Il sistema politico e imprenditoriale per uscire dalla crisi economica sta massacrando i lavoratori, con la complicità dei sindacati concertativi, attaccando l’occupazione, i diritti e il salario, senza far pagare nulla alle banche e al sistema finanziario, tra i maggiori responsabili della crisi in atto.
Il Governo scarica sulle regioni la responsabilità di intervenire sulla crisi e gli affida il progetto di smantellamento dello stato sociale, da attuare attraverso il taglio drastico delle spese sociali e del lavoro e la privatizzazione dei servizi pubblici.
Le istituzioni regionali affrontano la minaccia dei licenziamenti unicamente con gli ammortizzatori in deroga, spesso utilizzati impropriamente e a favore delle imprese, a carico dei lavoratori e della collettività.
Aumentano i cassaintegrati, i disoccupati, i precari, gli infortuni e gli omicidi sul lavoro.
I lavoratori del Lazio hanno sulle spalle anche gli effetti del piano di risanamento del deficit regionale, prodotto dall’intreccio perverso tra affari, politica e istituzioni. Nei fatti a causa delle scelte della Giunta Regionale, pagano, con le fasce più deboli della popolazione, la tassazione più alta e subiscono le conseguenze delle privatizzazioni dei beni comuni e dei servizi, i tagli ai fondi per la sanità, la casa, la scuola, il reddito minimo, i trasporti.
In questo contesto le rivendicazioni dei singoli settori sono insufficienti a contenere gli effetti della crisi; è necessario perciò connettere le lotte in una vertenza complessiva, capace di imporre alla Regione, che detiene e gestisce le risorse economiche del territorio, un cambio di rotta e un diverso utilizzo delle risorse esistenti, per salvaguardare i lavoratori che stanno perdendo il lavoro, i precari, i disoccupati, per il diritto ad una casa, a curarsi, all’istruzione per i figli, ai servizi sociali, ai servizi pubblici e ai beni comuni.
Per questo motivo l’USB, chiama tutti i lavoratori, dalla sanità ai trasporti, dalle cooperative sociali al commercio, dai cassintegrati ai LSU, dai lavoratori dei call center ai lavoratori della scuola e ai precari di tutti settori allo
SCIOPERO REGIONALE 25 novembre 2010
e invita tutti a costruire assieme alle associazioni in lotta per la difesa dei beni comuni, per il diritto all’abitare, per il diritto al reddito, per i diritti dei migranti
una grande
MANIFESTAZIONE alla REGIONE LAZIO