste alle elezioni delle RSU. Una recente sentenza della Cassazione sostiene che la nazionalità (per denunciare con art. 28 per attività antisindacale è decisiva) si può avere solo se…. firmando i contratti nazionali eserciti un ruolo nazionale: stanno provando a tagliarci tutte le strade per impedire che i lavoratori possano far valere le loro ragioni e opinioni.
Gli accordi del 22 gennaio 2009 sulla riforma della contrattazione hanno definito che “entro 3 mesi” si dovranno definire nuove regole di rappresentanza delle parti nella contrattazione collettiva.
Per una Legge sulla Democrazia e Rappresentanza Sindacale
Abbiamo la necessità di riordinare le idee e in comune con gli altri sindacati di base e con pezzi di società democratica provare a trovare una strada che coniughi lotta, denuncia e azioni concrete per riproporre all’ordine del giorno l’allargamento della democrazia dei diritti sindacali in azienda e nelle trattative nazionali di categoria e intercategoriali.
Accorre elaborare un testo comune di proposta di legge sulla democrazia e rappresentanza sindacale e su questo sviluppare raccolte di firme (lo abbiamo fatto per la scala mobile, possiamo farlo per la democrazia e la rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro), assemblee, dibattiti, presidi/manifestazioni.
Democrazia e Funzionamento
Per quel che riguarda la vita democratica della CUB, anche qui non basta la manutenzione ordinaria o straordinaria, infatti, all’ultimo congresso del 2002 della FLMUniti e delle altre categorie del privato, non si è deciso in modo vincolante sul ritmo del funzionamento degli organismi (direttivi, segreterie, ecc), ma è stato un errore.
Ad esempio il direttivo nazionale FLMUniti si è riunito poche volte e solo a torta finita (scioperi e iniziative varie già decise con poca possibilità di comprensione e di intervento per i delegati).
Il divario che c’è tra le affermazioni dello statuto sulla democrazia, sui lavoratori che decidono, la realtà è una gestione sempre più verticistica. Attualmente né il privato cosiddetto, né la CUB, funzionano in modo democratico, non sono previsti momenti di aggregazione e di formazione utili a sviluppare coscienza e conoscenza per reggere lo scontro in atto. Di fronte all’ampliamento delle richieste di adesione siamo poco adeguati. La CUB è nata con un patto che prevedeva 21 rappresentanti del Coordinamento Nazionale per le varie categorie che decideva l’uso della sigla CUB all’unanimità. Così ha funzionato dal 1992 al 1996 (prima assemblea CUB), poi dal 2003 (seconda assemblea CUB con circa 400 rappresentanti) si è passati ad una composizione di 45 componenti del Coordinamento Nazionale, 120 del Consiglio Nazionale, dando vita ai 6 Coordinatori che ingessano e svuotano gli organismi CUB (che vengono convocati solo per ratificare o quasi).
Per la parte di FLMUniti, Flaica, ALLCA, ecc. non vengono fatti funzionare gli organismi dei direttivi, segreterie e attivi, salvo sporadiche riunioni delle segreterie congiunte: ma non si tratta di un’unica federazione è così facendo non c‘è autonomia delle categorie ma una gestione (un controllo) centrale.
La struttura Regionale non decolla. È inutile lamentarsi che alle poche riunioni i delegati non partecipano, quando le stesse sono solo di lancio delle iniziative già precostituite e senza possibilità di decidere alcunché.
Per le categorie del privato, si tratta di rivitalizzare i direttivi e gli attivi a livello locale e nazionale (ad esempio con un fondo spese per pagare i permessi ai delegati da decidere al congresso) e far partecipare ad elaborare le scelte delle organizzazioni, la stessa costruzione che oggi è relegata al caso e non ad un piano di attività decise collettivamente. Il rapporto con i lavoratori, dal punto di vista democratico e sui contenuti, è carente: la piattaforma di rinnovo del contratto dei metalmeccanici non è stata discussa per tempo e dagli iscritti sui territori bensì decisa a livello nazionale da qualcuno, escono comunicati non decisi collettivamente che, ad esempio, sul contratto metalmeccanico dicono “prendiamo quel che ci dà Federmeccanica”, come se i padroni che hanno proposto il pre-contratto, non abbiano posto come vincolante la tregua salariale, altroché rilancio verso i 250 euro o “meglio rinunciare al contratto”. Da anni è in preparazione la “concertazione 2”, che gli accordi del 22 gennaio 2009 hanno già iniziato a concretizzare, ma non si è tenuta una riunione a nessun livello di approfondimento delle posizioni di Confindustria, Federmeccanica, governo e sindacati, né di elaborazione di proposte alternative.
