Il 16 giugno c.a. è un giorno come tanti per Ait Younes Mhand, e per Nabil Zhour, di nazionalità marocchina, conviventi e residenti a Mercato San Severino, tranne le preoccupazioni per la salute di Zhour. Che per questo non si reca lavoro.
Alle ore 11.00 del 26 giugno, bussano con forza e suonano al campanello della porta della coppia; quando Mhand va ad aprire due energumeni lo sbattono contro al muro, dichiarandosi essere della polizia. Dopo essere entrati con decisione dentro la casa si dirigono verso la cucina ed il bagno dove trovano Zhour e la trascinano per i capelli fuori dalla casa, giù per le scale e poi ancora per strada, passando sotto la lapide di Luigi Cacciatore. La trascinano nel laboratorio della pasticceria, dove Zhour lavorava da diverso tempo senza regolare contratto e a nero. Uno degli energumeni, quello che affermava di essere della polizia, è genero della padrona della pasticceria. Dentro il laboratorio ad aspettare gli esiti del sequestro ci sono la padrona, il padrone e la figlia. Zhour viene sottoposta ad un vero e proprio interrogatorio in cui deve spiegare le ragioni della sua assenza sul lavoro.
Mhand intanto si reca prima presso la caserma dei carabinieri e poi in pasticceria alla ricerca di Zhour. Entra nella pasticceria dall’ingresso dei clienti e non finisce di chiedere di Zhour che i due energumeni di prima entrano anche loro nella pasticceria prendendolo a calci e pugni; Mhand riesce a scappare fuori gridando ma viene raggiunto e viene ancora pestato a calci e pugni fino alla perdita dei sensi.
L’ambulanza lo porterà in ospedale dove Zhour, dopo essere sfuggita ad altre minacce ed intimidazioni, lo raggiunge. Il sedicente poliziotto è all’ingresso dell’ospedale in attesa di un rinvenimento di Mhand per poterlo ancora minacciare e non fargli sporgere denuncia, ma una piccola rete di solidarietà che si era messa in moto fa trovare un italiano vicino alla barella di Mhand.
E’ la stessa rete che assume l’intera vicenda di violenza ed intraprende un percorso di dialogo antirazzista e di giustizia sociale. L'avvocato, che ha patrocinato gratuitamente la regolare denuncia sporta dalla coppia di marocchini, è L'avvocato Alfonso Amato, Sindaco di Sicignano.
I reati ipotizzati sono sequestro di persona, violenza privata, violazione di domicilio, lesioni e percosse.
Sabato 13 luglio alle ore 11.30, è indetta una conferenza stampa di denuncia contro l’aggressione in casa, nei confronti di una coppia di lavoratori immigrati marocchini.
La conferenza stampa è presso la sede USB in via Giuseppe Centola 6 (Torrione) Salerno.
14 luglio 2013 - Metropolis
II caso. Sequestrata e picchiata perchè non andava a lavoro, sit-in di protesta
di Maria Cristina Folino
Salerno. "Se sapeste che vostra sorella è stata aggredita e malmenata in un Paese straniero, certamente provereste un terrore improvviso ed inaspettato. Ogni immigrato presente in Italia non è solo, ma ha una rete di affetti e di legami consolidali che lo attendono nella sua terra d'origine". Queste le prime parole di Nicola Quagliata, Dirigente Provinciale dell'Usb Salerno (Unione Sindacale di Base), in merito ai maltrattamenti subiti da una giovane marocchina, Nabil Zhour, e dal suo compagno Ait Younes Mhand, che ha cercato di difenderla. Nella conferenza di ieri mattina, convocata presso la sede dell'Usb, si è cercato di capire com'è possibile agire in questo modo nei confronti di lavoratori extracomunitari, senza alcun ritegno per la salute e i diritti umani di chi non ha la fortuna di essere italiano. L'avvocato Elvira Scannapieco, che ha accettato di sostenere la difesa dei due giovani senza richiedere alcun compenso, racconta: "Nabil Zhour lavorava in una pasticceria di Mercato San Severino e ne portava i segni finanche sul corpo. Doveva stare a contatto con gli schizzi dell'olio bollente 15 ore al giorno. Dopo l'ultimo svenimento, causa stress e mancanza di sonno, si era rivolta al medico condotto, che le aveva consigliato di riposare. Questo è avvenuto il 25 giugno. Il 26 giugno, dopo mezz'ora di ritardo (dovuto all'assenza impostale dal medico), la ragazza (che guadagnava pochi spiccioli) due energumeni, spacciandosi per poliziotti, l'hanno sequestrata in casa sua e portata via tirandola per i capelli. Il fidanzato ha cercato di difenderla, ma è stato malmenato fino a perdere i sensi. Per fortuna, poco prima era riuscito ad avvisare i carabinieri, e così l'ambulanza è riuscita a portarlo all'Ospedale di Curteri, dove Zhour l'ha raggiunto. Gli aggressori volevano ancora minacciare i giovani perché non sporgessero denuncia, ma Gennaro Avallone, ricercatore della Facoltà di Sociologia dell'Università di Salerno, è rimasto accanto a loro per difenderli. Mhand aggiunge: "Sono in Italia dal 2007, mi ero sempre trovato bene. Ora, però, io e Zhour abbiamo molta paura di restare a Mercato San Severino, e abbiamo deciso di trasferirci". Oggi, a piazza Ettore Imperio di Mercato San Severino, si terrà dalle 11 in poi un sit-in dedicato alla denucia e al dialogo antirazzista, per protestare contro una violenza che ha procurato a Zhour 10 giorni di prognosi, e agli aggressori illesi quattro gravi accuse dalle quali non potranno discolparsi.
14 luglio 2013 - La Città di Salerno
Malata, non va a lavorare: viene pestata
Mercato san severino - Prelevata con la forza dalla propria abitazione e costretta a recarsi al lavoro anche se malata: succede a Mercato San Severino, dove una giovane marocchina, Nabil Zhour, viene trascinata per i capelli fuori di casa e condotta nel laboratorio della pasticceria dove lavora in nero. Era il 26 giugno quando due uomini, presentandosi come poliziotti senza mostrare alcun distintivo, bussano alla porta del domicilio dove la ragazza convive con il compagno Ait Younes Mhand. Nabil, dopo essersi recata in ospedale a seguito di uno svenimento, era, infatti, allettata come lo stesso medico le aveva consigliato. Questo non è bastato a fermare la furia dei due sconosciuti che, una volta condotta la giovane al laboratorio, la sottopongono ad un vero e proprio interrogatorio. Intanto Mahand si reca prima dai carabinieri e poi in pasticceria dove viene cacciato e pestato. Fortunatamente una piccola rete di solidarietà, capitanata dall'ufficio coordinamento lavoratori immigrati dell’Usb, si è già messa in moto. Ieri mattina la vicenda è stata presentata alla stampa: «L’obiettivo è intraprendere un percorso antirazzista e di giustizia sociale – ha detto Nicola Quagliata dell’Unione Sindacati di Base – l’avvocato che ha patrocinato gratuitamente la denuncia, sporta dalla coppia di marocchini, è Alfonso Amato, sindaco di Sicignano». Alla mattinata ha voluto partecipare anche lo stesso Ait Younes Mhand: «Dal 2007 sono in Italia con regolare permesso di soggiorno, mai mi era capitato niente di simile». Intanto oggi, dalle 14 alle 17, in piazza Ettore Imperio, un sit-in antirazzista.