La crisi economica e sociale stringe in una strettissima morsa sempre più persone; l’impresa e il mercato proseguono la loro invasione privatizzando servizi e svendendo patrimoni pubblici, regalando i nostri territori allo sfruttamento e alla rendita, cancellando diritti dentro ed oltre gli abituali confini del lavoro, mettendo le nostre vite in produzione continua, rubandoci il presente e il futuro. Per chi aspetta da un giorno all’altro che bussi alla porta di casa un ufficiale giudiziario o vede la casa dell’ente venduta dopo anni di sacrifici; per chi perde, magari dopo aver dato tutto, il proprio posto di lavoro; per chi un lavoro vero non ce l'ha mai avuto perché a nero, a progetto, a tempo determinato, intermittente oppure appeso ad un filo perché appaltato insieme ad una ditta esterna; per chi al lavoro ci pensa ancora poco perché studente, ma già sa che qualcuno lo/la sta preparando ad una vita di stenti, ansia e precarietà; per i/le migranti precari fra i precari perché il diritto a rimanere sul “nostro” suolo è condizionato alle moderne forme di schiavitù; per chi è stanco di vedere il territorio distrutto e inquinato, la propria salute messa a rischio da una antenna, da una discarica o da un inceneritore perché c’è sempre qualcuno che vuole arricchirsi sulla nostra pelle; per tutti quelli che sono stanchi di fare mille acrobazie per arrivare alla fine del mese, di pagare affitti e bollette sempre troppo alti, di vedere poche tasche gonfiarsi mentre la propria vita si trasforma in una corsa ad ostacoli; è arrivato il momento di ribellarsi.
Per questo movimenti per il diritto all’abitare, realtà del sindacalismo di base e di lavoratori auto organizzati, comitati territoriali, collettivi di precari, movimenti contro le nocività stanno unendo le proprie forze per far sì che la crisi la paghi chi l’ha generata, per cambiare senza aspettare invano che qualcuno lo faccia per noi. I primi a dover fare i conti con questa novità saranno il sig. Alemanno e la sig.ra Polverini. Il sindaco degli spot sulla legalità e della polizia; dei convegni con le archistar e dei grandi annunci mentre la città resta paralizzata dal traffico e dall’immobilismo; del record di consulenti esterni strapagati e del Bilancio sparito per oltre 16 mesi; il sindaco del Gran Premio di Formula 1, del Protocollo che limita il diritto di manifestare, dei patrocini dati a convegni neofascisti, delle Olimpiadi, delle caserme e della città regalata ai privati e alla speculazione, record man del cemento oramai in pole position nella corsa alla speculazione; il grande sindaco della Roma Capitale dell’emergenza abitativa e della crisi.
La governatrice di un piano casa che cancella il significato stesso delle norme urbanistiche, che serve, e tanto, ai costruttori ma non a chi la casa non ce l’ha; del taglio agli ospedali e alla salute pubblica a favore di quella privata; del riordino e taglio dei plessi scolastici.
Potere col volto di donna che con il sorriso stampato in faccia attacca i consultori e il diritto delle donne ad autodeterminarsi e a decidere del proprio corpo e della propria vita; governatrice che non governa, che abbandona i lavoratori delle aziende che chiudono, i precari che aspettano i soldi della legge per il reddito minimo garantito; che lascia soli tutti settori sociali e i precari colpiti dalla crisi; ex sindacalista creata ad arte che come sempre sta dalla parte dei forti, contro i più deboli.
Presto disturberemo le vostre dorate vetrine, i vostri pranzi di gala a base di polenta e coda alla vaccinara. Daremo vita ad unità di crisi territoriali, costruiremo con forza e con cura a Roma e nel Lazio il percorso che ci porterà alla manifestazione regionale che indiciamo per Giovedì 25 Novembre.
Scriviamo a partire dai territori la nostra agenda indipendente, incontriamoci Venerdì 19 novembre alle ore 17.00 in un’assemblea pubblica, in via Volturno 37, per presentare la piattaforma della mobilitazione regionale, guardando ad una forte mobilitazione nazionale, scrutando oltre l’orizzonte la possibilità che la nostra indipendenza possa prefigurare e rappresentare l’idea costituente di una città, di una regione, di un mondo migliore rispetto a quello clientelare e capitalista che ci vogliono ancora una volta consegnare. Perché standosene da soli ed in silenzio nulla potrà mai cambiare.