Salvo che ad ogni incontro eventuale con Governo o Commissione Parlamentare, vengono esplicitate nuove posizioni come CUB, non preparate né discusse democraticamente, come se con il lancio stampa si facesse sindacato, democrazia e rapporti di forza per cambiare. Siamo molto lontano dalla possibilità di costruire proposte elaborate, dai delegati e che, portate nei luoghi di lavoro, diventino parte delle rivendicazioni sostenute da settori più o meno ampi della classe. Gli scioperi generali, non basta dichiararli perché incidano nella realtà, se diventano lo strumento per attrarre nuovi settori, e ogni volta succede, è però necessario riflettere se nei settori dove siamo presenti, siamo in grado o no di ampliare le adesioni alle lotte che dichiariamo…..
I settori di lavoratori contrari alla politica di cgil, cisl e uil sono ampi, ma per incontrarli non basta la propaganda “organizzati con la …CUB per non continuare a subire lo strapotere padronale”..
Non basta l’iscrizione, servono proposte che non ci releghino alla mera propaganda di resistenza, senza un vero rapporto aperto con i lavoratori che ci mantenga nella realtà lavorativa in condizioni di promuovere lotte che incidano. Un vero sindacato di base non teme il dibattito con i lavoratori, non ha bisogno di imporre scelte preconfezionate, le scelte migliori sono quelle condivise, i momenti di lotta devono essere costruiti in modo partecipato e non pretenderne la partecipazione calandoli dall’alto. Solo con l’apertura democratica, le iniziative di lotta possono diventare realmente incisive sul piano politico del mondo del lavoro, creando non più semplicemente una prospettiva di resistenza, ma una reale visione di avanzamento della classe lavoratrice.
Accordi, diritti dei lavoratori e del sindacato
Negli ultimi anni ci sono stati diversi casi di firma di accordi o contratti da parte dei sindacati di base, CUB compresa: nel pubblico impiego RdB ha firmato molti contratti di lavoro, - dopo aver scioperato e dopo la firma dei confederali - per aver accesso ai diritti sindacali. Recentemente c’è stata la firma di SdL nell’accordo con CAI per Alitalia con migliaia di esuberi; ma anche in altri settori c’è una linea d’agire trasversale che contempla la sigla di contratti/accordi per avere le agibilità sindacali. Nella vicenda dei primi 5.000 esuberi Telecom all’interno dei Cobas/FLMUniti c’erano ipotesi di prendere in considerazione la possibilità di firma di un accordo (visto che si trattava di mobilità accompagnata alla pensione volontaria) per un eventuale accessi ai diritti sidnacali, ma si avallava un piano che tagliava migliaia di posti di lavoro con massiccia mobilità professionale. L’accordo separato firmato dal sindacato autonomo Snater è l’esempio di quale sarebbe stato il rischio di un’eventuale firma dei sindacati di base: presenza di una clausola che esclude la validità dell’accordo (firmato con il Ministero del Lavoro) per i diritti sindacali, assenza dell’incentivo al 90% dello stipendio (oltre l’indennità di mobilità) previsto nell’accordo siglato dai confederali, ovvero un accordo addirittura peggiore di quello “ottenuto” da Cgil-Cisl-Uil e senza diritti sindacali… Insomma si tratta del classico scambio tra diritti dei lavoratori e diritti (ipotetici) del sindacato. C’è da decidere che tipo di sindacato vogliamo essere. Se da un lato c’è la necessità di avere un minimo di agibilità sindacali viste le limitazioni imposte dall’attuale rapporto di forza con le controparti padronali, dall’altro gli eventi per i lavoratori sono sempre più negativi, e, perciò, è difficile raggiungere un compromesso accettabile che contemperi le due cose. Va’ riaffermato il principio che non si firmano accordi negativi per i lavoratori che comportino il taglio di posti di lavoro e che ogni accordo debba essere sempre sottoposto al giudizio dei lavoratori interessati. Per i diritti sindacali rilanciamo la battaglia per una nuova legge.
