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Lavoro e Previdenza Sociale

D.M.Poletti: un'indennità di fatto, non un incentivo

Roma,

Come Unione Sindacale di Base avremmo preferito attendere che alle parole seguissero i fatti prima di riportare gli orientamenti usciti dall’incontro del 19 giugno all’Ispettorato Nazionale del Lavoro, in ordine alla questione specifica dell’utilizzo del cosiddetto D.M. Poletti, ma alla luce del comunicato di Confintesa FP INL, ci corre l’obbligo di fare qualche precisazione.

Preliminarmente il direttore Diana ha comunicato il disconoscimento da parte dell’amministrazione di tutte le bozze circolate in questi mesi ed il direttore Papa, incaricato di redigere la bozza, è intervenuto chiedendo effettivamente alle organizzazioni sindacali di esporre le loro proposte.

 

A questo proposito la USB ha ricordato al tavolo l’origine e la genesi dello specifico fondo, il suo essere stato partorito al termine di una eclatante stagione di lotta del personale ispettivo e che esso era stato di fatto l’”escamotage” trovato dall’amministrazione per venire incontro al complesso delle problematiche patite e denunciate dagli ispettori – non esclusa la loro stessa incolumità fisica – attraverso una sorta di vera e propria monetizzazione del rischio.

In questo senso, le risorse del D.M. Poletti non potevano e dovevano essere considerate ed attribuite sulla base di parametri numerici, legati peraltro a fattori indipendenti dalla disponibilità e dalla volontà del singolo ispettore – per intenderci come una sorta di FUA aggiuntivo – ma sulla base dell’effettivo svolgimento da parte di ogni ispettore della propria funzione, in una sorta di indennità - appunto, di funzione - verificabile nel concreto della programmazione dell’attività.

 

Dopo un serio scambio di vedute, chiarito come non sia il numero di episodi, ma la disponibilità (all’uso del mezzo proprio, al lavoro in orario disagiato, all’eventuale trasporto del terzo), negata a seguito di un reiterato rifiuto all’attività richiesta, ad attestare il diritto o meno a concorrere alla ripartizione del fondo, i direttori centrali hanno convenuto sulla correttezza di questa ipotesi ed il dottor Papa si è preso il tempo necessario a predisporre la bozza che dovrebbe essere illustrata in un prossimo incontro.

Ripetiamo, avremmo preferito attendere l’esame di questa nuova bozza, perché la storia recente ci dimostra come le carte in tavola possano cambiare repentinamente.

Infatti, al di là della paternità delle bozze circolate, ricordiamo perfettamente gli accordi nazionali sottoscritti al ministero dai medesimi dirigenti con le solite organizzazioni sindacali in cui, violando la competenza riservata dal decreto alla contrattazione locale, si è cercato negli anni di ridurre il fondo Poletti in una sorta di FUA bis premiando esattamente quell’organizzazione dell’attività ispettiva che aveva portato alle problematiche alla base della protesta del personale ispettivo.

Questo era nello specifico l’oggetto della riunione.

Non un esame del complesso degli incentivi e delle risorse dell’INL e della loro ripartizione tra le diverse figure professionali che dall’INL dipendono.

 

Ciò non di meno, quelle stesse organizzazioni sindacali che sottoscrivono tutto ed il contrario di tutto, che hanno appena firmato un contratto integrativo inutile, vanificando ancora una volta ogni possibilità di garantire a tutto il personale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro un trattamento analogo al personale – non dell’INPS, ma ad esempio, del Ministero dell’Economia e delle finanze (cioè dello stesso comparto ministeri!) – non avendo di fatto nulla da dire o da aggiungere su una posizione che vedeva inopinatamente convenire la stessa amministrazione, non hanno trovato nulla meglio da fare che sollevare a sproposito, in maniera peraltro sgangherata e demagogica, la folle contrapposizione che sta vedendo, gli uni contro gli altri armati, scontrarsi ispettori ed amministrativi.

 

Come Unione Sindacale di Base a questo proposito non accettiamo provocazioni da nessuno, rivendicando la coerenza di una posizione che ha sempre rifiutato, anche a scapito del consenso degli esagitati di una parte e dell’altra, di accettare questa divisione che finisce per danneggiare gli uni e gli altri.

 

Il D.M. Poletti, che come Unione Sindacale di Base abbiamo a suo tempo criticato per la forma del suo finanziamento e per il suo essere una monetizzazione del rischio, rischio che non è stato risolto, non è di fatto e non deve essere trattato come un incentivo, ma come riconoscimento di fatto di una funzione e come tale dovrà essere mantenuto finché all’interno del contratto integrativo non sarà introdotta una specifica indennità di funzione.

 

Per quanto attiene agli incentivi a cominciare dalla quantità di risorse destinate al nuovo FUA o come si chiamerà, la valorizzazione delle professionalità e del lavoro di tutti i dipendenti dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro devono essere oggetto di una vertenza che non veda una parte aizzata contro l’altra, ma l’unione di tutti perché è il lavoro di tutti che produce il risultato.

 

Roma, 24 giugno 2019

 

 

USB/P.I. Coordinamento Nazionale Lavoro, INL, ANPAL