In questi giorni una sigla sindacale sta “educando” i lavoratori delle Agenzie Fiscali sui comportamenti passati presenti e futuri di questa o quest’altra sigla sindacale per indurre chi legge ad essere contento di quanto sottoscritto il 26 febbraio scorso in materia di contratto collettivo nazionale. Non stanca, la medesima sigla sindacale se ne esce con la tabella degli arretrati che saranno nelle buste paga al più presto “ammesso che le assemblee di consultazione ci diano il “via libera” per la firma definitiva”.
Siamo ancora al vecchio motto dare moneta, vedere cammello? Lavoratore, vuoi i tuoi soldi? Allora ingoia l’ipotesi di accordo, altrimenti, per cosa hai lottato tutto questo tempo?
Ecco, è qui che siamo al paradosso. Sì, perché queste lotte erano iniziate, per chi ha firmato la notte passata, con un documento unitario datato 13 dicembre 2007 (andate a rileggerlo) in cui veniva contestato al governo:
RISORSE INSUFFICIENTI PER IL BIENNIO 2006/7
NESSUNA VOLONTA DI MODIFICARE LA NORMA CHE DECURTA INDENNITA’ DI AMMINISTRAZIONE IN CASO DI MALATTIA INFERIORE AI 15GG.
NO SECCO IN RELAZIONE ALLA PENSIONABILITA’ DELLA STESSA INDENNITA’
NESSUN INCREMENTO SEMPRE DELLA INDENNITA’ DI AMMINISTRAZIONE ATTRAVERSO LO STRUMENTO DELLA STABILIZZAZIONE DI QUOTE DI FUA
E concludeva con: il momento della lotta è venuto anche per noi del comparto Agenzie Fiscali. Faremo anche noi, che non siamo da meno di nessuno, la nostra... bella figura!
Sulla bella figura non ci sono dubbi.
Di tutti questi punti che sono stati la parola d’ordine per mobilitare i lavoratori, non uno è stato raggiunto nell’intesa del 26 febbraio.
Anzi peggio! Sulla malattia si arriva persino alla beffa! L’abolizione della tassa sulla malattia significava far recuperare una quota di salario a chi, purtroppo, era costretto alla malattia (scusate le ripetizioni). Con questa ipotesi di accordo chi sta male perde ancora denaro ed i suoi soldi, girati nel calderone del FPSRUP, non tornano in qualche modo a lui, magari anche in misura minore, ma vengono girati ai colleghi che, fortuna loro, non si ammalano più di otto giorni l’anno! (art.16 comma 1).
Non bastasse si sono introdotte:
- le valutazioni del dirigente per la progressione personale in cui i titoli coerenti con la posizione da ricoprire (lauree, diplomi, ecc.) saranno eventualmente presi in considerazione (art.5 comma 2);
- l’abbandono dall’anzianità di servizio come parametro dell’esperienza professionale (art.6 comma 4);
- il non tanto oramai velato smantellamento delle Agenzie (art.1 vedi alle frasi Al personale del comparto, soggetto a mobilità in conseguenza di provvedimenti di ristrutturazione organizzativa delle Agenzie fiscali, di esternalizzazione o processi di privatizzazione, si applica il presente contratto sino al definitivo inquadramento contrattuale nella nuova amministrazione, ente o società ; art. 4 vedi alle frasi progetti di esternalizzazione delle attività e dei servizi propri delle Agenzie);
La problematica delle Norme Disciplinari merita un approfondimento a parte. Basti solo ricordare la novità sul licenziamento immediato e che taluni comportamenti hanno ora un peso maggiore dal punto di vista disciplinare.
Tutte queste “migliorie” al nostro contratto hanno radice nel famoso Memorandum siglato nel gennaio scorso tra Governo e alcuni Sindacati e che questa sigla ha sempre considerato negativo.
Per coloro che non lo hanno mai visto rinfreschiamo la memoria del Memorandum.
Capitolo Contrattazione integrativa: Saranno introdotti nei CCNL sistemi di valutazione e misurazione e criteri di accertamento dell’apporto individuale alla produttività. Il raggiungimento dei risultati costituisce uno strumento di differenziazione del trattamento economico.
Punto 3 sui principi generali in cui si evidenziano esternalizzazioni e privatizzazioni: In questo nuovo impianto gli aumenti di efficacia e di efficienza dovranno essere perseguiti ricorrendo alle esternalizzazioni solo per le attività no core.
Capitolo Percorsi professionali: Il percorso professionale dovrà dipendere in modo più significativo dai risultati conseguiti, opportunamente valutati.
Potremmo andare ancora avanti ma è meglio che ci fermiamo qui.
Questo è il quadro generale.
Sentiremo i lavoratori attraverso un referendum.
Non ci piace vedere che si giochi ancora con gli specchietti (tabelle?) per le allodole.
Non ci piace proprio. I lavoratori non sono asini che camminano dietro la carota messa in bella vista.
Stralciando la parte economica si potevano ottenere gli stessi soldi senza peggiorare così vergognosamente l’impianto normativo.
Il contratto non è chiuso e si può ancora cambiare.
Continuiamo a regalare diritti o proviamo a rivendicarli?
Saranno i lavoratori a decidere
REFERENDUM SUL CONTRATTO
6 E 7 MARZO 2008