Rapporti Internazionali
C’è bisogno di rilanciare il lavoro internazionale, ricordiamo che nel 2005 nasce la RSAE (Rete Sindacale Alternativa Europea) a cui non viene fatto seguire niente, che ci sono rapporti tenuti da una parte della CUB con quel che rimane della Federazione Sindacale Mondiale e altri che hanno rapporti con la CGT (Spagna) e con Solidaires/SUD (Francia) e dentro i Social Forum. Il congresso deve porsi l’obiettivo di riprendere il cammino di un più stretto lavoro e collegamento internazionale: scioperi contro Maastricht, sciopero durante il G8 e Genova del 2001, il Social Forum di Firenze 2002 e i Social Forum Europei e Mondiali sono stati a volte usati come la ciliegina, ma non sono entrati a far parte del lavoro di comprensione della realtà e di capacità di incidere nella realtà. Eppure ci si è confrontati con altri sindacati Europei e in particolare i Ferrovieri, erano riusciti a decidere al FSE di Firenze uno sciopero del settore che si è tenuto nella primavera successiva. Le riunioni di una rete sindacale europea che si sono tenute anche al di fuori del FSE a Parigi, Barcellona, Milano e di nuovo a Parigi, hanno portato sulla carta alla costituzione della RSAE (Rete Sindacale Alternativa Europea), a cui, anche per le tensioni prodotte da pezzi della CUB, non si è dato seguito, privandoci di uno strumento di confronto e di iniziativa possibile. E’ perciò indispensabile riprendere e rilanciare il lavoro di collegamento internazionale anche a partire dai coordinamenti di settore dove l’attività è già avviata.
Lotta contro la Guerra, nel Sociale e Rapporti con i movimenti
La CUB ha dichiarato lo sciopero nel novembre 2006 in Val di Susa contro l’alta velocità, siamo con i No DalMolin, siamo con i cittadini campani che lottano contro il male affare della monnezza, ma è delle modalità di azione e di lavoro unitario di queste e di altre esperienze, non si vuole discutere, non si valorizzano e non si capisce che sono, insieme alla comune coscienza dei disastri che provocherebbero le scelte liberiste, l’elemento fondante della forza e capacità di incidere e, insieme alla solidarietà che ricercano, della possibilità di fermare alcuni processi.
E’ nato da tempo il patto di mutuo soccorso, tra queste e molte altre realtà e comitati di lotta territoriali a cui i nostri attivisti e lavoratori CUB danno contributi importanti ma di questo ancora non c’è conoscenza né coscienza, (forse perché le azioni unitarie non vanno fatte conoscere e sono di cattivo esempio, secondo alcuni? Perché la nostra identità si costruisce distinti e distanti??). Scanzano, NOTAV, No DalMolin, Napoli insieme alle lotte ATM, Melfi, Alitalia ai 4 milioni che hanno detto no al protocollo Welfare, a quelli che raccolgono le indicazioni di lotta e partecipano agli scioperi dei sindacati di base, sono i veri elementi che mantengono aperta la fase di instabilità che padroni, governi e sindacati confederali da decenni non riescono a risolvere a loro favore. Seppure in equilibrio precario e instabile, le lotte continuano e manca un rilancio stabile delle lotte a cui la CUB, con una nuova spinta nel futuro se decide una correzione di linea, dovrà contribuire. La raccolta di firme per la reintroduzione della “scala mobile” seppur con la partecipazione attiva di non tutta la CUB ha posto all’attenzione dei lavoratori il tema dei bassi salari e della necessità di meccanismi per l’adeguamento automatico delle retribuzioni al costo della vita. E’ da sottolineare che ciò è avvenuto assieme ad altri soggetti non prettamente sindacali, coinvolgendo tanti operai e impiegati, con buoni risultati in termini numerici. La lotta contro la guerra dal 15 febbraio 2003 è continuata a fasi alterne, necessita di un approfondimento del concetto e della realtà della cosiddetta “guerra permanente” che ha preso piede dopo la caduta del muro di Berlino del 1989 e che giustifica dal “loro” punto di vista l’aumenti delle spese militari e dei nuovi interventi diretti in guerra e di cosiddette “missioni di pace”. Gli scioperi generali contro la guerra promossi in questi anni dalla CUB sono da sottolineare come importanti mobilitazioni dei lavoratori contro la guerra e il militarismo. La riuscita della manifestazione del 9 giugno 2007 contro Bush e la guerra, dimostra che l’area antagonista, alternativa, è fortemente presente e motivata.
