(86/21) Abbiamo più volte ricordato e rivendicato come il ritorno della USB ai tavoli di trattativa INPS (dopo due anni di ingiusta esclusione per fascismo sindacale) abbia segnato un cambio di passo nel confronto al tavolo sindacale.
La USB si è sempre contraddistinta per la capacità di analisi politica e comprensione del contesto in cui collocare i problemi, indicando soluzioni che spesso sono poi diventate patrimonio comune del tavolo sindacale. Ricordiamo ad esempio quando alcuni anni fa sostenevamo la necessità di assumere 6.000 lavoratori e lavoratrici all’INPS, tra lo scetticismo e l’ironia dell’Amministrazione e dei sindacati sedicenti responsabili. Col tempo ci si è resi conto che davvero servivano le assunzioni ipotizzate dalla USB e tutti si sono adeguati a tale necessità. Negli scorsi mesi abbiamo affermato la necessità di ulteriori 4.000 assunzioni entro il 2022, considerata anche l’attuale carenza di personale destinata ad aumentare e i fatti ci daranno ancora una volta ragione.
Il giudizio negativo della USB sul Reassessment (una vera schifezza, è utile ribadirlo) è arrivato tempestivamente e con forti argomentazioni, così come quello sulla mappatura delle competenze, il questionario DisCo, mentre altri si sono svegliati a tempo scaduto.
È evidente come il ruolo della USB sia sempre quello della voce fuori dal coro del conformismo, la voce fuori tempo che anticipa i tempi.
Accogliamo comunque con piacere la giravolta di CGIL-CISL-UIL-CONFSAL che, ormai con la penna in mano, pronti a siglare un brutto contratto integrativo, hanno avuto un ripensamento ed hanno avanzato un paio di richieste che vanno nella giusta direzione, come l’incremento del TEP per tutti con una maggiore attenzione per le Aree A e B. Tuttavia, paradossalmente, la proposta avanzata di 100 euro di aumento per A e B e 50 per l’Area C, continuerebbe a penalizzare i lavoratori C1, C2, C3 rispetto ai C4 e C5, così come i C4 rispetto ai C5. Sono differenze contenute, ma assolutamente incomprensibili. Occorre innanzitutto parificare il TEP con un valore uguale per tutti, come i 600 euro proposti dalla USB, e poi incrementare il valore di ulteriori 65 euro per le sole Aree A e B come richiesto sempre dalla USB per dare un minimo di riconoscimento al mansionismo imposto a quei lavoratori.
Siamo ancora in tempo per definire un contratto integrativo che non passi alla storia come l’accordo delle pagelline e dell’introduzione fallimentare del Reassessment. Diamoci da fare tutti sul serio, senza ricorrere alla demagogia dell’ultima ora.