Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Entrate Dogane Monopoli Rinnovo contratto passaggi economici

Convenzioni 2013: USB fa cambiare copione alla solita sceneggiatura

Roma,

USB ha chiesto ed ottenuto di parlare con un rappresentante politico

Entro la giornata di oggi un esponente del governo Letta convocherà un tavolo politico con le organizzazioni sindacali del comparto Agenzie fiscali, per discutere e affrontare i mille problemi che affliggono il settore e che rischiano di trascinarlo in un baratro di inefficienze e immobilismo.

I problemi li abbiamo più volte denunciati e alcune delle soluzioni per noi necessarie le abbiamo indicate nei tre punti della nostra piattaforma sindacale. Era importante poterne parlare con qualcuno che fosse in grado di dare soluzioni e di prendere impegni e per questa ragione sapevamo che la passerella delle convenzioni, stagione primavera-estate 2013, non avrebbe portato alcuna novità.

Ed era proprio così. La delegazione di parte pubblica ha provato a incanalare la riunione di ieri entro il solito soporifero binario dei buoni propositi e delle promesse da mantenere a babbo morto. USB ha interrotto subito la relazione iniziale, ricordando che le lavoratrici e i lavoratori stanno ancora aspettando che qualcuno mantenesse gli impegni assunti 12 mesi fa e poi ancora negli anni precedenti e pretendendo un confronto con un rappresentante del governo con delega al personale.

Dopo la protesta energica c'è stato un giro di tavolo di dichiarazioni a tema libero mentre la delegazione USB ha continuato a intervenire per chiedere un impegno da parte del governo Letta a incontrare le organizzazioni sindacali del comparto.

Nel silenzio tombale delle Agenzie fiscali, ben evidenziato dall'assenza dei quattro direttori (le Agenzie diminuiscono, i direttori aumentano ma l'assenteismo nei momenti importanti continua a regnare sovrano) e concluse le dichiarazioni delle altre organizzazioni sindacali, la delegazione di parte pubblica ha chiesto 15 minuti di sospensione.

Al termine di questa attesa è stato annunciato il formale impegno del governo a incontrare le organizzazioni sindacali entro la fine di luglio, con una convocazione che dovrebbe arrivare - sempre in base agli impegni assunti -  entro la giornata di oggi.

Questo risultato non era per nulla scontato e siamo convinti di avervi contribuito in maniera determinante se non decisiva.

Resta il fatto che per avere un confronto con chi ha la responsabilità e il dovere di dialogare con i lavoratori, non bastano più le richieste di convocazione ma bisogna "rompere gli schemi". Ne prendiamo atto e ci faremo su una riflessione.

Resta anche il fatto che mentre le Agenzie fiscali danno l'idea di poter accedere facilmente alle stanze dei bottoni quando sul tavolo ballano interessi particolari (le poltrone, gli incaricati, le nomine dirigenziali...) improvvisamente diventano convitati di pietra quando in ballo ci sono gli interessi, le aspettative e i diritti di decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori.

Non parliamo poi di quelle organizzazioni sindacali, come la Cisl ad esempio, che si sono affrettate a chiedere comunque la chiusura dell'informativa sulle convenzioni, quasi che lasciare aperto quel tavolo in attesa dell'incontro con il governo fosse visto come un rischio anziché un'opportunità.

Ma tant'è, ognuno ha il diritto di rappresentare le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori come crede e casomai il problema è di chi continua a farsi rappresentare così. Noi la nostra parte l'abbiamo fatta e anche di sostanza. Registriamo come un segnale preciso la smodata fretta di chiudere il passaggio sulle Convenzioni 2013 senza neanche lo straccio di un protocollo d'intesa che altre volte ha salvato almeno le apparenze e che di solito non si nega a nessuno. Forse chissà, sul versante delle Convenzioni era già tutto deciso... e firmato.

Chiuso o no il passaggio formale sulle convenzioni, daremo battaglia al momento giusto quando torneremo, dopo anni e anni di vergognosa latitanza, a parlare con il governo dei gravi problemi che riguardano il nostro comparto e la macchina fiscale.

Possiamo quindi dire che ieri non è stato un pomeriggio inutile e questo non era per nulla un risultato scontato.