Occorre che la CUB partecipi alle iniziative di movimento ma deve anche elaborare e fare nuove proposte a tutti i soggetti interessati contro le guerre, gli eserciti e le basi militari.
Ad esempio sarebbe necessaria la partecipazione a patti/coordinamenti e simili con i NO Tav, No dal Molin, contro la guerra, la precarietà ecc.
Lotta al Precariato
Sul tema della precarietà la CUB ha ottenuto significativi risultati in diverse realtà del privato: Vodafone, Team Promotion, Telecom/Tim, Omnia Network (ex call center Wind) sono solo alcuni esempi nei quali i lavoratori hanno ottenuto il riconoscimento di un contratto di lavoro stabile. Insieme a questi gli scioperi, le manifestazioni, i presidi e i dibattiti sul lavoro precario che in molti territori le organizzazioni della CUB hanno promosso. Significative, in particolare le recenti iniziative nei call center (Comdata, Answers,ecc.). Si tratta ora di generalizzare queste lotte.
La gestione delle Mayday, nella quale si concentrano una pluralità di soggetti che tentano di attribuirsela (una parte delle CUB è in prima fila), rischia di continuare a restare una scadenza, senza fare il salto di qualità di movimento che, dopo aver messo all’ordine del giorno il tema della precarietà, ottenga risultati concreti. Il tentativo della rete contro la precarietà ha consentito di preparare meglio ed in modo più largo lo sciopero del 9 novembre 2007, ma anche qui continuano a registrarsi diversità di vedute nelle CUB. Certo non basta la sigla “rete contro la precarietà”, ma non mancherebbero gli elementi di unità e di lotta possibili da sviluppare: manca una proposta della CUB da confrontare con le altre realtà interessate.
Salute e Sicurezza
La questione della salute e sicurezza, specie dopo la Thyssen krupp, potrebbe trovare nuova linfa di azioni unitarie: è importante che non rimanga isolato il convegno intersindacale di base sulla questione della sicurezza del 23 febbraio 2008 e l’importante manifestazione del 6 dicembre 2008 ad un anno dalla strage della Thyssen di Torino.
Nel settore FS dopo l’incidente di Crevalcore e i licenziamenti dei lavoratori più attivi sul tema della sicurezza hanno già sperimentato lo sciopero ed è riuscito. Tentare uno sciopero intercategoriale sulla sicurezza, potrebbe assumere una rilevanza e una importanza enorme per quel che può far nascere: per questo è bene che sul tema si tenga una campagna d’informazione di massa e di assemblee che si punti innanzitutto alla definizione di vertenze aziendali, chiedendo investimenti sulla sicurezza e discutendo di azioni generali di lotta da costruire, un rilancio del fondo di solidarietà promosso a Torino oltre alla costituzione come parte civile come FLMUniti e CUB.
Per la libertà di Sciopero
Il Governo dopo la firma dell’accordo del 22 gennaio 2009, venerdì 27 febbraio ha licenziato una legge che opra passa in discussione al Parlamento, per ridurre notevolmente la libertà di sciopero. Supportato dalla Cisl, la Cgil balbetta ma è disponibile a parlrne così come il PD, a Bologna il 19 febbraio la Lega Coop si dice d’accordo.
