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Comunicati Stampa

Crolla uno scaffale nella Corte d’Appello di Bari, dita amputate a un dipendente. USB: subito la mappatura dei rischi in ogni edificio dell’amministrazione giudiziaria

Bari,

La USB Pubblico Impiego Giustizia da tempo immemorabile segnala lo stato di degrado degli uffici e degli edifici giudiziari che compromettono la sicurezza dei dipendenti e non solo. Purtroppo, nonostante il PNRR abbia messo dei fondi a disposizione per l’edilizia giudiziaria, registriamo con indignazione la notizia del crollo di una scaffalatura metallica carica di fascicoli elettorali all’interno dell’aula magna della Corte di Appello di Bari, crollo che ha coinvolto cinque dipendenti, uno dei quali operato a una mano al Policlinico di Bari, dove gli sono state amputate tre falangi.

A nulla è servita l’esperienza traumatica del 2018, che ha determinato la necessità di celebrare processi sotto una tendopoli visto il rischio consistente di possibili crolli del palazzo di giustizia. Già oltre venti anni fa, si era soliti definire l’amministrazione affidata al Ministero della Giustizia ribattezzandolo “della Disgrazia e dell’Ingiustizia”. Oggi, a quanto pare, pur avendo perso la grazia, permangono sia la disgrazia che l’ingiustizia. Tutto questo non è più accettabile! 

Troppi, sul territorio nazionale, sono gli edifici e gli uffici che non garantiscono più la sicurezza di chi vi lavora e di chi vi accede per ragioni di giustizia, a causa di politiche poco attente all’edilizia, agli arredi e alle strutture di supporto degli uffici giudiziari. Di fatto le situazioni di rischio si dipanano dalla più banale collocazione dei rifiuti speciali all’interno degli uffici, passando per la collocazione delle fotocopiatrici nei corridoi, agli armadi rotanti difettosi, all’assenza di impianti di climatizzazione adeguati, alla mancanza dei dovuti controlli periodici degli estintori, fino all’inadeguatezza strutturale degli stessi edifici con solai che non reggono al peso degli innumerevoli faldoni appoggiati direttamente sui pavimenti.

Il tutto in barba alla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro per la quale i nostri uffici di procura vedono schiere di indagati nelle aziende private. Un paradosso rivoltante se si considera che lo Stato è il primo a violare le sue stesse leggi nei luoghi dove si amministra la giustizia. 

La USB Giustizia chiede con forza che si proceda ad un’immediata e capillare mappatura delle condizioni di ogni edificio, ufficio, ambiente, al di là delle edulcorate “Valutazioni di rischio” dei capi degli uffici e si proceda senza indugi a mettere in sicurezza gli uffici giudiziari, garantendo conseguentemente l’incolumità e la salute di chi vi lavora o li frequenta.

 

USB Pubblico Impiego - Esecutivo Nazionale Giustizia

Roma, 29 settembre 2022