Questa mattina alle 10.30 si è svolto l’incontro tra i movimenti uniti contro la crisi con gli assessori regionali Ciocchetti e Buontempo. Sul tavolo, il secondo dopo quello con l’assessore alle politiche del lavoro Zezza, le questioni legate all’emergenza casa e al diritto all’abitare. Presenti oltre gli assessori anche i direttori di dipartimento.
Nell’introduzione dei movimenti si sono toccati i temi oggetto delle mobilitazioni di dicembre e dell’arrampicamento di 12 giorni sulle impalcature della Giunta regionale.
Confermata la disponibilità del finanziamento di 100 milioni di euro l’anno per 10 anni destinato all’edilizia sovvenzionata, ci si è soffermati su dove verranno appostati, su quali aree, con quali strumenti attuattivi e con quali forme di rapporto con i Comuni, soprattutto con il comune di Roma. Anche il ruolo delle Ater è stato oggetto di un importante confronto.
L’assessore Buontempo ha dato comunicazione che sarebbe in via di definizione una delibera di programmazione per un piano triennale da trecento milioni di euro per la realizzazione di alloggi popolari in affitto e in vendita tramite la proposta del mutuo sociale.
La natura fortemente ideologica del mutuo sociale, legato ad accordi elettorali da rispettare, non solo ci appare irrealizzabile ma sottraendo risorse all’edilizia popolare pubblica prova a snaturare la destinazione verso l’affitto nell’infausta logica del tutti proprietari, causa della drammatica situazione attuale. Si ha paura ad intervenire per tutelare gli inquilini a rischio di sfratto o alle prese con le dismissioni, pensando che costi troppo all’amministrazione e poi si investono soldi pubblici importanti per soddisfare aree di consenso politico. Riteniamo che l’emergenza abitativa e la crisi profonda in cui ci troviamo dovrebbe fare piazza pulita di questo marketing politico.
Esclusa questa caduta di stile e la manifesta paura a svolgere una funzione pubblica sugli sfratti e sulle dismissioni, appare interessante l’impianto generale prospettato dall’assessore Ciocchetti. Le cinque gambe immaginate: edilizia sovvenzionata, agevolata, housing sociale, leva urbanistica, definizione di aree pubbliche utilizzabili, con capitoli di bilancio separati chiaramente e disponibilità ad accogliere osservazioni ed emendamenti da parte dei movimenti nel mese di gennaio, sono un buon punto di partenza.
La verifica concreta degli strumenti e soprattutto l’indisponibilità ad avallare pacchetti edilizi utili ai costruttori, alle cooperative e alle banche, sarà oggetto dei prossimi confronti. Se l’obiettivo dichiarato è quello di uscire dall’emergenza e avviare politiche abitative basate su risorse pubbliche, i movimenti sono pronti, a partire dalla convocazione di un tavolo con Regione e Comune di Roma verso un protocollo d’intesa per l’uso delle risorse e delle aree disponibili.
Rimane ancora timido l’approccio verso il dramma degli sfratti e delle dismissioni. Riteniamo a tutt’oggi inadeguata la risposta che viene fornita alla mancata reiterazione della proroga per le categorie protette e contro l’arroganza di fondazioni come Enasarco e gli altri Enti privatizzati che vogliono disporre del loro patrimonio senza tenere conto della funzione pubblica da continuare a svolgere.
Su queste questioni la mobilitazione andrà avviata immediatamente.
Roma, 10 gennaio 2011