Lavoratori,
negli ultimi mesi dell’anno tutti i guru della finanza italiana ci hanno fatto sapere, attraverso i controllati mezzi d’informazione, che l’economia italiana gode di buona salute.
Il problema reale è che questa crisi del sistema capitalistico, finanziaria in primo luogo ma non solo, sta provocando una voragine la cui profondità non può essere conosciuta (tanto meno dai guru che prevedevano il petrolio a 200$ al barile in poco tempo). Posto il connotato italiano quindi (lavoratori soci quando si ha un debito ma dipendenti quando si realizzano profitti) bisognerà fare ancora sacrifici per salvare l’economia, attraverso le nostre buste paga e le nostre condizioni di vita.
Senza addentraci troppo nel politichese diciamo che dopo la fase di ottimismo, a cui non abbiamo mai creduto, i nodi cominciano a venire al pettine, infatti, dopo anni di trasferimento di ricchezza prodotta dal lavoro dipendente ai “padroni” nazionali, ora si riducono i redditi reali e si espellono dal mondo del lavoro centinaia di lavoratori.
I dati sono quelli che ogni giorno ci passano davanti agli occhi, a partire dalle indagini sulla qualità della vita delle città italiane che ci consegnano un’Italia divisa tra sempre più ricchi e città nella più profonda marginalità economica e culturale.
Classifiche che parlano di abbassamento del tenore di vita di tutti gli italiani, di affari e lavoro sempre più precari, di servizi ambiente e salute da terzo mondo dove si muore molto facilmente per mancanza di strutture, senza parlare di tempo libero, ormai un ricordo del passato.
Dai dati emerge un paese di disuguaglianze, dove molti vivono male, un paese schiacciato nelle dinamiche di sempre: pochi che si arricchiscono sulle spalle di tutti.
Anzi c’è pure chi, i soliti sindacati di stato, in questi mesi ha pensato di regalarci l’elemosina di più straordinari al posto di stipendi reali (immorale che siano le OO.SS. a chiedere di lavorare di più.. ), come se non bastasse la quantità di lavoro extra che già svolgiamo nelle consuete attività di Vigili del fuoco o nelle emergenze… giornaliere.
Anche i dati sull’occupazione non sono rassicuranti, la cassa integrazione è aumentata del 525% nel solo mese di dicembre, significa che oltre a non assumere nessuno, licenziano e mettono sulle spalle della comunità, di tutti noi, con gli ammortizzatori sociali e le spese di mantenimento, e che soprattutto la crisi comincia a mordere l’economia reale.
Fino a quando ci sono stati i guadagni questi erano dei “padroni”, ora le spese sono a carico del paese: una su tutti la Fiat che ha annunciato ancora licenziamenti!
E come Vigili del fuoco? Riteniamo di non essere scevri da questi meccanismi, dopo i gratuiti proclami del ministro e del parlamento sulle assunzioni nel corpo nazionale che sono sempre le solite già programmate e rivendute ad ogni occasione, le specificità riconosciute che corrispondono alle elemosine giornaliere, non c’è traccia di programmazione o pianificazione delle attività né di una valorizzazione del lavoro sociale che svolgiamo.
Cosi come non c’é traccia di modifiche dell’ordinamento professionale o di un sistema diverso per progressioni economiche e di carriera.
Con questi chiari di luna si impone sempre di più la necessità di un sindacalismo indipendente e di base che rappresenti ed organizzi momenti di lotta, unica voce che può far mutare impostazione su come affrontare questa crisi.
Organizzati con la RdB/CUB!