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SFRATTI RASSEGNA STAMPA

Disoccupato riceve lo sfratto si butta dalla finestra e muore

Savona,

Repubblica di Genova on-line 11 giugno 2013 Redazione Il Fatto Quotidiano 11 giugno 2013

 

E' successo a Cairo Montenotte, nel Savonese. L'uomo, 32 anni, viveva con il fratello invalido e la madre. Il sindaco si difende: "Non era residente nel nostro comune, per questo non abbiamo potuto aiutarlo". Il Codacons sta preparando un esposto alla Procura della Repubblica di Savona ipotizzando l'istigazione al suicidio da parte delle istituzioni che non hanno risolto il problema casa

di MASSIMO CALANDRI e BRUNO PERSANO

 

genova.repubblica.it/cronaca/2013/06/11/news/famiglia_sfrattata_uomo_si_getta_dalla_finestra-60862370/

Non aveva un lavoro; era costretto a vivere grazie alle pensione di invalidità del fratello e al vitalizio dell'anziana madre. Quando l'ufficiale giudiziario gli ha notificato lo sfratto esecutivo è crollato. Ha aperto la finestra e si è gettato dal terzo piano. E' morto a 32 anni, "spinto" dalla disperazione di dover abbandonare la casa tra due giorni. Il corpo è finito nel parcheggio condominiale. Inutili i soccorsi.

L'uomo era originario di Uscio, piccolo comune nell'entroterra di Genova, ma viveva a Cairo, nel Savonese, in un palazzo di via Pighini, non distante dalla caserma della Guardia di Finanza di Cairo Montenotte, in uno dei palazzi del quartiere 'Cairo 2', zona popolare dove vivono molti immigrati albanesi e romeni, ma anche famiglie di operai che avevano lavorato nelle industrie della Val Bormida.

La famiglia era andata a vivere nella casa di proprietà di uno zio. L'appartamento era stato ereditato da una signora la quale aveva lasciato i tre a viverci gratuitamente. In seguito la donna, che aveva anche aiutato economicamente i tre, aveva però cambiato idea e aveva fatto causa alla famiglia perchè non pagava né le bollette né le spese condominiali. Il giudice le aveva dato ragione e lo sfratto era diventato esecutivo.

Il mese scorso la famiglia del disoccupato aveva chiesto aiuto all'Ufficio Assistenza del Comune di Cairo Montenotte, raccontando dello sfratto in corso e dell'impossibilità di trovare una alternativa. Allo sportello però

avevano spiegato di avere le mani legate, perché tutti e tre i componenti della famiglia risultavano residenti a Uscio. "E' una tragedia - spiega il sindaco di Cairo Fulvio Briano - ma l'uomo e la famiglia avevano mantenuto la residenza nel Genovese: per questo motivo il Comune aveva le mani legate perchè possiamo aiutare solo chi è residente".

"Cairo Montenotte è un Comune di 13.000 abitanti che vive pesantemente la crisi come tutto il paese", aggiunge il sindaco. "E' un momento difficilissimo per tutti: chi non ha i soldi per pagare la casa, i proprietari che fanno i conti con inquilini morosi. La situazione dell'edilizia popolare è drammatica. Noi nel mese di giugno abbiamo altri due sfratti esecutivi di famiglie con figli molto piccoli: diamo priorità a queste situazioni, cercando subito sistemazioni di urgenza e domicili alternativi. Ma appena ci interessiamo dei casi più gravi, ecco che le dieci famiglie che li precedevano nella graduatoria di assegnazione si fanno avanti per protestare. Quotidianamente abbiamo cittadini di Cairo che vengono a chiedere un lavoro. Il punto è che non ci sono più aziende in grado di assumere".

I vicini di casa dicono che la famiglia "era gente molto riservata: "Vivevano con
la pensione della madre e del fratello invalido. Ogni tanto si vedevano uscire i figli di quella donna anziana: andavano a fare la spesa e tornavano a casa. La famiglia conduceva una vita abbastanza riservata".

Il Codacons sta preparando un esposto alla Procura della Repubblica di Savona ipotizzando l'istigazione al suicidio: Quello che è avvenuto a Cairo "è l'ennesimo dramma causato dal grave stato di difficoltà economica in cui versano le famiglie. Vogliamo sapere se in questa tragedia vi siano responsabilità di altri soggetti, pubblici o privati", scrive l'associazione.

"L'art. 580 del codice penale, infatti, configura il reato non solo quando si 'determina altri al suicidio' ma anche quando si 'rafforza l'altrui proposito di suicidio'" - si legge nella nota della Codacons. "Chiederemo quindi alla Procura di accertare se vi siano stati comportamenti da parte di soggetti terzi tali da aver rafforzato il proposito di suicidio nell'uomo".

Di fronte all'"emergenza suicidi" che si sta scatenando in Italia, il Codacons chiede al Governo Letta di "emanare un decreto urgente che blocchi tutti gli sfratti sulle prime case". Sempre più famiglie, spiega ancora l'associazione "a causa della crisi economica non riescono a far fronte al pagamento di mutui e affitti, e il rischio di perdere la propria abitazione sta determinando una pericolosa ondata di suicidi e gesti estremi da parte dei cittadini".

<time itemprop="datePublished" datetime="2013-06-11">(11 giugno 2013)</time>

 

SAVONA, SUICIDA DISOCCUPATO 32ENNE DOPO AVVISO DI SFRATTO ESECUTIVO

E' successo a Cairo Montenotte, dove un ragazzo senza lavoro si gettato dalla finestra della casa al terzo piano in cui viveva con il fratello, che riceveva la pensione di invalidità, e con la madre, pensionata

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 11 giugno 2013

Lo avvisano che entro giovedì deve tassativamente lasciare la casa dove vive e lui decide di farla finita. E’ successo a Cairo Montenotte, dove un disoccupato di 32 anni si gettato dalla finestra della casa al terzo piano in cui viveva con il fratello, che riceveva la pensione di invalidità, e con la madre, pensionata. Secondo quanto emerso, l’uomo si è lasciato cadere dal palazzo di via Pighini, non distante dalla caserma dei carabinieri di Cairo Montenotte. Il corpo è finito in un giardino. I soccorritori del 118 e della Croce Bianca di Cairo hanno provato inutilmente a rianimarlo. Era stato allertato anche l’elicottero dei vigili del fuoco, ma è stato inutile. Per i carabinieri non vi sono responsabilità da parte di terzi. “E’ una tragedia – ha detto il sindaco di Cairo Fulvio Briano – L’uomo e la famiglia avevano mantenuto la residenza nel Genovese e per questo motivo il Comune aveva le mani legate perché possiamo aiutare solo chi è residente. La situazione è davvero difficile anche per i cairesi. E’ un’emergenza sociale senza fine”. “Proprio questa settimana sono in corso le procedure di sfratto per altre due famiglie che hanno bambini piccoli”, ha detto ancora il sindaco. Intanto la salma dell’uomo è stata ricomposta all’obitorio a disposizione della magistratura di Savona.

L’ennesima tragedia della disperazione segue di neanche 24 ore quanto accaduto ieri a Ercolano, in provincia di Napoli, dove un fioraio si è dato fuoco e si è lanciato nel vuoto dal balcone del Comune partenopeo per una storia ordinario disagio.