Mentre si avvicina la fatidica data del 1 gennaio 2014, che ratificherà la definitiva privatizzazione della Croce Rossa Italiana, è ancora buio fitto sul destino di 4.000 lavoratori dell’ente.
Né il governo, né i ministeri vigilanti e né, tantomeno, l’Amministrazione della stessa CRI stanno infatti valutando possibili soluzioni a salvaguardia degli attuali livelli occupazionali.
A questo proposito l’Unione Sindacale di Base indice per il prossimo 15 luglio a Roma, sotto il ministero della Salute, una manifestazione nazionale dei lavoratori CRI, che vedrà la partecipazione di delegazioni da diverse regioni, fa cui Lombardia, Puglia, Sicilia.
Il Decreto Legislativo 178/12, che sancisce la definitiva scomparsa dell’Ente Pubblico CRI è stato fortemente voluto dai Governi Berlusconi e Monti con la evidente complicità del neo Presidente CRI, Francesco Rocca, il quale in cinque anni da Commissario governativo, ha condiviso pienamente il processo di privatizzazione dell’ente.
L’USB non permetterà che 4.000 dipendenti pubblici vengano sacrificati sull’altare di un “rinnovamento” che presenta, ancora oggi, lati oscuri e che viene giudicato negativamente da buona parte degli stessi membri della costituenda Associazione CRI.
Del resto i primi esempi di dismissione di servizi importanti della CRI, come il CEM di Roma, dimostrano che a fronte di soluzioni economicamente compatibili per la CRI, non vi sia altrettanta garanzia per i lavoratori coinvolti.
Con la prima manifestazione nazionale del 15 luglio l’USB intende accendere nuovamente i riflettori su questa brutta vicenda, chiedendo al Ministro Lorenzin di riavviare una seria discussione sul versante occupazionale e di farsi portavoce con il governo affinché si agisca in fretta.
Se questa volontà non sarà palesata, l’USB è pronta ad inasprire la lotta, cominciando dalla proclamazione di uno sciopero nazionale per il mese di settembre.
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