Per ora si parte dai trasporti ma sappiamo che l’intento è di arrivare a tutti.
Gli accordi del 22 gennaio 2009 sulla riforma della contrattazione hanno definito che si dovranno definire le modalità per garantire l’effettività del periodo di tregua sindacale.
di “entro 3 mesi” si dovranno definire nuove regole di rappresentanza delle parti nella contrattazione collettiva e i .
Il Ministero del Lavoro ha varato delle Linee guida per una legge che restringerà l’esercizio dello sciopero. Il disegno prevede:
Nei servizi pubblici essenziali
- il referendum consultivo preventivo obbligatorio tra i lavoratori delle categorie interessate in caso di proclamazione di sciopero e la dichiarazione preventiva di adesione allo sciopero stesso da parte del singolo lavoratore;
- lo sciopero virtuale, cioè il lavoratore che si dichiara in sciopero ma resta al lavoro. In caso di sciopero virtuale, e ferme restando le determinazioni della autonomia collettiva, le somme versate dalle parti potranno confluire in un apposito fondo con restituzione alle parti in caso di raggiungimento dell’accordo sulla materia oggetto del conflitto;
- restrizioni nelle procedure di raffreddamento e conciliazione;
- una disciplina per lo sciopero generale con ulteriori limitazioni;
- l'attribuzione di specifiche competenze e funzioni di natura arbitrale e conciliativa, anche obbligatorie, alla Commissione per le relazioni di lavoro (la nuova Commissione di Garanzia);
- procedure semplificate per la precettazione dei lavoratori;
- l'applicazione delle sanzioni da parte dei prefetti e non dalle aziende in modo da renderle effettive.
B) In luoghi di lavoro differenti da quelli dei servizi pubblici essenziali
- l'inserimento nei contratti e accordi collettivi dell’obbligo del rispetto di forme e procedure per proclamazione dello sciopero con indicazione dei motivi, della durata e del preavviso minimo;
- il divieto di forme di sciopero e di altre forme di protesta o astensione dal lavoro lesive dei diritti costituzionalmente tutelati della persona ovvero dirette a recare un danno irreversibile all’impresa (si pensi, ad esempio, ai picchetti);
l'istituzione di un sistema di sanzioni per eventuali infrazioni delle regole.
In pratica si tratta di una stretta autoritaria che mira a ridurre il diritto fondamentale della libertà di espressione del dissenso attraverso lo sciopero prendendo a pretesto i danni ai cittadini e al paese (vedi la campagna mediatica contro la lotta dei lavoratori Alitalia). Il tutto avverrà previo accordo con i sindacati confederali: e se già la Cgil - pur con giudizio critico di circostanza - ha emesso un comunicato stampa con cui si dichiara favorevole allo “sciopero virtuale” è chiaro dove si andrà a parare: al massimo si sciopererà mettendo una fascia al braccio o mentre si lavora….
Contro queste ulteriori limitazioni dello sciopero contro la deriva autoritaria che tende a ridurre al lumicino i diritti fondamentali - come le manifestazioni di protesta - è necessaria una forte campagna di mobilitazione a difesa dei diritti dei lavoratori e per la libertà di sciopero!
Riforma e liberalizzazione del mercato e del rapporto di lavoro
Nel più assoluto silenzio è stato approvato alla Camera il Decreto 1441 quater, ora al vaglio del Senato (Decreto 1167); con questo decreto si riforma il processo del lavoro togliendo potere ai giudici e diminuendo le possibilità dei lavoratori di tutelare i propri diritti.
Si introduce il contratto individuale “certificato” da organismi ad hoc (come l’ordine dei consulenti del lavoro e le università private), il quale può prevedere una clausola che per ogni controversia relativa al rapporto del lavoro si vada presso collegi arbitrali privati concordati dalle parti e non più davanti alla magistratura del lavoro statale….. sia il contratto a termine scaduto sia il licenziamento potranno essere impugnati solo con ricorso giurisdizionale (e non più con la canonica lettera raccomandata entro i 60 giorni), cioè facendo causa entro 120 giorni….. si limita il poter dei giudici del lavoro che non potranno sindacare nel merito tutte quelle decisioni che, in forza di clausole generali di legge, sarebbero riservate in via esclusiva alla discrezionalità del datore di lavoro….. e come se non bastasse nei contratti individuali “certificati” potranno essere inserite clausole peggiorative delle leggi e dei contratti perfettamente legittime (in quanto concordate col povero neoassunto), ad esempio meno giorni di ferie e permessi….
