Nell’ambito della guerra contro i lavoratori, messa in atto dai padroni in Italia con migliaia di licenziamenti – delocalizzazioni – ristrutturazioni, al solo scopo di garantire sempre e comunque enormi profitti per lor signori ( crisi o non crisi ) spiccano due episodi di feroce repressione all’interno di due grandi gruppi industriali italiani. Uno in Piemonte e uno in Puglia.
Si tratta di due licenziamenti politici a danno di altrettanti rappresentanti dei lavoratori della USB mirati a stroncare la resistenza del sindacato di base e ciò anche in previsione della situazione di grave crisi che potrebbe sfociare a breve in un’autentica rivolta, magari condotta proprio da quelle forze che da anni tentano di contenere lo strapotere politico economico del padronato italiano.
Il primo alla Kuehne Nagel ( ex IVECO e quindi FIAT ) di Torino e il secondo alla ILVA di Taranto. In entrambi i casi si tratta di lavoratori che hanno speso la loro vita in difesa dei diritti, della salute e della dignità dei lavoratori nei luoghi di lavoro, e in entrambi i casi il loro licenziamento ha fatto scattare la solidarietà dei compagni di lavoro e la mobilitazione di tutta l’organizzazione sindacale di appartenenza che, consapevole di essere rimasta ormai una delle poche forze in campo a fronteggiare l’attacco padronale, si stà impegnando al massimo per tentare di cambiare i rapporti di forza a favore dei lavoratori.
lo sciopero generale del 18 Ottobre, con lo slogan
“ ROVESCIARE IL TAVOLO” , può rappresentare un primo, importantissimo momento per l’inizio della svolta.
Diverse sono state le iniziative di lotta prodotte in questi due mesi: scioperi e blocchi stradali a Torino, scioperi e manifestazioni a Taranto.
Una considerazione/riflessione sul disastro che si è abbattuto sui tutti noi: a fronte di enormi sacrifici da parte dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati, dei senza casa e in definitiva di un intero popolo, l’agenda politica dei nostri “onorevoli” governanti e di conseguenza tutta l’informazione sembra occuparsi solo ed esclusivamente del destino del sig. Berlusconi, arrivando addirittura a legare il destino di un intero paese alla sua presenza o meno in parlamento.
Tenuto conto di tutto ciò e dell’assoluta incapacità di politici, sindacati di regime e istituzioni varie di fronteggiare in modo serio la crisi di questo paese, crisi in primo luogo morale, ci sentiamo di affermare che la resistenza dei lavoratori e delle loro organizzazioni restano l’unica speranza di cambiamento di questo Paese.
BASTA CON L’ARROGANZA DI MARCHIONNE, DI RIVA E COMPAGNIA CANTANTE! BASTA CON POLITICI CORROTTI E SINDACATI COMPLICI! A PARTIRE DAL 18 OTTOBRE RIPRENDIAMOCI I NOSTRI DIRITTI DI LAVORATORI E CITTADINI E FACCIAMO IN MODO CHE LA NOSTRA COSTITUZIONE NON SIA SOLO UN PEZZO DI CARTA INGIALLITA, CUSTODITA IN UN MUSEO DELLE ANTICHITA’!
USB PIEMONTE