All'articolo 6 del dl 11 /2009 (decreto antistupro) sono previsti fondi per il controllo del territorio da elargire alle forze di polizia e ai vigili del fuoco in base ai decreti 112 del 25 giugno 2008 articolo 61 comma 22 e alla legge 133, 6 agosto 2008 per una somma di complessivi 100 milioni di euro annui.
Queste cifre irte di date e di riferimenti legislativi hanno evocato in un recente documento di un o.s. una sintomatologia da successo di linea sindacale fino a qui adottata, di una bontà dei loro uffici con l'amministrazione che ha in definitiva,parole loro, mostrato una maggiore sensibilità per le esigenze del Corpo nazionale dei VVF.
Ebbene, egregi colleghi, la domanda che sorge spontanea è: che cosa c'entra un decreto antistupro con le risorse che vanno ai vigili del fuoco.
Lo stato ha perso l'orizzonte: per fronteggiare l'emergenza stupro e quindi controllare il territorio ha messo a disposizione risorse anche per i vigili del fuoco.
Ma questa notizia è incredibile, è sensazionale, non ci sono precedenti in cui ai vigili del fuoco vengono fornite risorse per la vigilanza del territorio per fronteggiare il crimine dello stupro!
Eppure la nota o.s. rivendica come successo l'inserimento di questa norma grazie alla sua politica sindacale.
Bene, non è per fare la solita polemica di bassi contenuti o di ripetere sempre le stesse cose, ma s' invita i colleghi ad aprire gli occhi su ciò che la riforma 217/05 del cnvvf, VOLUTA DALLA NOTA O.S., ci ha dato in questo anni: è innegabile che una gran parte dei lavoratori è stata penalizzata da questa riforma.
Chiedere ai capi squadra che si sono fatti anni in trasferta prima di rientrare in sede.
Chiedere ai vfc inchiappettati dalla riforma per aversi visto bagnare il naso dai colleghi più giovani grazie alla perversità della modalità di passaggi di qualifica.
Chiedere della risibile differenza di stipendio che intercorre tra un qualificato(cs.) e un non qualificato (vf, vfq,vfe,vfc), a fronte della responsabilità ricadenti sul cs durante le fasi d'intervento.
Chiedersi del mancato riconoscimento delle spettanze economiche agli specialisti, ai saf 2b.
Chiedere al personale SATI dei benefici che la riforma ha riservato loro.
Ma insomma, questa combriccola del 42,rotti% con quale faccia tosta va a rivendicare successi e bontà della sua politica sindacale a fronte dei rovesci che i lavoratori della categoria hanno subito in questi anni.
Sulla bocca di tutti i lavoratori ogni giorno si sentono i lamenti sugli sprechi, le ingiustizie, i mancati riconoscimenti a chi davvero ci mette il cuore e la testa nel proprio lavoro e la combriccola del 42,rotti% viene a farci vedere che la bontà della sua politica sindacale.
Ovvio che c'è una parte dei loro che si fa prendere platealmente per il naso e questo ce ne duole perché i nostri comunicati hanno sempre messo in luce le conseguenze nefaste sui lavoratori a causa della “bontà della nostra linea”.
Infine ora tentano con la nuova federazione della sicurezza di inoculare nuovo fumo negli occhi ai lavoratori allargando la grande famiglia della sicurezza solo perché vari strati della loro base ha riposto la propria fiducia in altri soggetti che con più coerenza rivendicano l'ingresso nel comparto sicurezza, quello da loro paventato ma codardamente rifuggito.
Noi rdb-cub vvf non pensiamo che la coerenza del progetto del comparto sicurezza sia la strada più giusta da percorrere, la avversiamo con forza ed invitiamo dunque chi la persegue di ravvedersi nella sua scelta; noi siamo lavoratori vigili del fuoco con compiti di protezione civile e sicurezza del cittadino. Per la repressione e la prevenzione del crimine ci sono le forze di polizia e la magistratura, per chi non lo sapesse ancora o non lo avesse ben chiaro.
Dunque, noi della rdb-cub vvf da anni continuiamo a mettere in guardia i lavoratori dalle trappole che un certo sindacalismo vuole tendere.
Possiamo affermare che molti lavoratori lo stanno capendo e nuove realtà rdb-cub vvf stanno crescendo sul territorio nazionale consci della gravità della situazione.
Noi rdb-cub vvf proponiamo un'uscita rapida dal comparto pubblicistico in cui siamo stati inseriti, esigiamo un ritorno a un comparto di contrattazione di tipo privatistico, ove le decisioni che prendiamo per il nostro futuro non siano decisioni prese a tavolino dai vari potentati politico-sindacali, ma dalle decisioni prese in democrazia diretta da parte dei lavoratori.
Il quesito che quindi poniamo ai lavoratori è questo: siete certi che a livello centrale politico sindacale si prendono le migliori decisioni possibili nel pieno interesse della categoria, oppure pensate che gli accordi al ribasso che nel tempo abbiamo subito non siano altro che il frutto avvelenato di accordi a tavolino e sottobanco giusto per contribuire che il gioco delle parti continui ad alimentare la farsa della concertazione, già comunque di fatto esautorata dalla 217/05?
Invitiamo dunque i lavoratori a rivolgersi presso i coordinatori locali rdb-cubbvvf per discutere con loro dei problemi che ogni giorno sorgono in categoria.
Basta con il fumo negli occhi di chi vuole solo rappresentare il potere, noi vogliamo discutere con i lavoratori, vogliamo che siano essi a prendere le decisioni.