Inoltre, l’articolo 2112 del codice civile (“Mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d’azienda”), in vigore fino a ieri, recitava: in caso di trasferimento d’azienda, il rapporto di lavoro continua con il cessionario ed il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano. Il cedente ed il cessionario sono obbligati, in solido, per tutti crediti che il lavoratore aveva al tempo del trasferimento….. Il cessionario è tenuto ad applicare i trattamenti economici e normativi previsti dai contratti collettivi nazionali, territoriali ed aziendali vigenti alla data del trasferimento…….”. L’assalto è avvenuto, come al solito, senza un’opposizione: in sede di conversione del decreto legge n.162 del 23 ottobre 2008 il Senato ha approvato una modifica che inserisce alcune disposizioni in tema di imprese in amministrazione straordinaria. In pratica vengono annullate le normative disposte dal codice civile e viene autorizzata la cessione di rami aziendali senza che la società acquirente sia tenuta a mantenere l’inquadramento contrattuale dei dipendenti e i loro livelli retributivi. In pratica si tratta di tutta una serie di provvedimenti che negli ultimi mesi sono passati nella quasi indifferenza e che sono altamente pericolosi in quanto tendono ad abbassare in modo considerevole i livelli di tutela dei lavoratori.
Occorre che su questi temi la Cub e gli altri sindacati di base mettano in piedi opportune iniziative.
Proseguire nella lotta contro gli attacchi sempre più feroci del padronato
La lotta nella scuola di studenti, genitori, insegnanti contro la legge 133/08 – Gelmini. La notevole partecipazione agli scioperi generali indetti dai sindacati di base il 17 ottobre e 12 dicembre 2008 con migliaia di persone che sono scese in piazza, ritrovando il gusto di manifestare evidenziano una rinnovata volontà di partecipazione e coinvolgimento su gli aspetti principali della vita sociale.
Come non dimenticare poi la lotta dei lavoratori di Alitalia contro lo smantellamento della società e i tagli indiscriminati programmati da governo, Colannino e Tronchetti Provera.
Occorre continuare su questa strada contro l’ulteriore limitazione del diritto di sciopero, la riforma della contrattazione, delle esternalizzazioni, dei processi del lavoro, le leggi Treu, Biagi, 133 e Gelmini assieme agli altri sindacati di base.
Documento Congressuale, Congressi e regole
Ogni organizzazione di categoria deve fare il proprio congresso indipendente. Questo deve essere il principio. Ovviamente con un minimo d’elasticità è opportuno che là dove diverse strutture di categoria sono piccole si svolgano congressi congiunti per avere un minimo di dibattito e di partecipazione (ad esempio FLAICA e FLMUniti hanno una certa consistenza perciò potevano fare dei propri congressi). L’obiettivo deve essere quello dei singoli congressi di categoria per questo è necessario rafforzare le strutture anche attraverso la riorganizzazione delle categorie.
Il documento congressuale messo in circolazione come “ufficiale” non tiene conto di altri contributi sottoscritti da diversi delegati (che in questo testo abbiamo cercato di sintetizzare), non è stato approvato da alcun organismo, le pagine tematiche per ogni federazione non si sa da chi né con quali criteri sono state realizzate (ad esempio in quella FLMUniti manca il contributo del coordinamento del settore telecomunicazioni a suo tempo inviato a tutta la segreteria FLMUniti).
Non sono note le regole congressuali, il numero dei delegati da eleggere ai congressi nazionali per ogni territorio, il numero degli iscritti.
Non conosciamo il numero degli iscritti a livello nazionale , non abbiamo mai visto un bilancio nazionale della Flmu Cub seppure dai territori inviamo i nostri su sollecitazione dei dirigenti di Milano.
