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Scuola Docenti ATA Studenti

DICIAMO NO ALLA RIFORMA DELLE SCUOLE SUPERIORI! 

Nazionale,

Con un decreto ministeriale d’urgenza, il Ministro Valditara ha ritenuto opportuno anticipare la programmata riforma del sistema di istruzione secondario con l’avvio di una sperimentazione per istituti tecnici e professionali basata su un percorso di studi quadriennale. In sostanza, i punti cardine della riforma, mai passata ad oggi in Parlamento, sono i seguenti:

  1. Curriculum quadriennale per istituti tecnici e professionali e per alcuni licei
  2. Incremento delle materie tecniche a discapito delle materie di indirizzo generale
  3. Creazioni di filiere tra gli istituti e alcuni enti con partecipazione diretta delle imprese del territorio nella definizione dei programmi di studio. In particolare attraverso l’inserimento degli ITS, che ora si chiameranno Academy, come partner fondamentale sia nella definizione del percorso quadriennale sia nel proseguimento al termine del percorso
  4. I docenti fino al 60% del totale potranno essere reclutati con contratti di prestazione occasionale gestiti in collaborazione con i partner della filiera e con le imprese territoriali
  5. Anticipazione del percorso del PCTO fin dal primo biennio nell’istruzione tecnica e professionale
  6. Uso dell’INVALSI come metodo per valutare direttamente il curriculum dei singoli studenti in funzione dell’inserimento nel percorso successivo gestito dagli ITS.

USB Scuola ritiene che tale riforma sia il contrario di quanto necessiti alla scuola pubblica statale. Essa è un ulteriore tassello del processo di disgregazione dell'unitarietà del sistema di istruzione nazionale. Nel medio periodo, si determinerà una diminuzione del personale docente, dovuta a una compressione dei curricula su materie comuni o perché sostituibili con personale non specializzato gestito da enti esterni. La scuola pubblica statale deve rimanere tale e non devono essere previste docenze non formate e proposte da enti terzi alla scuola. La riforma introduce criteri inefficaci e comunque non ben specificati sull’uso valutativo degli studenti attraverso test discutibili come gli INVALSI. Inoltre, peggiora lo strumento per noi già inaccettabile del PCTO, rendendolo obbligatorio anche per gli studenti del biennio.

Il progetto del governo Meloni trasforma sempre di più l’istruzione superiore in uno strumento in mano alle imprese, dimenticandosi della funzione primaria di educazione complessiva alla cittadinanza. Il nostro Paese ha bisogno di cittadini consapevoli e che sappiano svolgere bene un lavoro. Le due cose vanno di pari passo. La riforma prospettata disegna una scuola in cui si vorrebbero avviare al lavoro cittadini che hanno sempre meno competenze di base e totalmente asserviti a interessi di imprese le cui esigenze sono sempre di più contingenti e subordinate al profitto privato.
In questo modo si fanno solo gli interessi a breve termine dei padroni consegnando le nuove generazioni a un futuro sempre più precario.
Per ottenere i risultati che sono necessari la scuola non deve accorciare i tempi di studio, semmai allungarli partendo dalle materie di base. Per questo, serve investire nella scuola pubblica statale aumentando il monte ore, aumentando il numero dei docenti, non sostituendoli con addetti gestiti dalle imprese.

In questi giorni alcune scuole hanno iniziato a chiedere ai Collegi docenti di votare per l’avvio della sperimentazione. 

DICIAMO NO ALLA RIFORMA DELLE SCUOLE SUPERIORI! 

VOTIAMO CONTRO LA SPERIMENTAZIONE NEI COLLEGI DOCENTI!