Dopo l’allarme lanciato dalla RdB-CUB sulla costituenda Difesa Servizi S.p.A., società che dovrebbe occuparsi della vendita del patrimonio del demanio militare e dell’utilizzo di aree demaniali per settori strategici, come smaltimento rifiuti ed approvvigionamento energetico, il Ministero della Difesa ha finalmente deciso di convocare le organizzazioni sindacali.
I Sottosegretari Giuseppe Cossiga e Guido Crosetto hanno cercato di minimizzare l’operazione legata all’approvazione del ddl a.s. 1373, adducendo che la Difesa Servizi S.p.A assolve unicamente all’esigenza del Ministero di “emettere fattura” per consentire il rientro di risorse economiche derivanti dalla commercializzazione dei segni distintivi delle Forze Armate, della fornitura di beni e servizi e della “valorizzazione” del patrimonio immobiliare e dei siti della Difesa. I Sottosegretari inoltre hanno assicurato che i dipendenti militari e civili saranno assorbiti dalla nuova società solo su base volontaria. Tuttavia tale clausola non compare disegno di legge in discussione in Parlamento, dove viene previsto esplicitamente solo il cambio della natura del contratto da pubblico a privato.
“E’ inammissibile il ritardo con cui il Ministero si è sentito in dovere di confrontarsi con i sindacati su una operazione che stravolge il rapporto di lavoro di decine di migliaia di dipendenti”, commenta Massimo Solferino della RdB-CUB Difesa. “Inoltre non ci risulta neanche ci sia stato alcun confronto con le Regioni, le Province ed i Comuni che verranno interessati da stravolgimenti urbanistici, sociali e ambientali per effetto della trasformazione e vendita di immobili e siti di proprietà della Difesa, e quindi pubblici, da consegnare alla speculazione edilizia, allo smaltimento dei rifiuti attraverso la costruzione di inceneritori o alla produzione di energia elettrica attraverso impianti nucleari”.
Prosegue Solferino: “Ci spiace registrare che intorno a quel tavolo di confronto solo la RdB-CUB abbia fatto sentire il dissenso e il contrasto allo scellerato progetto, dando voce alle migliaia di lavoratori e milioni di cittadini sulla testa e sulla pelle dei quali si vuole portare a termine una operazione che nulla ha a che fare con le funzioni istituzionali del ministero e che, se andasse in porto, determinerebbe un pesante degrado delle condizioni di vita e di lavoro per l’intera collettività. La RdB-CUB darà vita a tutte le iniziative, a partire dalla manifestazione nazionale di sabato 28 marzo, necessarie per contrastare le politiche suicide di questo governo e far rientrare anche questo tentativo di destrutturazione di tutto ciò che è pubblico”, conclude il responsabile RdB-CUB.
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