Le eventuali regole sconosciute non ci risulta che siano state approvate da alcun organismo. Non sono stati convocati i coordinamenti direttivi, organi preposti a convocare e fissare la data dei congressi nazionali e l’O.D.G.. Invece, la convocazione dei congressi nazionali e il loro O.D.G. sono stati decisi solo da due persone che, oltretutto non fanno parte degli organismi (segreterie) di tutte le 9 organizzazioni di cui hanno preso tali decisioni. Insomma i congressi si svolgono con carenze di regole e democrazia non trascurabili. Occorre invertire questa tendenza.
Questo documento vuol essere un contributo in questo senso al dibattito congressuale e, come tale, lo proponiamo ad integrazione degli altri testi congressuali.
Anche a livello locale dobbiamo far meglio funzionare i direttivi di categoria e quello provinciale, dandoci appuntamenti periodici e a tema per essere informati e discutere su tutte le iniziative locali e nazionali o di categoria.
L’organizzazione della Flmu Cub a Bologna è finora ricaduta su una sola persona, crediamo che sia il caso di suddividere le competenze e i compiti.
DONNE CHE SI ORGANIZZANO NEL SINDACATO
Nell’assemblea nazionale delegate e delegati del 7 2 2009 le donne hanno presentato un documento che è stato fatto proprio dai 3 sindacati di base nella mozione finale.
Anche a Bologna le donne si stanno incontrando in sindacato per affrontare e discutere dalla parte delle donne tutte le vertenze e le rivendicazioni sui pesanti attacchi del governo e dei sindacati confederali alle donne :
innalzamento eta’ pensionabile per le donne da 60 a 65 anni per ora pubblico impiego
legge brunetta
dimissioni in bianco
e tutto il resto: libro verde e riforma del modello contrattuale
Per arrivare ad organizzare uno sciopero generale e iniziative di lotta.
Per inserire nei contratti di lavoro diritti sociali e salario che recuperi il trend negativo che da sempre penalizza le donne.
L’attacco alle donne è pesante, è urgente che anche a Bologna, così come avviene in altre città, si crei come donne uno spazio fisico e momenti di discussione delle condizioni di lavoro per dare risposte con iniziative, proteste, azioni di solidarietà, oggi più che mai non ci possiamo tirare indietro. Il 7 marzo a Bologna si organizzerà a partire da un gruppo di donne (anche noi della Cub) l’avvio di un luogo di discussione e organizzazione di iniziative di donne su LAVORO/PRECARIETA’/REDDITO che chiameremo Tavolo 4 di Bologna.
Sabato 7 marzo è indetta un’ ASSEMBLEA CITTADINA DELLE DONNE SULLE CONDIZIONI DI LAVORO DELLE DONNE” presso la sala consiliare del Quartiere Porto dalle ore 15,00.
LE NOSTRE LOTTE
§ DOBBIAMO MOBILITARCI SUBITO NELLE CITTA’ CON MANIFESTAZIONI DAVANTI ALLE PREFETTURE PER LA DIFESA DEL DIRITTO DI SCIOPERO
§ SALARIO MINIMO GARANTITO
§ RIPRISTINO DI UN MECCANISMO COME LA SCALA MOBILE CHE ADEGUI I SALARI AL COSTO DELLA VITA
§ USCITA DAI FONDI PENSIONI PRIVATI
§ UTILIZZO DEL TFR DA PARTE DEI LAVORATORI: PAGAMENTO MUTUO O AFFITTO DELLA CASA
§ CONTRO L’INNALZAMENTO DELL’ETA’ PENSIONABILE DELLE DONNE FINO A 65 ANNI E PER UN SALARIO DI ESISTENZA CHE RIPAGHI LE DONNE DI TUTTO IL LAVORO GRATUITO REGALATO A SOCIETA’ E GOVERNO NEL DOPO IL LAVORO
§ CONTRO GLI ATTACCHI AI DIRITTI SOCIALI (LEGGE 53/2000, MATERNITA’ PERMESSI RETRIBUITI E NON
§ PER IL RIPRISTINO DELLA LEGGE CONTRO LE DIMISSIONI IN BIANCO
§ PER CONTRIBUTI PREVIDENZIALI E COPERTURA A CARICO INPS DEI CONGEDI PARENTALI E UN SALARIO ADEGUATO CHE COPRA TUTTO IL PERIODO DI MATERNITA’ FACOLTATIVA.
