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Lazio

DALLE ALCHIMIE AL POLO VIRTUALE

Roma,

Comunicato n. 08/17

La situazione già di per sé caotica nella quale si dibatte l’Istituto e di cui abbiamo fatto cenno nei precedenti comunicati è oggettivamente esasperata da tre fattori: la duplicazione degli assetti e delle funzioni che ha delineato una vera spaccatura all’interno di tre regioni rivelandosi un autentico azzardo, il mancato pagamento dell’incentivo speciale legato alla qualità che solo nel Lazio ha riguardato un terzo delle sedi (si tratta di oltre 900 colleghi) e la recentissima aggressione mediatica alla quale sono stati sottoposti i dipendenti addetti al servizio con l’utenza.

Sul primo tema era fin troppo facile prevedere che ci sarebbero stati problemi tali da minare alla base l’operatività delle direzioni anziché garantirla ed il protocollo d’intesa siglato a denti stretti pochi giorni or sono a Milano peraltro lo testimonia.

Un passaggio obbligato per delimitare le rispettive aree di competenza e in realtà non pestarsi i piedi, anche per evitare che la situazione degeneri (come a Napoli).  

Resta da ricordare che la tanto sbandierata operatività delle funzioni manageriali è subordinata a procedure d’interpello che non a caso nel Lazio non hanno ancora visto la luce e per la bontà delle quali ci auguriamo non si riapra il solito mercato.

Per provare a venire a capo del secondo punto la rete di coordinamento messa in campo tra le strutture ingiustamente penalizzate appare quanto mai necessaria  e indispensabile non solo a livello regionale, perché in un futuro non lontano questa vertenza potrebbe riguardare ogniuno di noi e allora bisogna attrezzarsi.

Il tempo a disposizione dei cosiddetti responsabili per rivedere parametri e/o pesature nei fatti è ampiamente scaduto ma comunque non ci interessa. Come abbiamo avuto modo più volte di denunciare, nel balletto odioso delle cifre chi ci rimette davvero è l’utenza, se ci si intestardisce nella triste logica dei numeri prima delle persone.

In merito al terzo punto, abbiamo ricevuto preoccupanti segnalazioni dai colleghi sulla presenza di numerose pagine face book intestate a quasi tutte le sedi della regione ed abbiamo subito provveduto ad informare entrambe le direzioni per gli immediati provvedimenti del caso (vedi il documento allegato).

Non è tollerabile infatti che questa pesante aggressione mediatica prosegua, specie sugli addetti al servizio con l’utenza, in maniera indiscriminata e senza porvi rimedio per tempo.

Ciò premesso e fortunatamente per l’amministrazione i dipendenti INPS mostrano uno spirito di abnegazione certo non comune e risultano sempre più ammirevoli, in quanto riescono a portare avanti in modo autonomo e dignitoso adempimenti di ogni sorta nel più totale abbandono: il che consente all’Istituto di sopravvivere.

A questo proposito, l’esempio fulgido offerto dai lavoratori dell’agenzia di Tivoli in totale autogestione ed immeritevoli di qualsiasi risposta la dice lunga al riguardo. Ma la speranza è decisamente l’ultima a morire ed allora succede che il territorio boccheggiante si aggrappa facendo di necessità virtù alla nuova istituenda DCSU.

Al di là degli interrogativi, certamente legittimi e tuttora sospesi, legati al numero delle unità impegnate nell’impossibile impresa (oltre che alle ore di straordinario, all’incentivo e al telelavoro) resta in ogni caso inevasa la domanda chiave: “Come verrà aiutato in concreto il territorio? E poi quando?”

Tra le nebbie che da sempre si addensano intorno alla DG questo sinceramente nessuno l’ha ben compreso. Di certo, un territorio offeso e ripudiato non sopporterebbe l’ennesima presa in giro.