Non è questa la giustizia che vogliamo, una giustizia fatta di approssimazione e pressapochismo.
La giustizia è al collasso, il paese perde circa il due per cento del prodotto interno lordo a causa del cattivo funzionamento della giustizia dovuto soprattutto alla cronica carenza di personale e all’elevata età media di chi vi lavora, ma la risposta del governo a tutto ciò è per l’ennesima volta da bocciare in toto. La USB da anni denuncia la mancanza di investimenti in un settore che è cruciale anche per l’economia del paese e non solo per erogare un servizio al cittadino costituzionalmente garantito.
Ancora una volta chi ci governa e chi gestisce il settore ricorre a mezzi inutili e dannosi alla collettività che dimostrano la miopia di coloro che sono ai vertici dell’amministrazione.
Si tampona l’emergenza ma non si riesce a progettare ad ampio respiro con provvedimenti a medio e lungo termine capaci di risolvere i gravi problemi della giustizia. Chi gestisce il settore non può non sapere che il servizio giustizia ha bisogno di persone altamente qualificate e professionalmente preparate, da troppo tempo si abdica alla qualità del servizio favorendo la quantità delle pratiche da smaltire.
L’articolo 8 del decreto sicurezza stabilisce che: “Al fine di dare attuazione ad un programma di interventi finalizzati ad eliminare l’arretrato relativo ai procedimenti di esecuzione delle sentenze penali di condanna, nonché di assicurare la piena efficacia dell’attività di prevenzione e repressione dei reati, il Ministero della giustizia è autorizzato ad assumere, per il biennio 2019-2020, con contratto di lavoro a tempo determinato di durata annuale, anche in sovrannumero rispetto all’attuale dotazione organica e alle assunzioni già programmate, in aggiunta alle facoltà assunzionali ordinarie e straordinarie previste a legislazione vigente, un contingente massimo di 800 unità di personale amministrativo non dirigenziale di Area I e II, per le suddette comprovate esigenze di carattere esclusivamente temporaneo o eccezionale”.
E’ impensabile che i vertici del ministero, tra l’altro tutti provenienti dai ruoli della magistratura, non sappiano l’importanza di mettere in esecuzione i provvedimenti dei giudici, non sappiano che non si tratta di un gioco da ragazzi. Quindi non può assolutamente essere affidato all’ultimo arrivato.
Per troppo tempo l’amministrazione si è affidata a lavoratori occasionali, volontari, detenuti, e chi più ne ha più ne metta, in sostanza un mondo variopinto e variegato di persone sfruttate e utilizzate in maniera disordinata e inconcludente, tutto questo a danno della qualità del servizio.
I lavoratori della giustizia rivendicano dignità e la loro alta professionalità. Persone, così come dice la nota pubblicità, oltre le cose, che negli anni con la loro abnegazione e senso di responsabilità hanno prestato la loro opera senza nulla avere in cambio, anzi, prendendo schiaffi in faccia. Persone che oltre al danno dei mancati riconoscimenti giuridici ed economici, aggiungono la beffa di essere trattati dal pubblico “come i noti fannulloni e furbetti del cartellino”, grazie alla denigratoria campagna mediatica che non conosce fine, visto che anche l’attuale Ministro della Funzione Pubblica liquida il problema della inefficacia del servizio Pubblico con le impronte digitali oppure con il controllo biometrico.
Forse qualcuno dovrebbe ricordare a questi signori che anche loro sono dipendenti pubblici pagati dalla collettività e che è loro preciso dovere rimuovere gli ostacoli dell’inefficienza ed inefficacia del servizio pubblico, ostacoli che non provengono dall’assenteismo o dalla incapacità di chi vi lavora, bensì dalla volontà di privatizzare i servizi, così favorendo l’arricchimento di pochi a danno dei cittadini.
La USB boccia in toto questo provvedimento rispedendolo al mittente e pretendendo provvedimenti autorevoli e professionalmente adeguati alla serietà della situazione.
Ci chiediamo se sia lecito e normale che interventi finalizzati ad eliminare l’arretrato relativo ai procedimenti di esecuzione delle sentenze penali di condanna, nonché ad assicurare la piena efficacia dell’attività di prevenzione e repressione dei reati, possa essere affidato a personale “in affitto” piuttosto che al personale in servizio il quale non solo ha “giurato di adempiere ai doveri dell’ufficio nell’interesse dell’Amministrazione e dei cittadini per il pubblico bene”, ma ha anche un alto bagaglio di esperienza e professionalità.
Tenuto conto che il provvedimento dovrebbe favorire i tirocinanti, ci chiediamo se sia lecito continuare sulla strada del “dividi et impera” visto che una parte di loro verrebbe assunta a tempo determinato, un esiguo numero a tempo indeterminato gli altri rimarranno col contratto beffa. Ancora una volta si usa una modalità becera: mettere gli uni contro gli altri. Così come sapientemente e scientemente è successo con il personale in servizio.
Il sottosegretario Ferraresi continua a dichiarare che l’impegno suo e del governo è sempre stato e rimarrà quello di investire sulla giustizia e sul personale, bene ci faccia vedere i fatti. In un suo recente comunicato ha blandito assunzioni e scorrimenti.
Eppure sa bene che lo scorrimento della graduatoria del 21 quater per i cancellieri è subordinata all’assunzione dei 1850 funzionari, stando alla normativa vigente. Pertanto ammesso che non siano chiacchiere, occorrerà attendere i tempi lunghi del concorso.Senza contare che stando ai numeri sciorinati il 27 novembre sugli organici risultavano vacanti 1920 posti di funzionari giudiziari, quindi la domanda sorge spontanea, visto che la matematica non è un’opinione come si farà scorrere l’intera graduatoria del 21 quater?
Lo stesso Ferraresi nulla ha detto dei passaggi all’interno delle aree, nulla ha detto circa i bandi per la riqualificazione degli assistenti contabili, informatici e linguistici.
Stessa sorte l’ha riservata agli ausiliari, insomma trattati come se non esistessero, tranne poi utilizzarli in ogni tipo di mansione per far fronte alle carenze di organico negli uffici.
Insomma si continua a giocare con i numeri e con le speranze delle persone
Caro Ministro, caro Sottosegretario, cari vertici dell’amministrazione “non è questa la giustizia che vogliamo e che il paese a gran voce reclama”.
Vogliamo una giustizia vicina ai cittadini ed ai lavoratori, una giustizia uguale per tutti, una giustizia capace di attirare gli investitori, insomma una giustizia che funzioni.
Per fare ciò occorre investire sul personale, ricostruire quel rapporto di fiducia tra i vertici ed i lavoratori, ormai stanchi e demotivati. Coprire il gap nel rapporto tra personale e magistrati che ieri era di uno a cinque mentre oggi è di uno a due, deve essere una priorità. Se la scopertura di organico è superiore a 9.500 unità, cui vanno ad aggiungersi i prossimi pensionamenti, è di tutta evidenza che le assunzioni previste sono insufficienti ai reali fabbisogni, per cui la situazione continuerà a peggiorare se non si corre ai ripari.
Ai lavoratori tutti diciamo se siete stanchi di subire, se siete stanchi di essere presi in giro dall’amministrazione e dai quei sindacati che vi hanno ridotto in queste condizioni noi siamo pronti a scendere in piazza e mettere in campo tutte le azioni di lotta necessarie a dare la sveglia a questa amministrazione cieca e sorda alle istanze del personale.
CON USB DICIAMO BASTA ALLE DISUGUAGLIANZE