Flmu Cub di Bologna
A Bologna ci siamo costituiti il 12 1 2002, eravamo un piccolo gruppo di iscritti non solo di Bologna ma anche della regione Emila Romagna, attivi solo un piccolo gruppo della Telecom una trentina.
Nel 2003 ci siamo spostati nella sede di Rdb di Via Brugnoli e poi in viale Silvani, oggi siamo in Via Monterumici 36/10.
Con Rdb abbiamo sempre avuto un rapporto di sindacato unito, abbiamo lottato e manifestato insieme, facciamo volantini Cub insieme, discutiamo insieme in occasione di scioperi o di iniziative sindacali.
Si a Bologna la Cub l’abbiamo veramente realizzata sui contenuti e sulle lotte, sulle necessità di lavoratrici e lavoratori, questo dobbiamo fare tutti e questo è quello che si chiede ai dirigenti nazionali.
Dal 2002 ad oggi siamo arrivati a circa 150 iscritti,a livello regionale, a Bologna siamo circa 120, dei 150 20 sono lavoratori Telecom di Piacenza e si autofinanziano, 7 lavoratori Telecom di Parma pagano i contributi a Bologna, così come altri 7 esternalizzati Telecom di Ancona e Pescara sono seguiti da Bologna, 12 lavoratori di Bologna delle pulizie Ferroviarie sono seguiti da noi ma adesso fanno parte della Cub Trasporti.
Da luglio 2008 io Nicoletta Frabboni sono in mobilità e posso seguire lo sportello per i lavoratori metalmeccanici e altri, questo fa si che aumentino le iscrizioni e l’attività sindcale di sportello soprattutto.
Con i metalmeccanici non riusciamo a mettere in piedi lotte e iscritti che si organizzino con noi, anche se abbiamo i iscritto o 2 in grandi aziende come GD Terex Marzocchi.Bonfiglioli
Abbiamo sempre volantinato in una serie di fabbriche, almeno da 2 anni ma questo fino a dora non ci ha dato segnali concreti di adesione al nostro sindacato.
Presento il bilancio Flmu Cub 2007 visibile sul tavolo, non andiamo male adesso, a RDB paghiamo l’affitto dal 2002 di euro 150,000 al mese per un totale di Euro 1.859 all’anno, abbiamo pagato mobili e attrezzature (computer telefono ect) non certo le fotocopie che facciamo numerose.
In totale dal 2002 abbiamo pagato a RDB E. 14,198. Lo diciamo con orgoglio di avere contribuito autonomamente nonostante le nostre difficoltà a fare iscritti.
I documenti sono qui visibili sul tavolo.
Abbiamo fatto a Bologna importanti lotte e vertenze soprattutto in Telecom , contro le esternalizzazioni, elezioni RSU in Telecom nel 2002 con Snater e Cobas con buoni risultati, e quelle del 2005 con buoni risultati. Abbiamo vinto cause per l’assunzione di precarie precari in Tim con i nostri legali che possiamo solo ringraziare Marina Prosperi Guglielmo Giuliano Camplese Danilo, oltre a vertenze per licenziamento per giusta causa.
Adesso partono in Telecom le elezioni RSU che facciamo di nuovo a sigle unite Flmu Cub Coba a maggio, organizziamoci per riuscire ad elegge un buon numero di delegati.
ODG in votazione
Solidarietà e appoggio alle 112 precarie di nidi che il Comune di Bologna intende non assumere nonostante lavorino da 17 anni 10 anni 3 anni nei nidi comunali.
Appoggiamo e diamoci disponibili per i volantinaggi e iniziative sindacali, indizioni di scioperi contro le aperture domenicali, festivi, festività nazionali, negli esercizi commerciali. La prossima prossima settimana a Bologna faremo volantinaggi anche per l’apertura prevista per la giornata dell’8 marzo.