Dopo aver posto la questione alla Funzione Pubblica e denunciato il vuoto normativo sui congedi parentali USB aveva evidenziato, nella riunione del CUG del 26 marzo, la necessità di evitare che gravassero esclusivamente sulle famiglie, e in particolare sulle lavoratrici-madri, i costi e le problematiche di cura legate alla mutevole situazione epidemiologica.
Il problema della didattica a distanza rischia di istituzionalizzare lo smart working, quale unica forma di conciliazione possibile perché l’utilizzo dei congedi parentali viene concesso solo nel caso in cui uno dei genitori non possa svolgere prestazione in lavoro agile.
Come abbiamo avuto modo di argomentare sarebbe pensabile, ad esempio:
- prevedere la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario (in analogia coi permessi per allattamento) attraverso la forfettizzazione del tempo dedicato alla DAD;
- adottare apposite Carte di Conciliazione tramite l’istituzione e l’organizzazione di servizi di supporto alla genitorialità;
- la garanzia di fasce di diritto alla disconnessione durante l’orario scolastico;
- l’individuazione di criteri che tengano conto della necessità di computer per la DAD dei figli qualora l’anelata e al momento futuribile distribuzione dei pc da parte dell’Agenzia avvenga per fasi successive.
A seguito della presentazione del POLA, inoltre, abbiamo posto l’accento sull’attualità e l’urgenza di una soluzione nel breve periodo delle questioni relative all’utilizzo dei permessi orari, della flessibilità oraria, del diritto alla disconnessione e della parità normativo-retributiva in regime di smart working.
Riteniamo, infatti, che diverse delle condivisibili proposte fatte dal CUG ai fini del primo POLA col documento del 22 gennaio non siano di fatto state recepite nel POLA presentato dall’Agenzia.
Allegato il testo della richiesta inviata al CUG.