Si svolgerà mercoledì prossimo, 10 aprile, la giornata di sciopero nazionale e mobilitazione delle lavoratrici e lavoratori delle cooperative sociali, indetto dall’Unione Sindacale di Base che ha promosso per l’occasione una manifestazione alle ore 11,00 a Piazza SS Apostoli a Roma.
La mobilitazione segue di poche settimane la sottoscrizione, da parte di CGIL CISL UIL, del rinnovo del contratto nazionale delle cooperative sociali, un accordo che ha lasciato l’amaro in bocca ad oltre 400.000 lavoratrici e lavoratori impiegati nel settore socio-sanitario-assistenziale ed educativo.
Un contratto nazionale che riguarda operatori che, lavorando in stragrande maggioranza in appalto o in accreditamento per enti pubblici, sono impegnati nel sempre più martoriato e privatizzato welfare e in tutti gli ambiti socio/sanitari afferenti alla cura della persona e nel cosiddetto inserimento lavorativo.
Come e peggio che in altri casi, un rinnovo che prevede un adeguamento dei salari al di sotto dell’inflazione di questi anni, 120 euro in tre tranche fino alla fine del 2025, lasciando inoltre irrisolte tutte le problematiche di un contratto che fa della flessibilità e della precarietà la propria caratteristica.
Il 10 aprile sarà una giornata di sciopero dentro un percorso di mobilitazione che mette al centro non solo la questione salariale e la precarietà ma anche la richiesta del superamento del sistema degli appalti e dell’accreditamento a privati e cooperative dei servizi di welfare, una lotta per ottenere l’internalizzazione di questi servizi con l’assunzione degli operatori e delle operatrici.
Alcuni disegni di legge presentati in parlamento vanno in questa direzione: in particolare al Senato il Disegno di Legge n.236 e il DDL 1271 alla Camera per l’assunzione nelle scuole di chi già svolge funzioni di assistenza agli alunni disabili: educatori qualificati, gestiti ora in appalto tramite le cooperative sociali, che solo per il Comune di Roma sono circa 4mila, per un costo di circa 90 milioni di euro l’anno, di cui dallo Stato solo 4, il resto a carico dell’amministrazione comunale. Una gestione dei fondi che produce salari di povertà, lavoro a cottimo e discontinuità del servizio per i disabili.
La USB si è mossa nei mesi scorsi prendendo rapporti anche con associazioni di familiari rafforzando al contempo le nostre strutture attraverso molte iniziative pubbliche: la manifestazione a Roma, che si terrà il 10 aprile vedrà la partecipazione di numerose delegazioni di operatori ed educatori provenienti da tutt’Italia, proprio allo scopo di accelerare il processo di internalizzazione.
Questa specifica vertenza per ridare dignità e diritti al “lavoro sociale”, per il sindacato USB è parte di una lotta più ampia per il rilancio dei servizi di welfare pubblico, contro il continuo smantellamento dello Stato Sociale e contro la sistematica riduzione dei fondi per il sociale e per la sanità, mentre aumentano le spese militari per l’invio delle armi e per gli interventi nei teatri di guerra.
Non è accettabile che i lavoratori e le lavoratrici delle cooperative sociali e del privato sociale continuino ad assumersi la responsabilità, il carico del mantenimento dei servizi senza che abbiano le basilari garanzie di reddito e diritti, e senza il riconoscimento del ruolo fondamentale svolto a supporto della collettività e del servizio del pubblico.
Roma, 08/04/ 2024
USB Lavoro Privato