Il Mezzogiorno, la Campania, la provincia di Napoli stanno pagando un duro prezzo alla crisi che da più di un decennio sta completamente desertificando il tessuto industriale.
Una lunga storia di crisi industriale che ha significato la cancellazione di tutele e diritti del lavoro e contribuito ad accrescere il tasso di disoccupazione già alto nel nostro territorio.
Intere generazioni rischiano di non conoscere mai i diritti e la stabilità del lavoro, restando confinati ai margini della società ed utilizzati come forza di pressione e di ricatto nelle dinamiche del mercato del lavoro.
Una prospettiva a cui non solo non dobbiamo rassegnarci ma che va contrastata dentro e fuori i luoghi di lavoro.
In questi lunghi anni si è indebolita la nostra cultura collettiva, il nostro patrimonio di valori. La solidarietà, l’unità della classe lavoratrice si è sgretolata sotto i colpi della propaganda governativa e filo padronale che ha eletto la competitività e la flessibilità a fattore di sviluppo della società e generatore di maggiori e nuove opportunità.
La realtà e la cronaca di questi giorni ci dice altro e ci consegna una nuova emergenza sul fronte del lavoro.
La crisi di importanti realtà produttive consolidate come Mercatone Uno e Whirlpool chiama i lavoratori e le lavoratrici a nuovi sacrifici, nella migliore delle ipotesi, relegando la nostra regione ad un nanismo industriale funzionale alla marginalizzazione dei diritti e alle deroghe contrattuali.
Questa cronaca infame è costellata di tanti episodi che, a torto, vengono considerati minori, ovvero semplici licenziamenti individuali, la cui natura è, invece, essenzialmente politica e ha fini repressivi ed intimidatori, figli, dunque, della stessa strategia, quella che lavora ai fianchi per fiaccare la combattività e la resistenza dei lavoratori e lavoratrici.
E’ questo il contesto in cui matura il licenziamento in tronco di Giuliano Granato, lavoratore e rappresentante sindacale aziendale dell’USB, Unione Sindacale di Base, alla Klevers Italiana, azienda specializzata nel campo dell’isolamento termoacustico in quella che un tempo fu la zona industriale di Arzano.
Giuliano, coerentemente con il suo impegno politico e sociale, aveva provato a ricostruire quel sentimento collettivo e di comunità intorno alla difesa del lavoro e ad una migliore valorizzazione delle condizioni salariali e di lavoro. Per questo, aveva deciso e scelto l’USB quale organizzazione sindacale di riferimento di un lavoro tenace e collettivo.
Valori in controtendenza all’individualismo, al ricatto, alla paura su cui USB incide la propria azione sindacale insieme aisuoi delegati che, come Giuliano, hanno deciso di non abbassare la testa.
E’questa determinazione, la vera ragione che la proprietà ha voluto colpire licenziando Giuliano Granato. Un atto di arroganza, un ammonimento che parla a chiunque in Klevers Italiana abbia intenzione, nel presente e nel futuro, di provare a difendere dignità e diritti di tutti.
Per questo l’USB chiama in Piazza Raffaele Cimmino, Mercoledì 12 Giugno, ore 9.30 ad Arzano, i lavoratori, le lavoratrici, tutti non solo a sostenere Giuliano e a richiedere l’immediato ritiro del suo licenziamento, ma soprattutto a condividerne le ragioni e a unirsi alla lotta.