Un grande corteo ha sfilato il 2 giugno a Coltano, nonostante il caldo e il lungo percorso. Altre importanti manifestazioni si sono svolte a Genova e a Roma, contro un governo di guerra che sta conducendo il Paese nel gorgo di un conflitto pericolosissimo per la pace nel mondo.
USB ha aderito e partecipato a queste mobilitazioni, ribadendo la ferma posizione contro le guerre, l'invio di armi sul fronte ucraino, la militarizzazione dei territori, l'uso delle risorse pubbliche a scopi militari.
Nel nostro intervento a Coltano abbiamo sottolineato la necessità di rilanciare un forte movimento contro la guerra, che ha trovato una spinta formidabile nelle azioni concrete dei lavoratori dell'aeroporto di Pisa, quando a marzo hanno denunciato il carico di armi su un volo di “aiuti umanitari”. Una azione eclatante, seguita dal blocco dei carichi di armi al porto di Genova, dallo sciopero operaio e studentesco del 22 aprile, sino allo sciopero del sindacalismo conflittuale del 20 maggio.
Fermare le politiche di guerra è un compito imprescindibile per un sindacato di classe come il nostro, in un Paese dove un governo etero diretto dalla UE sposta enormi risorse a scopi militari e guerrafondai a fronte del 12% di lavoratori poveri, del 15% di famiglie che non arriva a fine a mese, dove i salari sono i più bassi d'Europa e ci sono 3 morti al giorno nei luoghi di lavoro. In questo contesto, le ultime dichiarazioni del governatore della Banca d'Italia Visco sono molto chiare: non si devono alzare i salari come antidoto per frenare la spirale inflazionistica.
Occorre anche denunciare l’uso dei nostri enti pubblici di ricerca i quali, anche a causa dei continui tagli a questo settore strategico, mantengono e rafforzano accordi con il Ministero della Difesa, con le industrie armiere come Leonardo, sviluppando accordi “scientifici" con governi guerrafondai e criminali come Israele.
Contro queste politiche occorre costruire un movimento di classe in grado di imporre una svolta a 180° nelle politiche economiche del Paese, mandando a casa un governo eletto da nessuno e dirottando le immense risorse spese in politiche di morte verso stanziamenti per aumenti salariali, investimenti in sanità, ricerca, scuola, welfare.
La spinta delle mobilitazioni operaie e dei lavoratori dei settori del trasporto aereo e portuale, delle tante manifestazioni e scioperi contro la guerra di questi mesi, della manifestazione di Coltano e delle altre città del 2 giugno ci danno la forza per rilanciare la lotta, per rovesciare il tavolo e cacciare Draghi e il suo governo guerrafondaio.
È ora di una nuova stagione di lotte, scioperi e mobilitazioni larga e unitaria, capace di portare in autunno, davanti ai palazzi del governo, la nostra forza e la nostra rabbia.
USB Federazione di Pisa